1 Marzo 2018
La riflessione di AC. Votare per una “buona democrazia”

Le prossime elezioni sono un appuntamento che sollecita la nostra responsabilità di cittadini.
Alla luce di quanto avvenuto negli ultimi mesi e anni la Delegazione Regionale di Azione Cattolica nelle settimane scorse, in un documento ora disponibile sul sito regionale www.acpiemonte-aosta.it, ha individuato alcuni criteri che possano aiutarci a operare scelte consapevoli e coerenti con il Vangelo e per rispondere con onestà, coraggio e realismo alle sfide del nostro tempo.
Le scelte politiche – in quest’ottica più volte richiamata dal Concilio e dal magistero della Chiesa – assumono un significato morale e spirituale: sull’esempio di Gesù, il cristiano è chiamato a incarnarsi nella storia e a orientarla verso Dio.
Il giudizio politico che dobbiamo formarci non può basarsi su questioni marginali o manipolate, ma deve nascere anzitutto da uno sguardo onesto sulla realtà. Accanto a spunti di speranza e maturazione, di costruzione e innovazione, vi sono legittimi motivi di delusione, rabbia, insicurezza, paura. Ma la propaganda che fa leva su tali motivi – si osserva – non aiuta a comprendere né tantomeno a risolvere gli effettivi problemi posti dalla mancanza di lavoro, dall’integrazione sociale e dalle migrazioni, dalla presenza di mafie, da forme di violenza e di corruzione che lacerano il tessuto sociale, dall’approfondirsi delle diseguaglianze e dalle nuove forme di povertà, dalle carenze del sistema educativo e informativo.
La politica infatti non va intesa come risposta immediata a bisogni individuali, ma come progetto di società, come metodo per costruire una convivenza sociale più rispettosa delle persone, con particolare riguardo per le persone più povere e meno garantite.
Per questo Paolo VI, riprendendo una affermazione di Pio XI, indicava la politica come «la forma più alta della carità», mentre Papa Francesco nella Laudato si’ ricorda che: «La grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine» (LS, n.178).
Questo sollecita ad esercitare la nostra coscienza critica e a operare affinché anche il voto sia un modo con cui “dare speranza” al nostro paese: recuperando la memoria storica del nostro passato, esercitando la nostra responsabilità di cittadini, valutando attentamente i programmi ed i candidati.
In particolare il documento dell’associazione sollecita un discernimento su alcuni temi di rilievo per il futuro del nostro paese, sui quali valutare le proposte delle diverse forze politiche:
• la questione del lavoro, quale elemento centrale della vita delle persone e valore prioritario nell’organizzazione sociale e nella politica economica;
• la cura verso la famiglia, con politiche che sostengano la sua formazione, la casa, la natalità e la cura dei figli, l’assistenza agli anziani, anche per le loro future ricadute sociali ed economiche;
• l’impegno dell’ educazione, che riguarda istituzioni decisive come la scuola ed il sistema di formazione professionale e culturale per i giovani, ma anche per gli adulti e gli anziani;
• il necessario processo di integrazione degli immigrati, per costruire una società che – nel pluralismo di culture e religioni – trovi una base comune e condivisa nei principi della Costituzione;
• l’impegno per la legalità, la lotta alle organizzazioni mafiose e alle diverse forme di corruzione;
• l’impegno per la pace a livello internazionale, per la soluzione dei conflitti e lo sviluppo della collaborazione internazionale;
• il valore dei beni essenziali, quali l’acqua e l’aria, che sollecitano politiche di gestione delle risorse che salvaguardino l’ambiente e la salute umana, in collaborazione con gli altri stati.
Come indicato da Francesco nella Laudato si’ occorre infatti un approccio globale che colleghi la questione ambientale a quella sociale, il rispetto della natura ad un più equo accesso alle risorse, la lotta alla povertà ad una maggior giustizia sociale e internazionale, l’impegno per la sicurezza a quello per la pace, l’accoglienza di quanti fuggono da guerra e fame al governo dei flussi migratori, le realtà locali alle dinamiche generali e quindi agli organismi internazionali.
UNA QUESTIONE DECISIVA: LA COSTRUZIONE DELL’EUROPA
L’attuazione dei contenuti sopra indicati dipende infatti non solo da scelte interne, ma anche dalla politica internazionale e della capacità dell’Italia di collaborare e integrarsi con gli altri paesi. Per questo, occorre recuperare questa visione più ampia del mondo e di noi stessi: abbiamo bisogno di una riforma delle istituzioni europee che dia un nuovo slancio all’integrazione, sulla base dei valori fondamentali della costruzione europea: sono infatti la ricchezza delle differenze, la solidarietà e la cooperazione a produrre benessere spirituale, sociale ed economico. Una linea che in questi 60 anni ha portato pace e benefici, non solo all’Europa ma al mondo intero, grazie alle scelte lungimiranti dei suoi padri fondatori (tratte, per molti di loro, dall’esperienza ebraico-cristiana).
Da ultimo l’associazione guarda perciò con preoccupazione al risorgere dei nazionalismi e «dell’illusione di trovare risposte ai nostri problemi nell’idea di una comunità chiusa, isolata» concludendo: «L’alternativa alla “cattiva democrazia” è, infatti, la costruzione di una “buona
Democrazia” e di rinnovati strumenti per la partecipazione sociale dei cittadini (partiti, sindacati, associazioni)».
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