8 Luglio 2017
Ristorazione. Al via nell’ASL TO3 un corso per la preparazione di pasti gluten free

La formazione dei ristoratori sugli alimenti somministrati ai celiaci riveste una grande importanza, in quanto solo una profonda conoscenza della materia può consentire la corretta preparazione dei pasti. Il Servizio di Alimenti e nutrizione dell’ASL TO3 (SIAN), in accordo con la Regione Piemonte e l’Associazione per la Celiachia (AIC) ha predisposto un percorso formativo offerto gratuitamente a tutti i ristoratori come formazione a distanza ovvero che può comodamente essere frequentato on-line.
Il corso è rivolto a tutti gli operatori del settore alimentare che si occupano a diverso titolo della preparazione e/o manipolazione degli alimenti. Possono partecipare al corso i titolari dei ristoranti, degli esercizi alimentari, i cuochi, gli aiuto-cuochi, gli addetti alla sala, gli addetti all’acquisto degli alimenti ecc. e quanti vogliano specializzarsi sulla preparazione dei piatti senza glutine offrendo così un servizio aggiuntivo sicuro e di notevole interesse per una rilevante parte di clienti.
Il corso è strutturato in videolezioni, videoclip e link di approfondimento, suddivisi in dieci moduli con verifiche alla fine di ogni step mediante quiz a risposte multiple. Al termine del corso viene rilasciato un attestato di frequenza on-line. Gli operatori che vorranno conseguire un attestato di risultato, valido come formazione per produrre alimenti senza glutine, dovranno sostenere un test presso il servizio di alimenti e nutrizione dell’ASL. Dopo il corso on line, la formazione proseguirà “sul campo” con audit di verifica presso l’esercizio effettuati da personale ASL specializzato al fine di accompagnare il ristoratore nell’organizzazione della propria struttura verso il gluten free. Per informazioni e iscrizioni, gli interessati potranno rivolgersi direttamente al Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, sede di Rivoli.
Nell’ASL TO 3 i celiaci noti sono circa 2.000, ma essendo la popolazione di 580.000 abitanti, il rapporto di 1:100 porterebbe i potenziali intolleranti permanenti al glutine ad essere circa 5.800, molti dei quali in modo non ancora consapevole con la necessità di una diagnosi precoce di malattia per prevenire le complicanze.
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