15 Settembre 2016
Niente "capra pazza" grazie ad una modificazione genetica
Aumentano gli allevamenti caprini in Piemonte, è questo quanto emerso durante il Congresso Nazionale della Società Italiana di patologia e allevamento degli ovini e dei caprini che riunisce a Cuneo esperti del settore e allevatori. L’encefalopatia spongiforme della capra (l’analogo del morbo della mucca pazza) costituisce un grave problema di sanità e benessere animale, con importanti danni economici. Infatti per Regolamento Europeo quando un gregge è colpito da questa malattia, tutti gli animali devono essere abbattuti. Il laboratorio di genetica dell’Istituto Zooprofilattico di Torino diretto da Pierluigi Acutis ha scoperto una mutazione genetica che rende resistenti gli animali.
“La mutazione è naturalmente presente in alcuni animali – precisa Maria Caramelli, Direttrice Generale dell’Istituto Zooprofilattico – e utilizzare per la riproduzione soltanto gli animali geneticamente resistenti può proteggere la popolazione da questa temibile malattia. Salvare gli animali e il lavoro degli allevatori sono una nostra priorità.”
“Con un piano d’azione nazionale abbiamo coordinato l’analisi genetica di 5000 capi – precisa Pierluigi Acutis, a capo del laboratorio di Genetica dell’Istituto – e abbiamo creato una banca dati nazionale per sapere dove e quali sono gli animali resistenti. Forti di questa azione stiamo chiedendo all’Unione Europea, con il supporto del Ministero della Salute, di modificare il regolamento e salvaguardare con la genetica il nostro patrimonio caprino.”
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