L’appello per il No al prossimo referendum istituzionale “ha registrato un crescendo di consensi e di adesioni e, soprattutto, ha rilanciato le ragioni politiche e culturali del cattolicesimo democratico e popolare attorno ad un tema decisivo come la qualità e il futuro della nostra democrazia”, scrivono in un comunicato stampa Giampiero Leo, Giorgio Merlo e Alessandro Risso. Alle ragioni del No a cui hanno aderito i popolari torinesi e piemontesi, sono vicini anche “settori culturali affini”: dai “liberali ad una significativa area della sinistra democratica, dalla esperienza delle sardine ad esponenti politici e culturali dell’area laica torinese”.
- Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato
- Giampiero Leo
- Alessandro Risso dei Popolari
A guidare la scelta per il No dei Cattolici democratici e popolari “sono proprio le ragioni politiche, culturali e costituzionali del cattolicesimo popolare che in questa circostanza sono state progressivamente valorizzate e condivise. Senza alcuna rivendicazione corporativa o di nicchia, c’è stato un sussulto di dignità di quest’area che si è riscontrato a livello nazionale ma anche, e soprattutto, a livello torinese e piemontese”. Difesa della Costituzione, centralità del Parlamento, un serio equilibrio dei poteri dello Stato, valorizzazione del ruolo e delle funzioni delle Assemblee elettive i temi su cui hanno trovato convergenza diverse sensibilità politiche cattoliche e non. “Il dibattito pubblico emerso dai quesiti referendari – richiamano i tre firmatari del comunicato – ha innescato un confronto dove sono emerse concezioni diverse, se non alternative, di come si può e si deve declinare la democrazia nella società contemporanea. E dove i cattolici democratici e popolari hanno fatto emergere, ancora una volta, la loro specificità politica e culturale”.