28 Febbraio 2025
Ai Servizi Sociali delle valli ora ci pensa il C.I.S.S.!

Dal 1° gennaio 2025 il Consorzio Intercomunale Servizi Socio-Assistenziali Pinerolese estende il suo ambito fino a Prali e Sestriere; tra gli obiettivi la creazione di un Centro Famiglia nelle valli.
Dal 1° gennaio scorso i servizi socioassistenziali dell’area della val Chisone (fino a Sestriere) e Germanasca sono passati dalla gestione dell’Unione dei Comuni con sede a Perosa Argentina al Consorzio Intercomunale dei Servizi Sociali (C.I.S.S.).
Servizi omogenei per il Pinerolese
Sottolinea Agnese Boni, da poco confermata presidente del C.I.S.S.:
«Un evento a suo modo storico perché vede finalmente riuniti tutti i territori del Distretto Sanitario anche per il sociale, questo semplificherà e renderà omogenee una serie di procedure per i cittadini».
Un risultato frutto di anni di confronto
Gli sforzi per far entrare le valli nel Consorzio sono stati molti:
«A monte di questo accorpamento c’è un lavoro di anni, in particolare da dopo la pandemia, un lungo percorso di confronto e di tempo dedicato a conoscere le valli da parte mia, della direttrice del C.I.S.S. Monique Jourdan e dei responsabili delle varie aree di servizio con gli amministratori dell’Unione e con il vicesegretario Graziano Solaro».
Un lavoro però che continua:
«Intendiamo far nascere un tavolo permanente con il territorio e i suoi amministratori per condividere idee e conoscenze per affrontare nel modo più efficace i problemi; vogliamo poi dar vita a un Centro Famiglia in valle dove per ora manca e realizzare una mappa interattiva per presentare tutti i servizi e le realtà di cura della persona del Pinerolese».
Quattro aree di assistenza
La struttura del C.I.S.S. si compone di quattro aree rivolte a Persone con disabilità; Minori e famiglie; Anziani; Servizi sociali adulti, oltre all’area dell’Amministrazione finanziaria.
L’importanza della prevenzione
La direttrice Jourdan sottolinea:
«Nell’area Minori e famiglie, i cui costi per i Servizi (sia del C.I.S.S. sia per l’Unione dei Comuni) negli ultimi anni sono aumentati moltissimo, abbiamo investito parecchio sulla prevenzione, che è l’unico modo per provare a contenere le spese poiché quando dal tribunale ci arriva un provvedimento di allontanamento di un minore dal nucleo famigliare non possiamo che ottemperare a quanto disposto. La prevenzione prevede di curare la genitorialità, di raccordare il lavoro di tutti gli enti e le associazioni che si occupano di famiglie e, in particolare, con i Centri Famiglia di dare informazioni e supporto nell’espletamento delle responsabilità familiari».
Supporto a persone anziane e con demenza
Un altro ambito che, nel Pinerolese come nelle valli, è sempre più impegnativo riguarda la cura degli anziani:
«L’età media della popolazione è in costante aumento e questo ci spinge a promuovere dei progetti per l’invecchiamento attivo e di sostegno e accompagnamento per le persone non più autosufficienti (a volte con demenza) e le loro famiglie. Queste persone spesso necessitano di supporto a domicilio e aiuto anche nel disbrigo di pratiche (come ad esempio l’ISEE)».
Il dramma della povertà
Un’emergenza, purtroppo acuita dalla forte crisi economica e occupazionale del territorio (e le valli non fanno eccezione), è quella della povertà:
«I servizi sociali per gli adulti cercano di mettere in campo misure di contrasto, facendo rete con altre realtà come la Caritas e attivando tirocini rivolti a persone con determinate caratteristiche».
Trasferimenti che non arrivano
Una costante dell’attività dei servizi sociali è la penuria di risorse, che rende sempre più delicato il lavoro dell’area amministrativa. Spiega Monique Jourdan:
«i nostri uffici sono chiamati a complessi compiti di rendicontazione a Regione e Ministero, fondamentali per ricevere le risorse per i nostri progetti».
Parlando di soldi, il Consorzio deriva i suoi fondi da trasferimenti statali e regionali e dei comuni aderenti:
«A parte Pinerolo che versa 35,50 euro per abitante, la quota che ci erogano i comuni è di 29 euro pro capite a cui si aggiungono 7 euro a testa per finanziare l’inclusione scolastica».
Tasto dolente è quello dei tempi di attesa dei trasferimenti dagli enti sovracomunali, che costringe il C.I.S.S. a ricorrere spesso all’anticipazione di tesoreria. Sottolinea Agnese Boni:
«Aspettiamo ancora trasferimenti dal 2023 da Stato e Regione e l’anticipazione di cassa è arrivata fino a 500mila euro, costringendoci a pagare nel 2024 15mila euro di interessi bancari (soldi che ci sarebbe piaciuto spendere per progetti rivolti alle persone!), d’altronde non possiamo interrompere i servizi e chi lavora va pagato in modo puntuale e giusto».
GR
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