4 Maggio 2024
Pedofilia e pedopornografia. Don Fortunato Di Noto: non possiamo abbassare la guardia!

Il 5 maggio si celebra la “Giornata dei Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza, contro la pedofilia” (GBV). Per capire meglio questo terribile fenomeno sempre più diffuso abbiamo intervistato don Fortunato Di Noto, sacerdote della diocesi di Noto (SR) e fondatore dell’associazione Meter, che da 28 anni opera sul fronte della difesa dei minori.
Quando e come è nato il suo impegno per i bambini vittime di pedofilia e pedopornografia?
Fin da adolescente ho avuto una particolare sensibilità e, come mi disse il mio padre spirituale, “una vocazione nella vocazione”, una diaconia per l’infanzia. Definizione e identificazione a me molto cara che con il dono del sacerdozio a servizio del popolo – del piccolo popolo di Dio: i suoi prediletti – ha assunto un particolare significato che ovviamente non esclude nessun altro servizio per la missione per e nella Comunità ecclesiale e sociale.
Negli anni ’90, da giovane diacono, avevo accolto e ascoltato alcune piccole vittime, poi ebbi il dono di “vedere, guardare” le prime immagini pedopornografiche e quei bambini mi chiesero di prendermene cura, di occuparmi di loro.
Come è cambiato in questi anni lo scenario italiano e internazionale su questo fronte? È in aumento?
Gli abusi sui minori sono un’aberrazione della perversione umana che riducono a oggetto sessuale i bambini. Il Report Meter 2023 (lo pubblichiamo ogni anno) è la dimostrazione che la pedofilia e pedo pornografia e gli abusi sui minori sono un fenomeno permanente, costante e diffuso, ed è uno dei delitti più efferati a danno dei minori. Basti pensare (dai dati della Polizia Postale 2022) che ogni anno in Italia si registrano circa 6/7000 vittime di abuso sui minori; circa la pedopornografia nel 2022 sono state 1.466 le persone indagate, 460 casi di adescamento; 2622 i siti inseriti nella blak list della Polizia Postale Italiana.
Meter solo nel 2023 ha inoltrato 1.100 protocolli alle Polizie; 5745 i link segnalati; 85 i link scoperti nel deep web; oltre 2 milioni 110 mila le foto denunciate e 651.527 i video; 1260 i mega archivi denunciati e 237 le chat e i social. I grafici della geolocalizzazione dei server evidenziano che America (3.849 link) ed Europa (699 link) sono la culla della maggior parte delle aziende che gestiscono i server che permettono il funzionamento di molti siti o piattaforme in cui si divulga materiale pedopornografico. Riguardo all’età delle vittime di abusi, da qualche anno Meter registra il fenomeno dell’infantofilia (fascia 0/2 anni), cioè l’attrazione di adulti per i neonati. Crudeli aguzzini si accaniscono su bambini piccolissimi. Spesso proprio gli adulti che dovrebbero accudirli diventano i loro abusatori, e frequentemente sono i familiari più prossimi, anche i genitori. La fascia 8/12 anni con 1.649.946 foto individuate rimane quella più richiesta dai pedopornografi.
Lei come si spiega questo sconcertante e avvilente fenomeno?
Una risposta non può esaurire una così ampia gamma di efferati delitti, come anche la profonda realtà di peccato, per chi è credente. L’uomo può scegliere di disumanizzare la sua stessa umanità, la bellezza dell’essere “creatura ad immagine e somiglianza di Dio”, cioè chiamata ad amare e vivere nell’Amore. Non è romanticismo, è una via che ci permetterebbe di rispettare, così come avviene in natura, i piccoli, accudirli e educarli al rispetto (perché rispettati), educarli a pensare che l’altro è mio fratello, educarli a decidere di non compiere nessun male. Basti pensare alla sesta opera di misericordia corporale “coprire gli ignudi”, che non è relegata solo a offrire un vestito a chi non ce l’ha, ma a far sì che la nudità sia coperta di dignità.
Chi sono gli abusatori e chi i consumatori di materiale pedopornografico?
