15 Aprile 2025
I coniugi Marchisio sulla cima del Castel Pietra

Per Lodovico Marchisio e Roberta Maffiodo un convegno sul Parkinson a Torino, una presentazione a Giaglione e una salita documentativa al Castel Pietra.
I nostri autori, Lodovico Marchisio e Roberta Maffiodo, che seguiamo ormai da tempo per i risultati che stanno ottenendo con il loro libro Guarigioni d’amore, hanno concentrato in due giorni indimenticabili tre momenti per loro molto importanti: l’invito a partecipare come relatori al convegno sul Parkinson svoltosi a Torino nella mattinata dell’11 aprile al Teatro San Giuseppe, la sera stessa a presentare il loro libro nella sala consiliare di Giaglione in Valle di Susa, per poi concludere il loro exploit il giorno dopo con la salita alla cima del Castel Pietra. Si descrivono ora i dettagli di queste due giornate particolarmente intense.
Convegno sul Parkinson
Anzitutto si prende atto che le principali testate, in occasione della giornata mondiale del Parkinson dell’11 aprile, hanno pubblicato per intero tutti gli interventi che si sono svolti nell’importantissimo convegno di Torino, sul tema organizzato dall’Associazione Amici Parkinsoniani Piemonte ODV e dall’Associazione Italiana Parkinsoniani Sezione di Torino G. Cavallari, con il contributo della Fondazione Grimaldi Onlus e l’Azienda Ospedaliero – Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.
Nuove terapie contro la malattia
In quest’occasione, visti i presupposti sopra evidenziati, si mette in risalto l’operato di Lodovico e Roberta in una sala gremita di quasi 200 persone che ha dimostrato, oltre al grande successo dell’evento, anche l’interesse che suscita nel pubblico quest’argomento.
La montagnaterapia
Ben 14 i relatori, tutti esperti nel ramo e di un certo spessore, che hanno fornito nuove idee e terapie per curare i malati di Parkinson. Precisamente il Dr. Alberto Marchet, direttore responsabile di neurologia all’ospedale Martini di Torino e neurologo di fiducia di Marchisio nella cura del Parkinson, ha consigliato agli organizzatori il suo intervento, seguendo il suo paziente nei miracolosi progressi che fa ogni giorno con la montagnaterapia.
Quindi, con il suo intervento il Dr. Marchet ha esposto l’importanza della motivazione e dell’empowerment come stimoli molto preziosi per curare il Parkinson. L’empowerment infatti è un processo che consente ai pazienti di avere più controllo sulle decisioni e sulle azioni circa la loro salute, favorendo il passaggio da una logica sintomatologica ad una focalizzata sullo sviluppo delle proprie risorse, aiutandoli pertanto a superare i limiti posti dal problema e a recuperare le capacità nei diversi ambiti di vita.
In seguito, il Dr. Marchet ha presentato Marchisio ricordando il suo titolo di Cavaliere della Repubblica al valor civile e accompagnatore emerito del CAI, oltre che scrittore accademico del GISM. Il medesimo ha poi descritto in modo esaustivo i suoi progressi di salute dovuti ad un’attività ai limiti della sostenibilità per un malato di Parkinson; le immagini proiettate non solo hanno stupito il numeroso pubblico, ma hanno anche confermato l’efficacia di quest’attività.
Pertanto, sta attualmente curando un progetto in Valle di Susa in collaborazione con l’ideatore del programma di recupero funzionale ETP (Educational Tennis for Parkinson) Gianni Zullo e appoggiandosi a strutture esterne di Parchi Avventura, per creare ad Avigliana una palestra di presciistica provvista di un muro d’arrampicata, per poi realizzare con un personale specializzato un progetto finalizzato al sostegno dei malati di Parkinson, depressione e malattie neurovegetative a praticare lo sci alpino, il free-climbing e le vie ferrate.
