Fino al 25 novembre i vescovi italiani sono a Roma per la 75ª Assemblea Straordinaria della CEI: sinodo, pandemia, ambiente e lavoro al centro delle discussioni.

Foto Siciliani-Gennari/Sir

Le divisioni portate dalla pandemia

«Di fronte all’aumento dei contagi anche in Italia serve un surplus di responsabilità da parte di tutti» per dire «No a divisione in fronti contrapposti», vaccinati e «no vax». Lo afferma con forte convinzione il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza episcopale italiana, nell’introduzione alla 75ª assemblea generale straordinaria (Roma, 22-25 novembre) aperta da un incontro riservato tra Papa Francesco e i vescovi italiani.

Attenzione particolare ai bambini e agli anziani

«Sulla pandemia le notizie dai Paesi vicini sono tutt’altro che confortanti. È necessario uno sforzo ulteriore che ci aiuterà a superare il secondo inverno difficile» dice Bassetti. Le continue manifestazioni di protesta degli oppositori dei vaccini e «la divisione in fronti contrapposti indebolisce la tenuta della società e il cordone sanitario che ci ha permesso di salvaguardare i più fragili e di contenere il numero delle vittime». Esemplifica: «Guardiamo ai più piccoli che non possono godere della socialità a scuola o della libertà nel gioco comunitario; pensiamo agli anziani, spesso costretti a un maggiore isolamento e alla piaga della solitudine; siamo vicini a chi provvede con fatica al sostentamento della propria famiglia». Sono anche le insistenti preoccupazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «cui va la nostra gratitudine per il servizio reso al Paese in questi sette anni».

Dare spazio ai lontani dalla Chiesa

Nel «Cammino sinodale» deve esserci spazio anche per «i lontani». Il Sinodo è un altro grande tema. Francesco esorta i vescovi ad avvalersi «degli organismi di partecipazione, senza escludere ogni altra modalità opportuna». Questo – commenta Bassetti – «è lo spazio della nostra creatività pastorale: l’ascolto dovrà riguardare quanti possono contribuire all’edificazione di una Chiesa più trasparente» e ogni vescovo «ha facoltà di elaborare forme, appuntamenti, contesti, organismi per rendere questa fase di ascolto più vitale e proficua». La fase dell’ascolto riguarda i laici, i presbiteri e chi vive l’esperienza dei movimenti e associazioni ecclesiali. Ma c’è uno spazio più ampio che va esplorato e valorizzato: «Ognuno conosce persone che, pur non essendo pienamente integrate nella vita della Chiesa, avrebbero qualcosa di importante da dire. Situazioni dolorose o tristi possono aver allontanate o relegato queste persone al silenzio, ma sono rimaste vicine al Signore: si tratta di tenere il diaframma del cuore il più aperto possibile. Mostriamo il volto misericordioso della Chiesa».

L’importanza di maturare uno “stile sinodale”

Del cammino sinodale parla il cardinale maltese Mario Grech, segretario del Sinodo – Secondo lui «la realizzazione virtuosa del processo sinodale della Chiesa italiana sarà di esempio alle altre Chiese e agli altri episcopati». Mette in guardia dal rischio di «sovraccaricare il processo sinodale di altri significati e obiettivi, di voler aggiungere cose da fare per raggiungere ulteriori risultati». La Chiesa italiana ha tradotto il cammino sinodale nella «Carta d’intenti», presentata a papa Bergoglio, con i primi due anni riservati all’ascolto. Giudica Grech: «Si tratta di un progetto armonico, di grande respiro, che potrebbe essere di esempio anche per altre Chiese». Tutti sanno l’insistenza del Papa nel chiedere un Sinodo della Chiesa Italiana. Per Grech «la posta in gioco è alta: ottenere dei risultati senza maturare uno stile sinodale consegnerebbe la Chiesa a una delusione che comprometterebbe il futuro della sinodalità».

Il Cardinal Gualtiero Bassetti all’Assemblea (Foto Siciliani-Gennari/Sir)

Le riflessioni del Card. Bassetti

«Non possiamo tarpare le ali ai giovani, ogni anno in migliaia fanno le valigie» osserva il presidente Bassetti riproponendo le conclusioni della 49ª Settimana sociale di Taranto (21-24 ottobre 2021) sul tema «Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso». Non un convegno – disse allora Bassetti – «ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare processi». I giovani lanciarono il «Manifesto dell’Alleanza» per coniugare ambiente, lavoro, sviluppo, a cominciare dalle «buone pratiche» e con la volontà di camminare insieme: «È necessario costruire comunità energetiche; diventare una società libera dal carbone e libera dal caporalato». Commenta ora il cardinale presidente: «La presenza di tanti giovani ci fa dire che la situazione non è irreversibile. Per molti giovani è andata affievolendosi la speranza. Ogni anno migliaia di giovani fanno le valigie per cercare fortuna altrove. Molti stentano a trovare lavoro qui o sono demotivati a tal punto da rinunciare a cercare un’occupazione o a studiare per raggiungerla. Non possiamo assistere a una situazione sociale e ambientale che rischia di tarpare le ali ai ragazzi e di impoverire molti territori, destinati a spegnersi senza un ricambio generazionale». Bassetti ricorda l’incontro sul Mediterraneo che si terrà a Firenze il 23-27 febbraio 2022 e al quale interverrà Francesco.

Unione di diocesi “in persona episcopi”?

Non si conoscono gli argomenti del dialogo tra il Pontefice e i vescovi – Si può solo azzardare che abbiano parlato di pandemia e della situazione sociale molto confusa che si è creata in Italia; delle conclusioni della Settimana sociale di Taranto che riguardano l’ambiente e il lavoro; della pedofilia del clero specie dopo la decisione dei vescovi francesi di risarcire le vittime dei preti pedofili; della geografia delle diocesi italiane, che sono ancora troppe e dell’ultima prassi di Francesco che unisce le più piccole alle più grandi «in persona episcopi», come in Piemonte è stato fatto nel 1999 con Cuneo e Fossano e, il 12 ottobre 2019, con Susa e Torino. Infine il Papa regala ai vescovi un’immaginetta del Buon Pastore con la preghiera desunta dall’omelia di mons. Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, all’ordinazione episcopale dei suoi due ausiliari il 31 ottobre scorso, preghiera sulle otto «Beatitudini del vescovo».

Pier Giuseppe Accornero