11 Luglio 2018
ADMO: un impegno che vale una vita

L’Admo (Associazione donatori midollo osseo) onlus è nota a livello internazionale. Ma troppo spesso dimentichiamo gli eroi della porta accanto, le umili ma coraggiose origini di un’iniziativa che merita ammirazione e riconoscenza.
Da una tragedia, la famiglia Bella e Corrà di Villar Perosa ha saputo trarre la forza per fondare una realtà che garantisce guarigione al 6070% dei malati che attualmente ricorrono al trapianto di midollo osseo. La percentuale aumenta quando si curano i bambini. Anche chi soffre di anemia mediterranea può guarire grazie al trapianto midollare.
Mario Bella, presidente onorario di Admo Piemonte, che ha sede a Villar Perosa presso Casa Marisa, è un ottantenne d’assalto: capace di garbata ironia e tenera emotività, sa esprimersi in maniera diretta, chiara e fluente, sorretto dai suoi ricordi, animato da mille progetti.
Tutti i pomeriggi compare puntuale dietro la sua scrivania.
«Ho sempre amato Villar Perosa – afferma con entusiasmo – ero uno dei giovanissimi che conoscevano ogni episodio, ogni anfratto del posto, andavo a giocare ovunque con i miei amici e vedevo tante cose. Più avanti, ho conciliato l’attaccamento per questa terra con la missione Admo. È iniziato tutto con la malattia di mio figlio, Rossano. Era un ragazzo splendido: lavorava alla Riv e studiava contemporaneamente per specializzarsi nel settore dell’informatica. Gli piacevano la musica, l’inglese e le attività all’aria aperta.
Lui e la sua fidanzata, Maria, intendevano sposarsi quando, in seguito a un lieve incidente, i medici gli riscontrarono la leucemia mieloide acuta. Era il 1989. Non si parlava ancora di trapianto in Italia. Ci trovammo in balia di una tempesta, che coinvolgeva Rossano in preda a forti sofferenze; mia moglie Marisa Corrà e me, nostra figlia Cristina e tutti coloro che ci volevano bene. Cominciammo a studiare i meccanismi della leucemia sperando di scovare qualche soluzione».
Rossano fu spesso ricoverato alle Molinette di Torino, curato con molte trasfusioni, con tre cicli di chemioterapia e con l’autotrapianto. Sembrò che guarisse. Poi la malattia ebbe la meglio. «Avevamo inviato parte delle nostre risorse in Inghilterra per reperire un donatore – riprende Mario -. Ne furono individuati cinque. Ma prima che venissero tipizzati per stabilire quale fosse il più compatibile, mio figlio era spirato a soli vent’anni, dopo diciannove mesi trascorsi tra lacrime e speranze. Avevamo contattato anche gli specialisti americani di Seattle, tramite la famiglia Agnelli, che intendeva sostenere qualsiasi costo. Ma per Rossano era tardi.
Mia nipote Raffaella Brunel, ora pilastro portante dell’Admo, ci consegnò l’ultima lettera di mio figlio, il suo testamento: Rossano ci chiedeva di adoperarci al massimo perché tragedie come la sua non avvenissero più».
L’Admo mosse così i primi passi. Rossano è morto il 9 ottobre 1989. L’otto giugno 1990 fu fondata l’associazione, che allora si chiamava Apdmo (Associazione potenziali donatori midollo osseo). «Abbiamo investito i risparmi di mio figlio, la sua liquidazione e una donazione Riv. La famiglia Agnelli ci ha sempre sostenuto concretamente».
Attualmente esistono varie sedi efficienti sparse in tutta Italia, banche dati funzionali e buone informazioni. Ma gli inizi furono impegnativi. «Ci fu accanto l’avv. Dario Storero, allora nostro sindaco, che troppo presto ci lasciò. Fu socio fondatore e si adoperò per stilare lo statuto, insieme al prof. Curtoni, specializzato in immunogenetica. In quell’epoca la mia parlantina non era ancora così sciolta, e in tante occasioni era Dario a parlare per rappresentarci.
Col tempo, mi sono perfezionato partecipando ad eventi, trasmissioni televisive, manifestazioni pubbliche per sensibilizzare l’opinione pubblica. Abbiamo coinvolto personaggi sportivi, artisti, attori».
Per Mario e per la sua famiglia l’amore per Villar Perosa e la missione Admo viaggiano di pari passo.
«Ogni volta che restauravo un pilone, un crocifisso, una fontana coinvolgevo amici, parenti, simpatizzanti e, durante simpatiche domeniche fitte di lavoro e di festeggiamenti comuni, si raccoglievano i fondi per l’Admo. Prima di diventare un apprezzato capo squadra Riv, sono stato muratore e stuccatore: una spiccata manualità e tanta buona volontà mi hanno permesso di valorizzare, con il supporto di amici motivati, località tipiche, ricche di poesia, che rischiavano di cadere nella trascuratezza, coinvolgendo contemporaneamente la popolazione sia nei lavori pratici per testimoniare amore al territorio che nel discorso della donazione del midollo.
Abbiamo restaurato l’ex miniera di grafite Santa Barbara della Miandassa.
La Miandassa è la mia borgata, l’unica con bei prati che permettono ai bambini di giocare al pallone. Abbiamo ridato nuova vita alla fontana di Sagna la Fèja, chiamata così perché il predatore era solito insidiare le greggi quando venivano a dissetarsi.
Abbiamo restituito allo splendore originale il pilone dedicato a San Chiaffredo, San Pietro, San Grato e la Sacra Famiglia. Restaurato con cemento italiano».
Mario è orgoglioso della sua identità: «Sono un papà, un nonno, un cattolico e un italiano innamorato della sua terra. Ai miei nipoti, come ho fatto con i miei figli, cerco di trasmettere i principi in cui credo: la fede cattolica, la recita abituale del rosario; l’amore per il prossimo; il rispetto per la natura.
Mia moglie Marisa e Rossano mi hanno preceduto in Paradiso. Ma sono avvolto dall’affetto di Cristina e dei suoi cari; dall’abbraccio quotidiano della grande famiglia Admo; sono confortato dal lavoro che scandisce le mie giornate facendomi sentire utile».
Edi Morini
Ci vuole midollo!
«Ci adoperiamo per il reperimento di donatori di cellule del midollo osseo. Facciamo informazione ovunque, nelle scuole elementari come all’Università e reclutiamo, prenotiamo i potenziali donatori presso gli ospedali. Più gente si iscrive al registro nazionale italiano dei donatori di midollo osseo, in solidarietà con i sofferenti oncoematologici, più aumentano le probabilità di salvezza. Sosteniamo il servizio sanitario nazionale erogando borse di studio per i master in immunogenetica e biologia dei trapianti per ampliare le capacità dei tecnici di laboratorio. Regaliamo tamponi buccali per la tipizzazione.-
Presso Casa Marisa, sede di Admo Piemonte onlus, è possibile soggiornare in alloggi confortevoli se dovete assistere un ricoverato in zona. Se intendete festeggiare un matrimonio, un battesimo, una cresima o una laurea con un atto solidale, le ragazze dell’Admo vi prepareranno delle magnifiche bomboniere».
È tempo di cinque per mille: chiunque può devolvere gratuitamente all’Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo) questa solidarietà pratica. Il codice fiscale è 97102080153.
Per informazioni e adesione la sede di Admo Piemonte è in Viale Agnelli 23 a Villar Perosa (To). Tel. 0121 315666. Email: admopiemonte@admo.it.
Aperto nei giorni feriali dalle 9 alle 17.
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