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Il “Parco Avventura” come rimedio per il Parkinson

Il “Parco Avventura” come rimedio per il Parkinson

Secondo i medici la montagna aumenta l’efficacia di alcuni farmaci, riattivando gli schemi motori di base in moltissimi malati di Parkinson. E un effetto simile potrebbero averlo i Parchi Avventura…

Chi ha seguito attraverso le pagine dei giornali, i filmati che girano in rete, su “ You Tube” e anche sul nostro libro “Guarigioni d’amore”, ha appreso quello che anche i medici affermano perché è stato ormai verificato che la montagna aumenta l’efficacia di alcuni farmaci, riattivando gli schemi motori di base in moltissimi malati di Parkinson che tornano ad usare la memoria in modo da poter svolgere un’attività piacevole pregressa (la montagna nel nostro caso).

In questa specifica situazione la malattia viene così per un attimo messa in panchina e si torna quasi sani. Il problema attuale resta però, che appena si torna a compiere azioni non legate alla montagna, ecco che il Parkinson ricompare e il corpo regredisce. Ma questa domenica abbiamo fatto una nuova scoperta visto che sono proprio state nel nostro caso le “Vie ferrate” a contribuire al quasi totale arrestamento delle patologie invalidanti.

Ebbene già sapevamo che i cosiddetti “Parchi Avventura” che si trovano un po’ dappertutto, hanno le stesse prerogative di progressione delle vie ferrate: ponti tibetani, pont de singe, tyrolienne, cavo presente su tutto il percorso, prese naturali (su roccia) o artificiali (nei parchi avventura). Si trattava ora di trovare, per dar certezza alle nostre teorie, un parco che avesse le prerogative qua sotto spiegate.

Tutti i “Parchi Avventura” hanno dei tratti con strutture “basculanti” che quasi mai si trovano sulle vie ferrate, se non quelle di nuova concezione, ove si creano vere e proprie “strutture acrobatiche” (non saprei diversamente come definirle), che invece di condurti su un pianoro o a una cima, inducono a destreggiarsi sul vuoto più assoluto tipo gli strapiombi artificiali creati ad arte per le “gare di arrampicate” e non di certo per raggiungere una meta!

A questo punto è chiaro che chi soffre di certe patologie, può trovarsi in difficoltà su questi assi mobili e se il percorso si svolge in alto in un punto nel quale non vi è una “via di fuga” per trarre in salvo chi ha deciso di provare, diventa impossibile adibire la struttura a questo tipo di utenza.

Dopo tante vane ricerche però la struttura l’abbiamo finalmente trovata in regione “La Mandria” n. 17 all’interno del parco stesso con ingresso dalla rotonda di Corso Fratelli Kennedy a Robassomero, raggiungibile per la superstrada delle Valli di Lanzo e si chiama “Parco Avventura di Cascina Oslera”, che offre oltre al percorso avventura, un eccellente ristorante e un bar ristoro con un immenso giardino per godere del verde e rilassarsi – tel. 3664994250 – www.cascinaoslera.it – info@cascinaoslera.it

Abbiamo subito parlato col titolare che ci ha messo a completa disposizione tutti i ragazzi adibiti come assistenti al controllo del “Parco Avventura” che ci tenevano ferme le pedane mobili, per dimostrarci la possibilità che la nostra idea di condurre in modo guidato anche delle persone con varie patologie invalidanti, non è più un sogno ma una possibile realtà, studiando però come realizzarla nel concreto.

A tale proposito, poiché anche il percorso più impegnativo è a due metri al massimo dal terreno, abbiamo fatto la prova come gli addetti siano pronti e preparati ad intervenire in qualunque caso di necessità.

Il “Parco Avventura di Cascina Oslera” rappresenta ora da più di un anno sul territorio, per il Parco della Mandria e per la Città Metropolitana di Torino, un nuovo svago e un motivo di attrazione nella natura per i bambini e i ragazzi, per le scolaresche, per i gruppi e per le associazioni, con aperture straordinarie da concordarsi su prenotazione.

Ed è proprio basandoci su questa loro disponibilità che parte la nostra idea di provare “una tantum” ad estendere a persone “diversamente abili” di qualunque età, con le patologie più disparate e con l’autorizzazione delle realtà a cui appartengono, questa possibilità se dovutamente assistiti per studiare bene tutti insieme come attuare e sviluppare in totale sicurezza quest’idea.

Il compito ci è stato facilitato quando abbiamo appreso che è già in atto per bambini e ragazzi diversamente abili questa possibilità con ingresso gratuito per l’accompagnatore che dovrà seguirlo nella struttura sotto la sua responsabilità, quindi basterebbe solo studiare con i responsabili, il modo di estenderlo anche alle persone di una certa età e anche a quelle bisognose di assistenza.

In questo momento la struttura consta di due percorsi:

– Il PERCORSO BABY con sei stazioni e tappeti elastici, adatto per bambini dai 5 agli 8 anni, con altezza al polso di 110 cm, accompagnati all’interno da un parente.

– Il PERCORSO BAMBINI/RAGAZZI dagli 8 ai 16 anni con altezza al polso minima di 140 cm, con 11 stazioni, passaggi tirolesi, zip line, attraversamenti sospesi, seguiti dagli addetti. Ed è proprio su questo percorso che potrebbe attuarsi la nostra idea, perché con la superlativa assistenza dei ragazzi, mia moglie ed io l’abbiamo percorso sino in fondo, traendone lo stesso immediato beneficio per quel meccanismo spiegato più volte e costatato come presumevo, anche qui come in montagna.

Non occorre essere in possesso dell’attrezzatura necessaria (imbragatura e caschetto) perché essa viene fornita dalla struttura dopo aver effettuato un “briefing” informativo di una decina di minuti circa. Infine, giacché la stagione volge a termine, omettiamo volutamente prezzi e durate dei percorsi, promettendo ai lettori di dare nuovi aggiornamenti quando e se quest’idea sarà realizzabile, approfittando però comunque attraverso la redazione di ringraziare sentitamente tutto lo staff della struttura che ci ha accolto e assistito nel migliore dei modi.

A cura di Lodovico Marchisio e Roberta Maffiodo

Foto del personale di assistenza del Parco Avventura

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