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Accoglienza dei profughi afghani: l'appello di Monsignor Nosiglia

Accoglienza dei profughi afghani: l'appello di Monsignor Nosiglia

Di fronte all’emergenza creata dalla necessità di accogliere le persone spinte a fuggire dall’Afghanistan dal ritorno al potere dei Talebani, la chiesa torinese non si è tirata indietro. In particolare l’arcivescovo di Torino e amministratore pastorale di Susa, Cesare Nosiglia, ha lanciato un richiamo alla solidarietà verso i profughi arrivati in Piemonte.

foto Agensir

«Ieri (ndr 22 agosto), nelle celebrazioni comunitarie dell’Eucaristia abbiamo pregato per chiedere a Dio il dono della pace e la volontà ferma di cercare, nel dialogo, quanto unisce più che quello che divide. Siamo coinvolti anche noi, come Chiese di Torino e di Susa, nell’impegno ad aiutare quelle persone e quelle famiglie che, per diversi motivi, stanno lasciando il loro Paese. Una parte di queste persone è attesa in Italia e un gruppo è già stato temporaneamente accolto in Piemonte. Occorre, adesso, provare a dare stabilità e qualità all’accoglienza», ha esortato Nosiglia.

L’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia

«Oso rivolgere ancora questo appello – ha proseguito l’arcivescovo – proprio perché so di poter contare sulla risposta pronta e generosa di comunità e famiglie. Per noi credenti non si tratta solamente di collaborare a una «azione umanitaria», ma di mettere in pratica quel richiamo all’accoglienza e al servizio del prossimo che ci vengono direttamente dall’adesione al Vangelo di Gesù Cristo. Leggiamo nella Lettera agli Ebrei: «L’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli» (Eb. 13, 1-2)».

«Vi chiedo dunque un ulteriore sforzo per mettere a disposizione di questi fratelli qualche opportunità di accoglienza abitativa e di primo accompagnamento ai bisogni personali.

Comunità parrocchiali – singolarmente o congiuntamente nell’ambito delle Unità Pastorali – comunità e fraternità religiose, gruppi di famiglie o gruppi di impegno religioso valutino come sia loro possibile accogliere una o più persone tra questi nuovi ospiti, in locali comunitari o privati; attraverso il sostegno delle Caritas Parrocchiali e dei gruppi di volontariato provino ad ipotizzare una strategia operativa locale per ben gestire questo segno di prossimità e per animare adeguatamente tutta la comunità e il territorio;

comunichino la disponibilità all’Ufficio di Pastorale dei Migranti della nostra diocesi che potrà, così, indirizzare e coordinare in base alle necessità che verranno segnalate (segreteria@upmtorino.it; 011.2462092/011.2462443).

La nostra disponibilità non è supplenza, ma si integra nel percorso che Prefetture ed Enti Locali stanno costruendo e con essi le azioni saranno coordinate e definite».

 

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