4 Maggio 2013
Don Marco Silvestrini: per diventare prete non è mai troppo tardi
Venerdì 3 maggio, nella Cattedrale di Pinerolo, il vescovo Pier Giorgio Debernardi ha ordinato sacerdote don Marco Silvestrini, proveniente dal Seminario Diocesano Missionario Redemptoris Mater di Luserna.
Nato a Roma il 14 ottobre del 1946, Marco Silvestrini, riceve il battesimo nella basilica dei Santi Apostoli. Perito industriale, esercita la sua attività nel mondo del commercio. Entra nel cammino neocatecumenale con la moglie e la figlia nel 1984. Dopo la morte della moglie approfondisce il cammino e nel 2005 entra in uno dei percorsi di verifica vocazionale. Studia teologia per cinque anni alla Gregoriana a Roma e, dopo il baccalaureato, dal seminario Redemptoris Mater giunge fino a Pinerolo dove è stato ordinato diacono da monsignor Pier Giorgio Debernardi il 27 ottobre 2012 e dove ha ricevuto il secondo grado dell’ordine venerdì 3 maggio nella chiesa cattedrale. Incontriamo Marco, attualmente impegnato nella segreteria del vescovo.
Marco, come vivi il tuo cammino?
Innanzitutto sento una profonda gratitudine che è la molla che mi spinge a fare questo passo. Ho 67 anni e mi sono chiesto più volte se questa fosse la volontà del Signore per me. Umanamente un direttore d’azienda direbbe «non sei un investimento»: io inizio quando gli altri cominciano a pensare al ritiro. Ma la scelta mi ha dato una grande pace. E mi metto a disposizione.
Quali sono a tuo avviso le principali priorità in diocesi per un sacerdote?
Pinerolo e Roma sono realtà molto diverse. Ma l’uomo resta sempre lo stesso. Credo sia molto importante far riscoprire alle persone la propria regalità e la propria figliolanza. Talvolta nella vita si finisce per non considerarsi più e si perde la dignità. Non è bene.
Cosa diresti a chi sente un principio di vocazione?
L’input di una vocazione non viene da te ma dall’esterno. È vera se parte dall’incontro con il Signore Gesù. Io non posso dire niente, solo raccontare questa mia storia personale.
Ives Coassolo
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