Le prossime elezioni sono un appuntamento che sollecita la nostra responsabilità di cittadini.
Alla luce di quanto avvenuto negli ultimi mesi e anni la Delegazione Regionale di Azione Cattolica nelle settimane scorse, in un documento ora disponibile sul sito regionale www.acpiemonte-aosta.it, ha individuato alcuni criteri che possano aiutarci a operare scelte consapevoli e coerenti con il Vangelo e per rispondere con onestà, coraggio e realismo alle sfide del nostro tempo.
Le scelte politiche – in quest’ottica più volte richiamata dal Concilio e dal magistero della Chiesa – assumono un significato morale e spirituale: sull’esempio di Gesù, il cristiano è chiamato a incarnarsi nella storia e a orientarla verso Dio.
Il giudizio politico che dobbiamo formarci non può basarsi su questioni marginali o manipolate, ma deve nascere anzitutto da uno sguardo onesto sulla realtà. Accanto a spunti di speranza e maturazione, di costruzione e innovazione, vi sono legittimi motivi di delusione, rabbia, insicurezza, paura. Ma la propaganda che fa leva su tali motivi – si osserva – non aiuta a comprendere né tantomeno a risolvere gli effettivi problemi posti dalla mancanza di lavoro, dall’integrazione sociale e dalle migrazioni, dalla presenza di mafie, da forme di violenza e di corruzione che lacerano il tessuto sociale, dall’approfondirsi delle diseguaglianze e dalle nuove forme di povertà, dalle carenze del sistema educativo e informativo.
La politica infatti non va intesa come risposta immediata a bisogni individuali, ma come progetto di società, come metodo per costruire una convivenza sociale più rispettosa delle persone, con particolare riguardo per le persone più povere e meno garantite.
Per questo Paolo VI, riprendendo una affermazione di Pio XI, indicava la politica come «la forma più alta della carità», mentre Papa Francesco nella Laudato si’ ricorda che: «La grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine» (LS, n.178).
Questo sollecita ad esercitare la nostra coscienza critica e a operare affinché anche il voto sia un modo con cui “dare speranza” al nostro paese: recuperando la memoria storica del nostro passato, esercitando la nostra responsabilità di cittadini, valutando attentamente i programmi ed i candidati.
In particolare il documento dell’associazione sollecita un discernimento su alcuni temi di rilievo per il futuro del nostro paese, sui quali valutare le proposte delle diverse forze politiche:
• la questione del lavoro, quale elemento centrale della vita delle persone e valore prioritario nell’organizzazione sociale e nella politica economica;
• la cura verso la famiglia, con politiche che sostengano la sua formazione, la casa, la natalità e la cura dei figli, l’assistenza agli anziani, anche per le loro future ricadute sociali ed economiche;
• l’impegno dell’ educazione, che riguarda istituzioni decisive come la scuola ed il sistema di formazione professionale e culturale per i giovani, ma anche per gli adulti e gli anziani;
• il necessario processo di integrazione degli immigrati, per costruire una società che – nel pluralismo di culture e religioni – trovi una base comune e condivisa nei principi della Costituzione;
• l’impegno per la legalità, la lotta alle organizzazioni mafiose e alle diverse forme di corruzione;
• l’impegno per la pace a livello internazionale, per la soluzione dei conflitti e lo sviluppo della collaborazione internazionale;
• il valore dei beni essenziali, quali l’acqua e l’aria, che sollecitano politiche di gestione delle risorse che salvaguardino l’ambiente e la salute umana, in collaborazione con gli altri stati.

Come indicato da Francesco nella Laudato si’ occorre infatti un approccio globale che colleghi la questione ambientale a quella sociale, il rispetto della natura ad un più equo accesso alle risorse, la lotta alla povertà ad una maggior giustizia sociale e internazionale, l’impegno per la sicurezza a quello per la pace, l’accoglienza di quanti fuggono da guerra e fame al governo dei flussi migratori, le realtà locali alle dinamiche generali e quindi agli organismi internazionali.

UNA QUESTIONE DECISIVA: LA COSTRUZIONE DELL’EUROPA
L’attuazione dei contenuti sopra indicati dipende infatti non solo da scelte interne, ma anche dalla politica internazionale e della capacità dell’Italia di collaborare e integrarsi con gli altri paesi. Per questo, occorre recuperare questa visione più ampia del mondo e di noi stessi: abbiamo bisogno di una riforma delle istituzioni europee che dia un nuovo slancio all’integrazione, sulla base dei valori fondamentali della costruzione europea: sono infatti la ricchezza delle differenze, la solidarietà e la cooperazione a produrre benessere spirituale, sociale ed economico. Una linea che in questi 60 anni ha portato pace e benefici, non solo all’Europa ma al mondo intero, grazie alle scelte lungimiranti dei suoi padri fondatori (tratte, per molti di loro, dall’esperienza ebraico-cristiana).

Da ultimo l’associazione guarda perciò con preoccupazione al risorgere dei nazionalismi e «dell’illusione di trovare risposte ai nostri problemi nell’idea di una comunità chiusa, isolata» concludendo: «L’alternativa alla “cattiva democrazia” è, infatti, la costruzione di una “buona
Democrazia” e di rinnovati strumenti per la partecipazione sociale dei cittadini (partiti, sindacati, associazioni)».