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Personaggi  

Good Ol’ Charles M. Schulz. Il due novembre scorso avrebbe compiuto 100 anni l’inventore e disegnatore dei Peanuts

Good Ol’ Charles M. Schulz. Il due novembre scorso avrebbe compiuto 100 anni l’inventore e disegnatore dei Peanuts

Il due novembre sarebbe ricorsi i 100 anni dalla nascita di Charles Monroe Schulz, uno degli autori più prolifici della storia del fumetto: stiamo parlando del papà dei Peanuts, le strip (strisce) quotidiane e le Sunday Page, con protagonisti Charlie Brown, Snoopy, Lucy, Linus, Woodstock e molti altri personaggi noti a tutti e ormai parte del nostro immaginario collettivo. Per 50 anni, dal 1950 al 2000, ogni giorno su diverse testate americane usciva una striscia, ovvero una sua breve storia in quattro vignette.

 

Una vita da Charlie Brown

Charles M. Schulz è nato il 2 novembre del 1922 a Minneapolis, nel Minnesota, e verrà a mancare a 77 anni, il 12 febbraio del 2000 a Santa Rosa, in California, dove tutt’ora esiste un museo dedicato ai Peanuts e al loro creatore. Nessuno continuerà la sua serie, proprio per volere dello stesso Schulz, il quale ha sempre scritto, disegnato e inchiostrato le sue opere da solo, anche quando un disturbo neurologico, che gli provocava dei tremori, lo obbligava a tenersi il polso della mano destra con la sinistra per poter disegnare.

Charles è l’unico figlio del barbiere Carl Schulz: un tratto che tutti i lettori di fumetti sapranno essere comune con Charlie Brown, il suo protagonista, il personaggio che compare fin dalla prima striscia. La giovinezza di Schulz è un periodo cupo: la sua intelligenza gli permette di saltare due classi alle elementari e si trova quindi ad essere il più piccolo tra i suoi compagni, i quali non esistano a schernirlo, anche perché non è bravo a giocare a baseball, non sa far volare gli aquiloni e cova una cotta non corrisposta per una ragazzina dai capelli rossi. Questi sono gli ingredienti che ritroveremo proprio in Charlie Brown.

Nel 1943 sua madre, Dena Halverson, muore improvvisamente di cancro e Schulz non ha il tempo di dirle addio, in quanto viene arruolato quella stessa settimana dall’esercito statunitense, impegnato nella Seconda Guerra Mondiale.

Al suo ritorno nel 1945 collabora con una pubblicazione a fumetti di ispirazione cattolica, Timeless Topix, dove si occupa del lettering, della scrittura delle parole nelle nuvolette e nelle didascalie. Contemporaneamente lavora ad una serie di vignette con testo, non proprio una striscia o una tavola, dal titolo Li’l Folk, cioè Piccola Gente: in queste mette in campo alcuni precursori di Charlie Brown & company. In alcune di esse compare un personaggio di nome Charlie Brown con un cagnolino, chiaro antenato di Snoopy, che però si chiama Rover.

 

Questioni di titolo

Nel 1950 finalmente l’agenzia distributrice United Feature Syndacate mostra interesse per le vicende di Charlie Brown e compagni. Nella trattativa per la pubblicazione però viene abbandonato il titolo Li’l Folk, colpevole di assomigliare troppo a Li’L Abner di Al Capp e al Little Folk di Tack Knight. Per evitare un contenzioso legale per questioni di copyright, la Syndacate devia sul titolo Peanuts, ispirandosi alla Peanuts Gallery, il pubblico dei bambini così chiamato nello show televisivo di marionette con il personaggio Howdy Doody. Schulz accetterà a malincuore, non amando per nulla questo titolo. L’autore opterà presto per qualcosa di diverso: nelle prime Sunday Page del 1952 si vede infatti capeggiare nel titolo “Peanuts featuring ‘Good ol’ Charlie Brown’”, cioè Peanuts con la partecipazione del Buon vecchio Charlie Brown.

 

 

L’accoglienza italiana

In Italia i Peanuts esordiscono il 20 febbraio 1961 sul quotidiano Paese Sera, dove Charlie Brown fu ribattezzato Pierino, per uno strano accostamento al mondo delle barzellette. Probabilmente l’essenza comica della striscia di Schulz ha portato ad un’interpretazione, che si rivela quanto di più lontano ci sia dall’umorismo sottile, acuto e talvolta malinconico dei Peanuts.

Il personaggio ha invece il suo nome originale in una serie di volumi cartonati pubblicati dalla Milano Libri di Giovanni Gandini a partire dal 1963: il primo volume sarà “Arriva Charlie Brown”, trasposizione della raccolta americana “Good ol’ Charlie Brown”, che conta 248 strisce create tra il 1955 e il 1957.

Il successo arriva quando lo stesso editore pubblica il primo numero della rivista a fumetti mensile Linus, nell’aprile 1965, che prende il nome da uno dei personaggi principali. Inoltre le strisce a fumetti sono state pubblicate dalla Rizzoli e dalla Baldini Castoldi Dalai. Tra i suoi traduttori figura anche Umberto Eco. Tuttavia il traduttore di cui tutti hanno memoria è Francesco Cavallone: è lui che porta in Italia alcune traduzioni indimenticabili quali Joe Falchetto, per Joe Cool; Misericordia, per Good Grief; toffoletta, per marshmallow; o l’imprecisa ma imprescindibile Grande Cocomero, anche se si sta parlando di una zucca.

 

 

Valentine, Babbo Natale e il Grande Cocomero

«Tra le ricorrenze americane che i Peanuts hanno fatto conoscere in Italia si trova anche Halloween, che nella seconda metà degli anni ’60, quando la rivista Linus comincia a diffondersi, era da noi praticamente sconosciuta»: questa è la posizione di Natale Spineto, docente di Storia delle Religioni presso l’Università degli Studi di Torino, nel suo volume “La festa”. L’altra festività americana a cui si fa riferimento sarebbe San Valentino, fino ad allora sconosciuta ai più in Italia. Solo successivamente, per motivi consumistici, entrambe le festività sarebbero state spinte e quindi incorporate nell’alveo delle ricorrenze festeggiate a vario titolo dagli italiani.

Continua Spineto dicendo: «Riguardo ad Halloween la situazione era più complicata e meno comprensibile (rispetto a san Valentino, ndr). Il protagonista è qui Linus che coltiva, quale unico adepto, visto lo scarso successo della sua opera di proselitismo, uno strano culto del “Great Pumpkin” (Grande Zucca): un essere che la notte di Ognissanti apparirà in un campo di zucche recando doni ai bambini buoni. Si tratta di una religione dell’attesa destinata ad alimentarsi proprio dal continuo rinvio della manifestazione del Great Pumpkin, inutilmente aspettato tutti gli anni».

I temi religiosi sono fortemente presenti nel panorama dei Peanuts, per esempio Linus cita spesso e a proposito la Bibbia. In questo caso, però, non è sulla religione ufficiale il focus, ma su quella immaginaria. L’attesa, quasi messianica, del Great Pumpkin, porta Linus a perdersi la festa e a discutere spesso con i suoi amici. Ad esempio in una strip Charlie Brown esordisce dicendo: «Non mi dirai che stai seduto qui ad aspettare di nuovo il Grande Cocomero? Come fai a credere in qualcosa che non è vero? Non comparirà mai! Non esiste!» Linus risponde: «Quando tu smetterai di credere a quel tizio col vestito rosso e la barba bianca che strilla “Ho Ho Ho”, io smetterò di credere al Grande Cocomero». Charlie Brown non può che concludere con un «È ovvio che ci separano divergenze dogmatiche». L’allusione è ovviamente alla frammentazione delle varie chiese riformate, in particolar modo metodiste, presenti sul territorio americano.

 

Manuel Marras

 

 

 

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