Contrariamente al mondo animale, l’essere umano sa essere perverso. Il pedofilo gode nel vedere un soggetto/bambino ridotto ad oggetto. Il pedofilo prova attrazione per i bambini prepuberi (da zero a 12/13 anni massimo). Nell’immaginario collettivo si pensa che il pedofilo sia un mostro, un individuo riconoscibile tra tanti; in realtà è solitamente una persona comune, curata esteticamente e spesso con una buona posizione sociale, insospettabile e di solito molto vicina al bambino; può oscillare dalla figura del padre, della madre, a quella dello zio, del nonno, del vicino di casa, un educatore, un sacerdote, un insegnante, un medico, un allenatore o comunque un soggetto che ha conquistato la fiducia del bambino. Qualcuno che gli sta accanto e crea una “relazione”, un riempimento manipolatorio del suo vuoto affettivo. Per fortuna non tutti siamo con questa “lucida perversione”.
Le istituzioni pubbliche sostengono l’impegno dell’Associazione Meter? In che modo?
Meter (www.associaaionemeter.org) è una realtà associativa che da sempre ha creato ponti con le istituzioni sociali, civile e d ecclesiali. È stata anche antesignana quando c’era un vuoto o/e una disattenzione al fenomeno. Diverse collaborazioni, nel rispetto reciproco, sono state sempre attuate. Basti pensare al protocollo (già dal 2008 e rinnovato nel 2023) con la Polizia Postale Italiana e i vari contributi con il Servizio Nazionale Tutela Minori della Cei, sia nazionale che diocesani. Oltre che con le Università e gli Istituti scolastici per la formazione, prevenzione e informazione.
Quali segnali indicano a un genitore o a un educatore che un bambino o una bambina potrebbero essere vittime di abusi?
Non possiamo, per onestà scientifica, proporre un elenco di indicatori, creeremmo solo allarme e confusione. Magari dopo una serie di Corsi di formazione, che Meter compie e realizza nel territorio, potremmo creare le alleanze educative e di vigilanza alla luce dell’assioma che ripeto spesso: la regola salva la vita.
Come intervenire?
Stiamo vigili. Oggi abbiamo tanti bambini orfani con genitori vivi. Stiamo vivendo una “catastrofe educativa”, ma non possiamo soccombere, né tanto meno non essere protagonisti per non cancellare l’eredità educativa, la bellezza della vita, la gioia di vivere, l’unica e irripetibile esistenza, in sicurezza e felicità.
Che cosa fa e che cosa può fare la Chiesa (e per chiesa intendo oratori, parrocchie, scuole cattoliche) per prevenire e contrastare questo fenomeno?
La Chiesa è Madre e come tale deve proteggere, accudire, sostenere, educare, evangelizzare i piccoli. Le parrocchie devono diventare sempre più una “casa sicura e protetta”. I pastori essere uomini autentici e responsabili. Le famiglie sempre dentro un percorso educativo: mai senza le famiglie nell’educazione alla fede e alla vita dei piccoli, prediletti del Signore. Formarsi, senza allarmismi. È possibile, credetemi!
Patrizio Righero

La Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento, della indifferenza contro la pedofilia e la pedopornografia
«La GBV è nata nel 1996, su richiesta delle famiglie e dei gruppi di bambini della Parrocchia Madonna del Carmine di Avola (SR) e dell’Associazione Meter, a seguito del tentato omicidio nei confronti di una bambina di 11 anni, dei racconti di alcuni episodi di abuso e del suicidio di un ragazzo di 14 anni. In quella circostanza fu denominata Giornata dei Fiori Recisi (1995), ma già dall’anno successivo assunse la denominazione attuale. È stata la prima in Italia e in Europa che si è interessata della lotta alla pedofilia e pedopornografia. Sono già passati 28 anni dalla sua istituzione, aprendo nuove piste e offrendo momenti importanti di riflessione, preghiera, impegno.
Consultare il libro per il 25° anno della sua istituzione è veramente un prezioso dono: messaggi dei Presidenti della Repubblica, dei Sommi Pontefici, di centinaia di Vescovi. Parrocchie, milioni di persone che con la Preghiera durante le SS. Messe hanno pregato in Italia e all’estero. È stato, in questi ventotto anni, un cammino irto, difficile, ma possibile. Poi a seguire solo in anni più recenti si sono aggiunte altre Giornate, ma è giusto e doveroso dire che la GBV di Meter è stata la primogenitura».
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