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Personaggi  

San Giorgio, il drago e la rosa

San Giorgio, il drago e la rosa

23 aprile 2015

 

L’autore Cristiano Antonelli ne ha già pubblicato una versione spagnola e una catalana a Barcellona. Stiamo parlando del saggio “San Giorgio e la Rosa” (edizioni Thyrus).

Il testo in questione tratta la figura del semileggendario santo (forse originario della Cappadocia e martirizzato a Lydda) sotto molte angolazioni: occorre dire che si tratta di un’opera divulgativa approfondita e completa su questo interessante personaggio (tra l’ altro patrono di molte nazioni europee e di importanti città) che ha segnato la cultura, la letteratura e l’arte occidentale per secoli.

Dopo aver riproposto la nota storia di san Giorgio vincitore del drago e martire cristiano, ancora oggi ricordato il 23 aprile, l’ autore esamina lo sviluppo del culto reso al santo fin dal IV secolo. Patrono dell’ impero bizantino, veneratissimo dalle Chiese orientali e ritratto in innumerevoli icone, Giorgio divenne molto popolare anche in Occidente. Protettore dei Bizantini anche in Italia (ai tempi dell’esarcato di Ravenna) fu poi venerato dai Longobardi e dai Franchi. In seguito il santo guerriero diventa protettore dei guerrieri cristiani e quindi della cavalleria stessa e degli ordini cavallereschi. L’epico scontro tra Giorgio e il drago diventa con il tempo un topos delle arti figurative europee. Il santo cavaliere combatte contro la personificazione del male, contro il demonio stesso e diventa l’equivalente umano dell’ Arcangelo Michele.

Antonelli si occupa anche dei testi che riguardano il santo, da quelli agiografici (Passio Georgii, Legenda Aurea) alle canzoni epiche e cavalleresche medievali. Inutile dire che anche altri personaggi letterari (cavalieri e non) in lotta contro draghi o mostri (si pensi a Ruggero che salva Angelica dall’ Orca e a Orlando che uccide la stessa Orca nell’Orlando Furioso) furono direttamente influenzati dall’ archetipo di Giorgio e del drago.

Giorgio fu venerato in varie aree europee e spesso i fedeli “spostavano” il setting dello scontro con il drago nei loro paesi! Per esempio, secondo certe leggende locali lo scontro sarebbe avvenuto in Germania (nel Baden, nel Meclemburgo e altrove), in diverse località inglesi, in Sardegna, nella pianura padana, in Istria, ecc.

In Francia Giorgio divenne un santo molto popolare rivaleggiando perfino con l’amatissimo san Martino di Tours, in Portogallo e in Spagna si riteneva che avesse protetto gli eserciti cristiani in lotta contro i mori durante la Riconquista. Soprattutto in Catalogna e Aragona Giorgio fu molto popolare e divenne il patrono di quelle regioni che un tempo costituivano un regno autonomo, legandosi quindi alla loro particolare identità diversa da quella castigliana/spagnola.

Proprio in Catalogna il santo viene associato alla Rosa, fiore che costituiva un cavalleresco omaggio alle dame. In seguito la sua festa fu anche associata alla festa del libro.

Giorgio divenne patrono anche dell’ Inghilterra sostituendo i pur gloriosi precedenti patroni, due santi anglosassoni. Anche qui viene associato alla rosa, associazione di importanza non secondaria dato il carattere mistico di questo simbolo vegetale.

Nei vari stati italiani san Giorgio fu venerato un po’ dappertutto e divenne patrono di numerose città e paesi, il suo culto è però particolarmente legato a Genova che fu detta infatti Repubblica di San Giorgio e ne adottò il vessillo (adottato però anche da Milano e dal regno d’ Inghilterra). I marinai genovesi lanciavano una caratteristica invocazione a san Giorgio durante l’ arrembaggio delle navi nemiche (allo stesso modo il famoso grido “san Marco!” era tipico dei veneziani).

Il libro si conclude con una breve analisi dei simboli del drago e della rosa e con un utile elenco delle opere pittoriche riguardanti il santo.

Secondo l’ autore, il mito di Giorgio e del drago, al di là dei vari aspetti storici e leggendari, non è che l’ archetipo dell’ uomo in lotta contro le forze del male, esterne all’ uomo o interiori. A giudizio di chi scrive, l’interesse di questo mito per il lettore di oggi sta proprio nella riproposizione di una visione della vita attiva coraggiosa e, nonostante tutto, ottimista. Una visione necessaria più che mai.

 

Luisa Paglieri

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