Una maschera? Sì, la più essenziale di tutte: un semplice naso rosso che indossato trasforma una persona comune in una fonte di risate! È questa l’esperienza di Davide Gozzi , fin da quando ha iniziato il corso per diventare uno dei “nasi rossi”.
Chi sono i Nasi Rossi?
Sono dei volontari che donano parte del loro tempo a far ridere gli altri. Specialmente i bambini in ospedale o le persone ospiti nelle case di riposo.
Come è nata questa associazione?
I Nasi rossi sono nati dall’idea di una donna di Torino tornata dall’Argentina in seguito alla crisi economica. Si chiede: perché non andare a far ridere le persone che scendono dall’autobus a Torino alle 8 del mattino? Inizia questa esperienza con un gruppo di amici. Sono anche stati presi un per… “folli”! Finché una mattina un medico dell’ospedale Pediatrico Regina Margherita li invita ad andare in corsia Un po’ come il famoso Patch” Adams. Così è nata l’associazione. A Pinerolo è presente dal 2009. Alcuni pinerolesi hanno frequentato i corsi di preparazione a Torino. Inizialmente erano in sei. È stato proposto loro di aprire un distaccamento e adesso siamo più di settanta!
Ma siete dei VIP?
Sì, ma non nel senso di “very important person”. VIP sta per “volontariato positivo Italia”, una onlus composta da 4.400 persone sono in Italia. È una tra le associazioni di volontariato più grandi al mondo!
Come è nata la tua esperienza?
Ho fatto il corso. Con me c’erano degli sconosciuti di diverse età e con vissuti molto differenti dal mio, ma al termine dei tre giorni con “questi sconosciuti” mi sentivo in famiglia. Data la mia mole ho deciso di chiamarmi Fatino e già questo fa ridere! Quando sono fatino mi trasformo: è come se mi sentissi autorizzato a fare cose che da “civile” non potrei fare. Ormai da sei anni sono Fatino e non sono più la persona timida e introversa che ero. Non mi nascondo più dietro una macchina fotografica! Sono stato anche affascinato dalla filosofia di vita che sta dietro all’essere un Naso Rosso: il pensiero positivo. Anche adesso che sono senza lavoro affronto il problema con più serenità. Faccio un esempio: non si può fumare, né dire parolacce mentre si è in servizio e i Nasi Rossi imparano a comportarsi così sempre.
Fare del volontariato in questo modo mi ricarica: a volte mi sento quasi …in colpa perché mi diverto più io. Ho l’impressione di ricevere più di quello che do.
Come operate?
Noi andiamo al sabato in Ospedale a Pinerolo, specialmente in pediatria, ma passiamo in tutti i reparti tranne la neurologia e il Pronto Soccorso.
Al Regina Margherita ci sono i clown di corsia ma l’ambiente è diverso. Difficile, ma tu devi sapere che sei lì per dare conforto ai bambini e ai genitori. Non puoi e non devi fare altro.
Un sabato al mese ci alterniamo: una volta alla Casa di Riposo Madre della Misericordia (Fer) e una volta a Carmagnola o Piobesi.
Non abbiamo programmi per le nostre visite. Si entra in camera (chiedendo prima il permesso!), poi si improvvisa a seconda di chi si incontra. Importante non parlare del motivo per cui sono ricoverati. Il nostro obiettivo è far trascorrere loro del tempo in serenità. Se non ci danno il permesso di entrare salutiamo con un sorriso….
Un episodio che ti è rimasto nel cuore?
Appena diventato Fatino ho incontrato un bambino in braccio alla madre. Aveva addosso una grande quantità di tubi… Mi sono fatto forza per parlare, forse più per paura di essere giudicato. Un mio amico in una camera è stato aggredito dal marito di una paziente. Lui chiedendo scusa è uscito e l’uomo ha continuato… Dopo alcuni giorni l’uomo ha incontrato nell’atrio dell’ospedale il mio amico e lo ha abbracciato scusandosi. A volte serviamo anche come valvole di sfogo. Ma va bene!
Come vi finanziate?
Con i sorrisi! Sono questi i nostri compensi. Noi non vogliamo niente, non abbiamo niente e questo significa anche meno litigi!
Raccogliamo una volta all’anno dei fondi. Qui, lo dico con piacere, mi aiutano mia moglie e mia figlia, più che altro per le missioni all’estero.
Andiamo in un ricovero di bambini malformati per le sostanze sparse durante la guerra, un posto in cui non esisteva rapporto umano tra piccoli pazienti e personale sanitario. Dopo alcuni anni di presenza dei Nasi rossi l’approccio con i bambini è cambiato. In Cina alcuni Nasi Rossi hanno insegnato il senso del volontariato ai medici.
Adesso andremo anche noi negli asili a insegnare il valore del volontariato.
Attenzione: noi non chiediamo mai soldi! Lo dico perché qualcuno tempo fa si è spacciato per uno di noi è ha fatto la questua nei negozi.
C’è un valore terapeutico?
Non è il nostro obiettivo. Sappiamo che ridere e distrarsi fa bene ma dobbiamo solo fare quello! Aiutiamo i bambini ad avere meno paura dei medici, noi abbiamo un camice ma con le maniche colorate. Diciamo loro che i medici sono nostri amici, che ci vogliono bene e fanno del bene a tutti! Diciamo loro che i migliori amici sono i medici.
Ma Davide Gozzi nel periodo di Carnevale avrà anche un altro ruolo…
Sì, sarò il Gianduia di Pinerolo. Mi hanno chiesto la disponibilità. Prima di accettare mi sono informato sul personaggio. Sono presidente dei Nasi Rossi di Pinerolo e non volevo che le cose si accavallassero. Però ho scoperto che la maschera di Gianduia incarna anche i valori dei Clown di corsia. Ho quindi accettato con molto piacere.
Fare gianduia è un lavoro?
No! Per me è puro divertimento. Mi hanno chiamato già al Carnevale di San Pietro Val Lemina e in una scuola. Per questo mese precedenza a Gianduia.
Cristina Menghini