7 Dicembre 2015
Mario Venturelli, primo interprete de "La Madoni-na 'd Pinareul"
7 dicembre 2015
Del celebre brano “La Madoni-na ‘d Pinareul” (noto anche come “Pinareul sitadi-na”) conosciamo l’autore del testo (Ugo Marino) e quello della musica (Giordano Bruno). Recentemente la canzone è stata riarrangiata dal maestro Fabio Banchio, registrata su CD e presentata nella cattedrale di Pinerolo all’interno di un concerto. La prima esecuzione pubblica fu al Teatro Sociale la sera del 20 marzo 1950. Poco si conosce, però, del suo più famoso interprete di allora: Mario Venturelli.
«Le voci magiche di questa bella canzone erano (in quella occasione) Graziella Mina e Mario Venturelli, oggi purtroppo entrambi scomparsi», confermava Mario Gontier in un articolo comparso su “Il Monviso” di qualche anno fa. La moglie e il figlio di Venturelli, ricordano con commozione l’uomo che in città veniva chiamato “l’usignolo di Pinerolo”. «Aveva una voce “proprio per cantare”. Avrebbe fatto carriera nel mondo della musica se avesse potuto, ma ai suoi tempi non ebbe la possibilità di studiare. Si era poveri. Ma lo chiamavano tutti», racconta Giuseppina Grangetto, pinerolese, 81 anni, sposata con Mario per 48.
Appena dopo aver cantato al teatro sociale, Mario diciannovenne partì militare in marina. Una volta rientrato fu assunto come operaio alla Riv di Villar Perosa. Fu nel viaggio in tram da Pinerolo a Villar che incontrò una giovane Giuseppina che poi divenne sua moglie. Il suo hobby era cantare. «Faceva serate nel locale “il Mulino” in via Saluzzo – continua Giuseppina – e spesso la gente si radunava attorno al bar che frequentava per sentirlo. Si creava sovente una piccola folla di gente al punto che una volta furono chiamati perfino i carabinieri. Tuttavia, arrivati sul posto, ammagliati dalla bella voce di Mario si fermarono anche loro ad ascoltare quel concerto fuori programma». Ai matrimoni Mario era spesso invitato a cantare l’Ave Maria di Shubert.
La sua voce venne anche incisa su uno di quei vecchi 45 giri di cartoncino, purtroppo oggi andato perso, realizzato nel vecchio emporio che si trovava in Piazza Cavour, proprio per cantare “Pinareul sitadi-na”. Altre registrazioni della sua voce sono state realizzate dal figlio su audiocassette.
«Assomigliava nei lineamenti a Claudio Villa e un pomeriggio sotto i portici di Pinerolo alcune persone gli chiesero perfino l’autografo», ricorda ancora la signora Giuseppina. Ci fu anche una lettera giunta da un suo conoscente che lo raccomandava al maestro Pasero della Rai di Torino perché studiasse lirica. Ma alla fine la sua rimase solo una passione. Tutta pinerolese. Come la canzone che per la prima volta la città ascoltò per tramite della sua voce.
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