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Giornata della vita: il messaggio della CEI

Giornata della vita: il messaggio della CEI

Il 6 febbraio in tutte le diocesi italiane si celebra la 44ª Giornata nazionale per la Vita ispirata al tema “Custodire ogni vita”.

 

 

La Gaudium et Spes sull’aborto

Sull’aborto il Concilio Vaticano II (1962-65), sessant’anni fa, è stato chiarissimo. Ne parla soprattutto la «Gaudium et spes» (7 dicembre 1965), costituzione pastorale «La Chiesa nel mondo contemporaneo», sottoscritta da Paolo VI e dai padri conciliari: «Tutto ciò che è contro la vita, come ogni specie di omicidio, genocidio, aborto, eutanasia, suicidio volontario; tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come mutilazioni, torture inflitte al corpo e alla mente, costrizioni psicologiche; tutto ciò che offende la dignità umana, come vita subumana, incarcerazioni arbitrarie, deportazioni, schiavitù, prostituzione, mercato delle donne e dei giovani, ignominiose condizioni di lavoro con i lavoratori trattati come strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili: tutte queste cose, e altre simili, sono pratiche vergognose; guastano la civiltà umana, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l’onore del Creatore».

«Aborto e infanticidio delitti abominevoli»

«Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita: missione che deve essere adempiuta in modo degno. La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli». Molto spesso la donna rivendica il diritto di abortire: «L’utero è mio e ne faccio quello che voglio». Mai che qualcuno difenda il nascituro e i suoi diritti. «Custodire ogni vita. “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Genesi 2,15)» è il tema della 44ª Giornata nazionale per la vita del 6 febbraio 2022: «Al di là di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza – afferma il messaggio della Cei – la pandemia ha messo in luce numerose fragilità personali, comunitarie e sociali. Emerge con evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita». Dice Papa Francesco: «Nessuno si salva da solo; ci si può salvare unicamente insieme».

 

Tutelare le categorie più deboli

I giovani e le giovani famiglie hanno subìto ripercussioni negative, come dimostra il picco della denatalità 2020-21. Tra gli anziani, vittime in gran numero del Covid-19, non pochi sono soli e impauriti. Il rapporto 2021 della Caritas rileva «quasi mezzo milione di nuovi poveri, molte donne e giovani». Un fatto consolante: «Moltissime persone si impegnano a custodire ogni vita, nella professione, nel volontariato, nel vicinato solidale. Non mancano gesti di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, spesso per malintesa affermazione di libertà e distorta concezione dei diritti».

 

La risposta è la custodia di ogni vita fragile

La comunità cristiana sperimenta che «quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o fronteggiato con coraggio e speranza». Anche per la custodia del creato, la Parola di Dio e Francesco d’Assisi insegnano ad «avere rispetto per ogni creatura e per l’ambiente, specialmente di coloro che sono più fragili e che sono nella periferia del nostro cuore».

 

Quarant’anni fa la prima «Giornata»

I vescovi italiani – oggi come 44 anni fa – sono molto preoccupati per l’assuefazione a omicidi, rapimenti, suicidi per droga e alla soppressione della vita umana, ritengono che molto ha influito la legge sull’aborto. Lo disse in una conferenza stampa il vescovo di Fano, mons. Costanzo Micci, presidente della Commissione episcopale per la famiglia presentando la prima «Giornata per la vita»: «Con la legge di aborto 194 la triste realtà dell’uccidere ha compiuto un salto involutivo molto grave: prima l’uccidere era un crimine perseguito dalla legge, quindi proibito. Ora si può uccidere impunemente, con il consenso della legge e l’assistenza della comunità civile. C’è una contraddizione: abbiamo abolito la pena di morte contro il criminale che ha ucciso, ma abbiamo fatto una legge di morte per sopprimere creature innocenti che chiedono di vivere».

 

Allora il numero degli aborti cresceva ogni anno

Circa 160 mila aborti legali nel 1979, primo anno di applicazione piena della legge, per ogni cento bambini nati ci sono 19-20 aborti. Mons. Micci: «La legge di aborto del giugno 1978 è un moltiplicatore di aborti, non un deterrente ma una spinta: è potuta uscire perché non c’era più una maggioranza che sentisse il Cristianesimo in maniera totale». In Italia esistevano 90 consultori ispirati dal mondo cattolico. «A Seveso, nella tragedia della diossina, su 1.600 gestanti, 40 abortirono bambini sani e risultarono sani tutti gli altri bambini che, grazie alla persuasione dei cattolici lombardi, poterono veder la luce».

Messaggio_GiornataVita_2022

Pier Giuseppe Accornero

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