15 Giugno 2011
L'apostolato della penna e delle sette note
Pinerolo. Il 2 febbraio scorso, a quasi novant’anni, è mancata suor Palma «Carissima suor Palma, hai terminato il tuo viaggio terreno nel silenzio, come in un lungo ritiro spirituale, in cui solo la voce dello Spirito era presente per sussurrarti: “Veni, sponsa Christi, accipe coronam”. Tante volte e nelle più svariate occasioni ci hai fatto cantare il “Veni, sponsa”, con garbo, con gioia, con la levità appunto dello Spirito. Ora queste parole le hanno cantate per te gli angeli, nel silenzio di una notte e tu hai seguito questa melodia di cielo, per entrare nella luce dell’eternità – scrive un’ex-allieva. – Sei stata vera maestra a scuola, attenta ad ogni alunna, preoccupata soprattutto di portare l’annuncio del Vangelo tramite lo studio e la cultura. All’Istituto Maria Immacolata ti ricordiamo così: insegnante precisa, preparata, puntuale. Sapevi compatire chi era meno diligente, avevi una cultura vasta e profonda, una memoria molto buona e anche un certo senso di umorismo che ti aiutava a superare le difficoltà. E poi… quel tuo talento per la musica e per il canto. Non possiamo guardare senza malinconia e nostalgia l’armonium a pedali che da quel 2 febbraio è rimasto muto… Quante sante Messe, vespri, solennità hai preparato con cura e con amore! Migliaia di note scritte sul pentagramma, per le prove di canto…». La scomparsa di suor Palma lascia un grande vuoto. Ma resta la luce della sua testimonianza, il ricordo delle sue numerose doti di mente e di cuore. Olga Pedretti era nata a Torino il 17 gennaio 1922. Sua madre morì quando lei e il fratellino Ugo erano molto piccoli. Il papà Candido era un giornalista de “La Stampa” che seppe condividere con i figli l’amore per la cultura e per la scrittura. Da bambina e da adolescente Olga frequentò a Torino la parrocchia del Duomo, dove collaboravano alcune Suore di San Giuseppe della Congregazione di Pinerolo. Ben presto Olga sentì la vocazione e a sedici anni, il 24 settembre 1938, entrò nella vita religiosa. Ricevette un nuovo nome: suor Palma.
Il 28 agosto 1939 fece la vestizione. Il 30 agosto 1941 emise i primi voti e il 29 agosto 1946 pronunciò i voti perpetui. Mentre procedeva con la formazione religiosa, conseguì nel 1940 la Licenza Normale (Magistrale) e dal 1941 al 1946 studiò Lettere a Castelnuovo Fogliani, una sede distaccata dell’Università Cattolica per le suore. Qui ebbe il dono di conoscere Armida Barelli e padre Agostino Gemelli.Dopo la laurea, per ben 47 anni insegnò nei diversi tipi di scuola che si susseguirono all’Istituto Maria Immacolata: nelle Commerciali, nella Scuola Tecnica, nella Scuola Media e nelle Magistrali, dove fu anche preside dal 1974 al 1977. Fu anche un’ottima insegnante di religione, col cuore pieno di amore per Dio e per i giovani affidati alle sue cure. Nella Congregazione fu segretaria generale dal 1981 al 1993; dal 1981 fino al 2009 fu incaricata della stesura e redazione del “Notiziario delle Suore di San Giuseppe”.
Appassionata del carisma e della storia del suo ordine, fu una bravissima archivista, e narratrice precisa e competente delle vicende delle Suore Giuseppine. Durante la sua vita suor Palma ha scritto molto: lo stile vivace e brioso rivela la sua intelligenza brillante e un sottile senso dell’umorismo. Soprattutto si sente la sua fede profonda e sincera, l’amore ardente per la Chiesa, per il Papa, per la purezza della dottrina, per la Congregazione delle Suore di San Giuseppe. Nei numerosi biglietti inviati alle ex-allieve palpita il suo cuore generoso, sensibile, attento, delicato. Accanto alle premure di una mamma, c’è sempre la parola buona capace di incoraggiare con dolcezza e con umiltà. Suor Palma sapeva bene quale responsabilità comporti l’apostolato della penna: perciò pesava e limava ogni frase; curava la preparazione personale con un costante, paziente lavoro di approfondimento e di studio; scriveva per servire umilmente, con purezza d’intenzione, la Verità e diffondere gli insegnamenti del Magistero. Anima di preghiera, è vissuta coniugando di continuo il motto caro alle più belle intelligenze della Chiesa Cattolica: “contemplari et contemplata aliis tradere”.
Ora il suo cuore e i suoi occhi gioiscono per sempre,rapiti dallo splendore della Verità, nella luce che non conosce tramonto.
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