L’arrampicata e la dopamina
A tale proposito Roberta Maffiodo, moglie di Marchisio, ha letto poi una proposta progettuale che termina con la teoria avallata anche dalla Dott.ssa Rossella Morra, Assessore allo Sport, alle Politiche giovanili e benessere di Avigliana che, in qualità di medico, ha seguito personalmente lo sviluppo della malattia e che sostiene: «Per Lodovico l’arrampicata e lo sci che stimolano la produzione di dopamina, favorendo la crescita del patrimonio neuronale e che rafforzano il sistema nervoso, gli consentono, come in altri sport e non solo, la conservazione delle abilità motorie e, in alcuni casi, il recupero di quelle momentaneamente perse».
Presentazione a Giaglione
I coniugi Marchisio hanno subito dopo raggiunto Giaglione, a quasi 100 km da Torino, invitati a presentare il loro libro nella Sala Consiliare, in una serata patrocinata dall’Unione Montana Valle Susa, il Comune e il Sistema Bibliotecario Valsusa. In apertura della serata il Sindaco Enzo Campo Bagatin ha dato i saluti di benvenuto, in presenza del vicesindaco Giancarlo Martina e della responsabile del sistema Bibliotecario Valsusa Simona Cicolani.
Programma consolidato
Sebbene affaticati, gli autori hanno seguito il programma standard ormai verificato e consolidato che segue questo iter: saluti del responsabile (in questo caso il Sindaco) del Comune o dell’ente che li ospita; relazione di Lodovico sul progetto ormai assodato della montagnaterapia che li anima, con il supporto di immagini girate dal figlio Walter, che confermano la veridicità e validità del loro progetto per curare il Parkinson; a seguire, le testimonianze del visivo miglioramento dello stato di salute dei medesimi; in chiusura, i canti di montagna di Roberta Maffiodo (anche corista), con letture finali di poesie del marito e del suo amico scrittore del GISM Mauro Carlesso.
Una scalata in val di Susa
Non ancora sazi di questi due importanti incontri, Lodovico e Roberta per concludere in bellezza la loro intensa attività, l’indomani (sabato 12 aprile) hanno messo in pratica quanto è ormai risaputo nella loro lotta contro il Parkinson e la depressione, salendo sulla cima del Castel Pietra (o Rocca Pietra), situata in bassa valle nei pressi di Susa al bivio per Mattie, dopo aver pernottato al termine della presentazione a Giaglione, all’Agriturismo Cré Seren.
La gentilezza del proprietario
La scelta di questa cima non è casuale, ma utile ad avvisare i lettori che la medesima è in terreno privato, dunque non più percorribile. Il sig. Luciano, proprietario della tenuta che ha compreso a fondo le motivazioni documentative e di ricerca di Lodovico e Roberta, ha aperto la struttura e consentito il parcheggio dell’auto al suo interno, da dove transita il percorso meno difficile. Ha spiegato a Lodovico e Roberta le giuste motivazioni per cui ha vietato l’accesso alla cima: a causa del terreno instabile e franoso, il passaggio alla vetta con l’anello completo dalla cava posta sul lato opposto non è più percorribile.
L’unica via accessibile per salire alla cima sarebbe quella che è stata a loro consentita (sotto la loro responsabilità) per documentarne l’effettiva pericolosità dovuta all’esposizione sul vuoto verso gli strapiombi rocciosi inaccessibili che caratterizzano questa montagna e su cui si sviluppa l’itinerario che, se fosse meno soggetto alla franosità del terreno, sarebbe l’unica via praticabile solo per escursionisti esperti ed attrezzati.
Un omaggio al signor Luciano
La stessa Roberta Maffiodo, dopo aver raggiunto la vetta, assicurata dal marito con uno spezzone di corda, ha confermato l’effettiva pericolosità del percorso effettuato. Al termine dell’escursione gli autori, in segno di gratitudine per il sig. Luciano, gli offrono una copia di Guarigioni d’Amore in omaggio.
A cura di Corrado Martinelli
Foto di Paola Tirone e Silvia Cafasso








LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *