21 Maggio 2013
Incontro con Bruno Ferrero: sacerdote, salesiano e scrittore

Don Bruno Ferrero è un sacerdote salesiano, scrittore di racconti per bambini e non solo. Attualmente dirige Il Bollettino Salesiano. È autore di numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo “Dieci buoni motivi per essere cristiani e cattolici” e “La Sindone raccontata ai bambini”.
Don Bruno, i cristiani del XXI secolo vivono in una società secolarizzata, dove la religione viene vissuta più come un impaccio che come fonte di ricchezza interiore. Come attingere dalla Verità elargendo senso autentico alla vita umana?
Dopo Gesù, i suoi discepoli non hanno saputo conservare, se non in parte, la sua straordinaria capacità di comunicare, assolutamente semplice per volere di Dio: «La Parola si è fatta carne». Risorto il Signore, i discepoli hanno preso quella “carne” che è Gesù e l’hanno trasformata in parole, parole e parole. Troppi pensano alla fede come a delle idee da mettere in testa, invece la fede è una relazione viva con Dio. È vita piena, felice, realizzata. La vita umana trova compimento solo in Cristo. Bisogna attingere dal Suo messaggio, senza riserve o paure.
Quant’è decisiva la capacità del cristiano di andare contro corrente?
Nel Vangelo di Luca (18,8), Gesù pronuncia la frase più inquietante della storia: «Ma quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora fede sulla terra?»
La risposta è nelle mani e nella volontà dei cristiani che devono essere consapevoli di essere delle piccole fiaccole tremolanti nell’immensità della notte. Ma devono anche ricordare di far parte del pieno di Dio. E sono indispensabili perché non ci sono altri piani.
Un’antica leggenda racconta che, durante l’Ascensione, Gesù gettò un’occhiata verso la terra che stava piombando nell’oscurità. Soltanto alcune piccole luci brillavano. L’Arcangelo Gabriele, che era venuto ad accogliere Gesù, chiese al Signore cosa fossero quelle piccole luci. Gesù rispose, che si trattava dei suoi discepoli radunati in preghiera attorno a Maria. Il piano salvifico del Salvatore è quello di donarci il Suo Santo Spirito. Noi cristiani non dobbiamo mai dubitare del Signore, per nessun motivo!
La nuova evangelizzazione può trovare giovamento dalla forma narrativa?
Quando Gesù deve raccontare qualcosa di molto serio alla gente racconta una “parabola”. Le parabole di Gesù non sono raccontini per bambini, ma messaggi importanti e anche duri. Quasi tutte le parabole finiscono male: c’è sempre qualcuno che va all’inferno…
In questo modo Gesù agisce in maniera pienamente umana, perché da sempre gli uomini hanno passato la sapienza della vita ai più giovani attraverso dei semplici racconti. La linea più breve per raggiungere la Verità è proprio un racconto. Le leggi cercano di convincere. Le storie convertono.
Come immagina la Chiesa del futuro?
Come la vorrebbe papa Francesco: povera, libera in mezzo alla gente, spirituale e coraggiosa. La preghiera è costante dialogo con Dio. In questo cornice quale ruolo attribuire al silenzio? Le risponderò con una breve storia.
Un uomo si reca da un monaco di clausura. Gli chiese: «Che cosa impari dalla tua vita di silenzio? » Il monaco che stava attingendo acqua da un pozzo disse al visitatore: «Guarda giù nel pozzo: cosa vedi?» L’uomo rispose: «Non vedo niente». Dopo un po’ il monaco disse al visitatore: «Guarda ora! Cosa vedi nel pozzo?« L’uomo obbedì e rispose: «Ora vedo me stesso specchiato nell’acqua!» Il monaco disse: «Vedi, quando io immergo il secchio, l’acqua è agitata. Ora invece l’acqua è tranquilla. È questa l’esperienza del silenzio. L’uomo vede se stesso!»
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