22 Giugno 2013
Voi, chi dite che io sia?

Commento al Vangelo della XII Domenica del Tempo ordinario, a cura di Carmela Pietrarossa.
Questa sembra essere la domanda chiave del brano evangelico propostoci in questa domenica, propedeutica ad un percorso educativo che Gesù sta compiendo con i suoi discepoli.
Occorre, però, fare un passo indietro: tale interrogazione si inserisce in un contesto di preghiera; Luca, infatti, ci dice che “Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare”, mentre stava pregando avverte il bisogno di approfondire con i suoi le caratteristiche fondamentali della sua identità.
Prima di ogni avvenimento importante Gesù prega, si ferma in compagnia di suo Padre con cui è una cosa sola, un invito anche per tutti noi a far precedere ogni decisione importante dall’incontro con Dio.
In queste circostanze di tempo e di luogo Gesù rivolge una prima domanda ai suoi discepoli: “Le folle, chi dicono che io sia?”, a cui fanno seguito risposte che rivelano la grande considerazione che si aveva di Lui, ma alla stregua di un profeta (Giovanni Battista, Elia), che, pertanto, come altri, lascerà di sè un bel ricordo e nient’altro.
E’ a questo punto che si inserisce la seconda domanda dal carattere più personale: “Voi chi dite che io sia?”
A Gesù interessa il rapporto personale con i suoi, conoscerli fino in fondo e farsi conoscere totalmente da loro. Chiamando ciascuno per nome ci chiede: “Tu, chi dici che io sia? Chi sono per te? Che valore ho nella tua vita?”. Di certo durante la settimana faremo risuonare nel nostro cuore questa domanda, alla quale con onestà e verità cercheremo di rispondere. Su quante considerazioni vorremmo soffermarci, quanti pensieri e ricordi affollano la nostra mente, ma la domanda ritorna: “Chi sono io per te?”.
Signore, ci verrebbe da obiettare in un contraddittorio leale e “tra pari”, ma c’è la stima che dobbiamo faticosamente conquistare, quella relazione, quel posto di lavoro prestigioso, le varie incombenze e poi…
Il Signore non demorde e chiede il primato nel nostro cuore, gli altri e le cose devono essere relative a Lui e trovare in Lui la propria motivazione e ragion d’essere, altrimenti non avrebbero alcun senso!
Gesù alla risposta di Pietro: Tu sei il “Cristo di Dio”, da bravo educatore quale è, trae spunto da questa affermazione per condurre i suoi discepoli alla verità, procedendo per gradi.
Gesù è sì il Messia, ma non alla maniera umana, non è il liberatore politico che il popolo di Israele si aspettava, ma un leader molto “sui generis”, che dovrà soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Gesù vuole così preparare il suoi discepoli a quanto avverrà, liberando il concetto di “Messia” da qualsisvoglia connotazione edulcorata di gloria umana. Il Messia è il Figlio di Dio che muore sulla croce per l’amore che nutre nei confronti di ciascun uomo, ma è anche colui che il terzo giorno risorge.
Passione, morte e risurrezione entrano, così, prepotentemente nella mente dei discepoli smarriti e pusillanimi, per acquistare senso e compiutezza dopo gli eventi che vedranno anche loro come protagonisti.
Gesù, incrociando il nostro sguardo, torna a chiederci: Chi sono Io per te?
Buona domenica!
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