3 Luglio 2013
Abitudini alimentari: un po’ di ordine sulla tavola e non solo…
La dieta del Bel Paese ricca di frutta, verdura e cereali rischia di essere compromessa da mode e crisi economica. Per evitare il “fai da te” abbiamo incontrato la dottoressa Gabriella Xompero, dietista presso il Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria San Giovanni Battista di Torino, e Responsabile Regionale dell’ANDID, Associazione Nazionale Dietisti.
Come mangiamo oggi? La crisi economica sta cambiando le nostre abitudini alimentari?
La crisi sicuramente sta modificando i modelli di consumo delle famiglie italiane. Secondo dati Instat nel 2012 più di 6 famiglie su 10 (il 62,3%) hanno fatto la spesa nei discount, il 9% in più rispetto al 2011. Oltre 7 famiglie su 10 (il 71%), hanno modificato la quantità e qualità dei prodotti acquistati e hanno tagliato le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie. Quindi le famiglie sono orientate a risparmiare anche in un ambito importante come quello della salute, oltre che su quello del cibo. Gli studi epidemiologici ci insegnano che al diminuire del reddito di un paese si riscontra generalmente un aumento del consumo di carboidrati e di grassi saturi (quelli dannosi, tanto per intenderci) a scapito di consumi più salutari quali frutta e verdura, carni e grassi insaturi.
Con l’arrivo dell’estate i media enfatizzano quella che viene definita “prova costume”. Quali sono le diete attualmente più diffuse? Esistono le diete dette “miracolose” che ci fanno perdere peso in fretta e senza fatica?
In Italia periodicamente vengono proposte varie diete, dalla Dukan, seguita da vip e principesse, a quella del sondino, dalla tisanoreica a quelle che assumono i nomi più fantasiosi e disparati: del cioccolato, del prosciutto, del minestrone, del gelato… una miriade di proposte per dimagrire nell’ottica di una linea invidiabile da esibire in spiaggia. Diete che, come le mode, hanno la durata di una stagione. Secondo gli esperti, alcune di queste diete sono veramente inefficaci o inutili, altre non sono fondate su dati scientifici e altre ancora possono essere addirittura pericolose. Certo, seguire un regime dietetico “vero” è difficile mentre seguirne uno fantasioso, colorato, allegro, alla moda e che magari permette un calo ponderale repentino, ma momentaneo, è molto, molto più facile.
Non sono però questi i risultati che si devono perseguire, ma quelli che sono in grado di determinare salute e benessere duraturi. Per ottenere un calo di peso che duri nel tempo e permetta di non riacquistarlo (spesso oltre a riacquistare quelli persi una dieta scorretta porta a superare il peso precedente) non esistono diete miracolose.
L’approccio è molto più complesso. Innanzitutto non ci si deve affidare al semplice “fai da te” ma a personale esperto e appositamente preparato poiché è necessario tener conto dell’individualità del caso e di quali siano le cause del problema. I dietisti, che da anni lavorano in questo campo, sono in grado di personalizzare l’intervento attraverso un’attenta analisi delle abitudini alimentari e dello stile di vita del soggetto, delle preferenze, del rapporto con il cibo, dei fabbisogni, dell’attività fisica e, non da ultimo, possono valutare la disponibilità al cambiamento del soggetto che devono trattare. La consulenza effettuata da personale specializzato deve tener conto di tutti questi fattori e il dietista si configura come un fondamentale riferimento per il raggiungimento e il rafforzamento della capacità di gestione della corretta alimentazione a lungo termine.
Che cosa vuol dite essere a dieta?
Dieta è un termine che deriva dal greco e significa regime, stile, tenore di vita; è sinonimo di alimentazione corretta, sana ed equilibrata. Adottare una dieta quindi significa alimentarsi correttamente, con un regime alimentare che sia in grado di soddisfare i bisogni fisiologici qualitativi (di nutrienti) e quantitativi (di energia) dell’organismo. Non necessariamente quindi il termine implica un significato di “privazione”. Comunque è ormai diventato comune intendere con il termine “dieta” l’adozione di metodi per modificare il peso corporeo di un soggetto o per seguire prescrizioni relative a particolari quadri clinici, al fine di ottenere differenti risultati sul nostro fisico.
I disturbi alimentari hanno sempre un’origine psicologica?
Sì, se rimaniamo nel campo dei disturbi alimentari veri e propri (es. anoressia nervosa). Esistono però delle patologie che possono determinare anoressia, ossia mancanza o riduzione di appetito, ma in questi casi alla base vi sono delle cause organiche (es. anoressia oncologica).
Quali fasce di età si rivolgono maggiormente a Lei?
Nell’ambulatorio afferiscono pazienti adulti di età variabile tra i 20 e gli 80 anni.
Quali sono le patologie che tratta maggiormente?
Tratto tutte le patologie di medicina generale e specialistica: diabete, sovrappeso, obesità, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, insufficienza renale, epatica, intestinale e respiratoria, neoplasie.
Cristina Menghini
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