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Asl Città di Torino. Rivoluzionario intervento all’Ospedale San Giovanni Bosco

Asl Città di Torino. Rivoluzionario intervento all’Ospedale San Giovanni Bosco

A Torino un intervento combinato chirurgico-endoscopico per rimuovere una voluminosa neoplasia renale estesa fino al cuore, senza chirurgia a torace aperto.

Salvata una donna di 78 anni

Un’équipe multidisciplinare dell’Asl Città di Torino ha compiuto un intervento di portata innovativa presso l’Ospedale San Giovanni Bosco, trattando con successo una voluminosa neoplasia renale sinistra in stadio avanzato che si era estesa fino all’atrio destro di una paziente di 78 anni. L’eccezionale risultato, ottenuto lo scorso gennaio, rappresenta una speranza concreta per pazienti affetti da patologie complesse.

La paziente era giunta al Pronto Soccorso dell’ospedale Maria Vittoria a causa di difficoltà cardio-respiratorie. Durante gli accertamenti, era stata riscontrata la presenza di una grossa neoplasia renale la cui complessità chirurgica ha reso necessario il trasferimento al Reparto di Urologia dell’Ospedale San Giovanni Bosco, centro di riferimento per tali patologie.

Un approccio sinergico

Per pianificare un intervento così delicato, è stato fondamentale un approccio sinergico che ha coinvolto diverse Strutture Complesse: l’Urologia, diretta da Franco Bardari, la Chirurgia Vascolare, guidata da Diego Moniaci, la Cardiologia, sotto la responsabilità di Giacomo Boccuzzi, la Cardiochirurgia, con a capo Matteo Attisani, e l’Anestesia e Rianimazione, con l’anestesista Andrea Costa.

Una tecnica miniinvasiva

L’intervento ha visto l’esecuzione di una nefrectomia radicale, ovvero l’asportazione del rene, associata all’embolectomia cavale e all’escissione del trombo formatosi nell’atrio destro del cuore. Tradizionalmente, un’operazione di tale portata avrebbe richiesto un accesso transcardiaco con apertura del torace e l’utilizzo della circolazione extracorporea, procedure gravate da significativi rischi di complicanze cardiovascolari.

Tuttavia, l’équipe medica del San Giovanni Bosco ha adottato una strategia rivoluzionaria, evitando l’accesso transtoracico grazie all’impiego di un dispositivo endovascolare. Questa tecnica mini-invasiva ha permesso di rimuovere efficacemente il trombo dalle cavità cardiache.

Un intervento innovativo

La metodologia utilizzata rappresenta un’innovazione di rilievo nel trattamento dei trombi neoplastici a partenza renale, con pochissimi casi simili riportati nella letteratura scientifica a livello mondiale.

È importante sottolineare come il tumore del rene, statisticamente, invada la vena renale o la vena cava in circa il 10% dei casi, e solo nell’1% si estenda fino all’atrio destro, condizione associata a una mortalità intra e perioperatoria molto elevata.

Un decorso positivo

A distanza di due mesi dall’intervento, la paziente è stata rivalutata e versa in buone condizioni generali. È stata successivamente affidata alla Divisione di Oncologia, diretta da Alessandro Comandone, per le eventuali terapie oncologiche necessarie.

La soddisfazione del Direttore Generale

Il Direttore Generale dell’Asl Città di Torino, Carlo Picco, ha espresso grande soddisfazione per il risultato ottenuto:

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  • Riccardo says:

    Sono un paziente del dott Moniaci. Ma, al di là di questo, voglio esprimere tutta la mia stima e ammirazione per chi, come voi, tutti i giorni salva delle vite e dedica la propria vita all’ospedale a volte mettendo a rischio la propria tranquillità familiare e relazionale. E poi….. Guarda cosa dovete fare perché la gente possa sapere quanto è grande quello che fate. Tutto questo nonostante tutti i governi nelle finanziarie “scippino” le risorse…
    Spero per tutti noi, che voi abbiate la forza di continuare.
    Vi abbraccio fortissimo e 1.000.000di grazie!!!

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