27 Marzo 2019
Mauro Goia & Mega Sihombing, dal Duomo di Pinerolo alle cattedrali delle Filippine

Mauro Goia & Mega Sihombing sono una coppia nella vita e nella musica. Si sono conosciuti 15 anni fa a Surabaya in Indonesia durante un tour musicale.
«Occorreva una cantante locale con cui preparare diversi concerti – spiega Mauro -, all’inizio gli organizzatori mi avevano proposto una cantante diversa per ogni città del tour, io ho chiesto di optare per una sola scelta per motivi di preparazione e di ottimizzazione dei tempi. E così si è presentata questa “Mega singer” (all’inizio non sapevo che “Mega” fosse il suo nome, pensavo gli organizzatori avessero usato un bell’aggettivo per descrivere la cantante con la quale avrei lavorato). Quindi mi aspettavo una vera e propria “Mega singer”, magari alta, vestita all’ultima moda … Mega (in realtà di statura piccola) si è presentata la prima volta con i capelli sugli occhi, con gli occhiali da sole enormi e con una voce flebile… ma piano piano abbiamo iniziato a condividere sogni e passioni, ci siamo innamorati e alla fine ci siamo sposati nel 2011 in Indonesia e nel 2012 in Italia (per ragioni burocratiche di registrazione del matrimonio). Oggi posso dire che quella “Mega singer” era davvero “Mega” nella voce e nella personalità!»
Il duo si è battezzato “MegaMauro”. «È l’unione dei nostri due nomi Mega e Mauro (non voglio si pensi che io voglia fare il “megalomane”!), in Indonesia ci ha portato fortuna e abbiamo deciso di continuare a chiamarci artisticamente MegaMauro.
Tra l’altro in Indonesia siamo piuttosto conosciuti dopo aver partecipato al contest televisivo nazionale “Rising Star” (simile ai nostri XFactor o The voice of Italy) che ci ha portato in TV per parecchi mesi e dato notorietà.
Oggi viviamo di musica – a volte un po’ a fatica – tra concerti, tour musicali, insegnamento e attività didattiche in scuole e università».
Quale è il vostro impegno a Pinerolo?
In questo momento ci occupiamo della corale del Duomo di Pinerolo, io sono un Maestro di Coro e un pianista (laureato al Conservatorio di Torino) mentre Mega mi aiuta con la preparazione delle voci femminili della corale.
Cerchiamo di trasmettere la gioia di cantare unita ad una preparazione seria e un’attenzione particolare alla dinamica vocale.
Siamo felici del clima di amicizia e stima che si è creato all’interno del gruppo del Duomo, le porte sono sempre aperte … se qualcuno volesse farsi avanti …
Come è nata l’ideaopportunità di un tour nelle Filippine?
Nel mio lavoro collaboro con ditte produttrici di strumenti musicali digitali di tutto il mondo. Il tour nelle Filippine nasce con lo scopo di presentare un nuovo organo a canne digitale (che tra l’altro il nostro Vescovo ha voluto anche per il nostro Duomo!) di dimensioni ridotte (assomiglia ad una tastiera portatile) ma con una potenzialità incredibile. È prodotto da una ditta Italiana (la Dexibell) e io sono responsabile artistico della promozione in tutto il mondo. Le Filippine sono un paese principalmente cristiano-cattolico, il distributore locale ha visto i nostri concerti sul nostro sito e ha pensato di organizzare un tour musicale toccando le cattedrali e le diocesi più importanti.
Quali città avete toccato?
Il 23 febbraio c’è stato il concerto d’apertura a Las Pinas in occasione del Bamboo Organ Festival, quindi il 24 la messa cantata nella cattedrale di Las Pinas. E poi ci siamo esibiti ancora nella cattedrale di Davao, in quella di Kidapawan City. A Dipolog abbiamo proposto un concerto all’aperto nella diocesi di Dipolog. Il tour si è concluso con due concerti: l’8 marzo nella cattedrale di Balayan e il 9 marzo un concerto in onore di Padre Pio nel Santuario di Batangas.
Quale repertorio avere proposto?
I concerti (della durata di due ore circa) hanno visto l’alternarsi di diversi generi musicali, principalmente brani classici e religiosi con digressioni negli spiritual, nel repertorio operistico e nella musica etnica. Tutte le canzoni sono state arrangiate da noi ed eseguite dal vivo utilizzando gli strumenti della ditta Dexibell, un organo digitale (Classico L3) e un pianoforte digitale (VIVO S9). Abbiamo anche proposto alcuni brani composti da noi, sia nel campo religioso che come omaggio alla musica etnica.
Tra le canzoni più applaudite “Amazing Grace”, “Jerusalem”, “Joyful joyful”, “Oh happy day” e naturalmente un paio di brani Filippini che abbiamo tradotto anche in italiano.
Tra i brani Italiani che hanno “spopolato” posto d’onore per l’aria del “Va pensiero” (dal Nabucco di G.Verdi).
Quale è stata la risposta del pubblico?
Siamo felici e orgogliosi di poter dire che il pubblico è stato fantastico! Innanzitutto numerosissimo: ogni concerto ha registrato il “pienone” con centinaia di persone tra giovani e meno giovani. Il carattere delle persone Filippine è gioviale e incline al divertimento: in ogni concerto abbiamo sempre trovato un pubblico caldo che partecipava attivamente seguendo il ritmo e battendo le mani o applaudendo a scena aperta e cantando insieme a noi.
Abbiamo anche collaborato con alcuni cori locali, addirittura abbiamo preparato l’Halleluyah di Haendel con il coro della Cattedrale di Dipolog, era la prima volta che veniva eseguito il celeberrimo brano accompagnato solamente da un organo digitale!
Altra collaborazione a Balayan con un coro di ragazzi con i quali abbiamo eseguito l’Alleluia celtico che spesso cantiamo anche al Duomo.
Come sono le comunità cristiane filippine che avete incontrato?
Siamo stati fortunati ad avere avuto la possibilità di conoscere e di parlare con vescovi e sacerdoti locali. Piccola curiosità: ci ha colpito quando, arrivati al porto di Dipolog, il vescovo locale si è presentato in “infradito” e t-shirt! In effetti il clima è caldissimo (tutti i giorni avevamo 32-33 gradi!).
Le Filippine vivono il cristianesimo in modo partecipato, sentito e vivo: si respira il fervore della fede e si percepisce la gioia di essere cristiani. La maggior parte delle città è ancora caratterizzata da forti contrasti tra gente ricca e povera, ci sono comunque tanti donatori che aiutano le chiese locali sovvenzionando lavori, ristrutturazioni e manutenzioni.
In conclusione possiamo davvero dire che il tour nelle Filippine è stato arricchente dal punto di vista della fede, della musica, della professione e delle relazioni con la gente locale: noi abbiamo cercato di comunicare la nostra passione, proponendo i nostri arrangiamenti e il nostro modo di vedere la musica come ponte tra noi e Dio. Il pubblico ci ha ripagati con il suo entusiasmo, il suo apprezzamento e con la gioia di sentirsi tutti uniti e felici di fare parte della grande Famiglia Cristiana!
Patrizio Righero
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