19 Luglio 2019
Autismo: anticipare la diagnosi per aver migliorii risultati

Abbiamo incontrato Marco Rolando, neuropsichiatra infantile responsabile dell’ASLTO3 insieme alle dottoresse Marta Levi Montalcini e Martina Casabianca, sue collaboratrici. L’équipe ci ha illustrato la situazione attuale dei bambini affetti da disturbi dello spettro autistico nel territorio di competenza della nostra ASL.
La popolazione dei minori da zero a diciotto anni è costituita da circa 100.000 bambini e ragazzi; quelli affetti da Disturbi dello Spettro Autistico o “autistici” sono circa 400. Un valore in linea con le medie italiane ed europee.
Oggi non si può più parlare di malattia rara, anzi! Pare che negli ultimi anni questi bambini siano aumentati, ma Rolando chiarisce: «Il vero motivo è che adesso siamo in grado di diagnosticare il fenomeno molto prima di quanto non si facesse in passato. Quando ero ancora uno studente era la norma attendere che il bambino parlasse, se ciò non accadeva partivano i test diagnostici specifici. Attualmente si riesce ad individuare il problema molto prima, perché si è capito che anche la comunicazione non verbale può fornire molte informazioni. L’autismo è una condizione che interferisce con lo sviluppo globale della persona. Ecco perché dopo il 2004 si ha quasi un’impennata di casi, perché la diagnosi si è sì raffinata e anticipata. Questo ha portato la Regione Piemonte a riorganizzare tutti i servizi competenti e adesso ogni ASL ha il suo nucleo di specialisti che si dedicano in modo specifico a questi bambini».
Inoltre il “contenitore” degli autismi si è ampliato, raccogliendo molte più sfumature di questo disturbo che non un tempo. L’autismo è un disturbo della comunicazione che sicuramente ha una base di predisposizione biologica e questo lo si può affermare anche dalla bassa percentuale di femmine rispetto i maschi colpiti: una su quattro. Si parla di spettro perché ogni caso è a sé, ogni bambino ha il suo modo di agire e reagire con il mondo esterno. A seconda del livello intellettivo si può parlare di Autismo ad alto, medio o basso funzionamento.
«Una diagnostica precoce – conclude Rolando – è indispensabile per migliorare il funzionamento fin dall’inizio dell’infanzia e quindi ottenere maggiori risultati. Le cure sono molto importanti e richiedono il coinvolgimento della famiglia che deve impegnarsi nel mettere in pratica strategie educative alternative più efficaci per il bambino. Un tempo questi bambini sarebbero stati giudicati irrecuperabili secondo le vecchie teorie della psichiatria, mentre oggi sappiamo che è sempre possibile attuare un percorso riabilitativo incentrato sullo sviluppo delle autonomie e delle competenze e volto a far emergere i punti di forza del bambino».
Cristina Menghini
Le caratteristiche degli “autismi”
Marco Rolando: «Il DSM 5 ha abolito la diagnosi categoriale che distingueva forme di autismo diverso, per riunirle nella dicitura “autismi”, sottolineando invece la dimensione del fenomeno ovvero il diverso grado di espressione dei sintomi e quindi di gravità. Inoltre i sintomi nel DSM 5 afferiscono a due grandi aree: da un lato la comunicazione e la capacità di interazione sociale e dall’altro la presenza di interessi ristretti e comportamenti ripetitivi; viene inoltre dato spazio all’alterazione sensoriale caratterizzata da iper/iporeattività».
Si definisce DSM il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali, è un testo redatto da una commissione di esperti nominata dall’APA Associazione Americana degli Psichiatri. Elenca le definizioni dei disturbi mentali che incontrano il consenso degli psichiatri e della comunità scientifica internazionale. Per ogni disturbo, descrive i sintomi e le linee guida per formulare una corretta diagnosi.
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *