9 Febbraio 2023
Diario dal Libano di Pietro dell'Aquila
Pietro Dell’Aquila, 28 anni, è un ragazzo di Lusernetta che vive la sua vita dedicandosi agli altri sin da giovanissimo. Prima nell’Oratorio a servizio dei ragazzi, poi nello sport in particolare nella pallamano nella associazione “Cum Petere Val Pellice” di Luserna. Terminati gli studi universitari in Scienze Motorie, ha lavorato per la Caritas diocesana di Pinerolo presso Casa Gabriele di Pralafera, che accoglie persone in difficoltà abitativa. Nel capodanno 2021-2022 ha fatto una esperienza in Bosnia con la fondazione “Giardino delle Rose Blu” a sostegno delle famiglie fragili. Nel 2022 lascia il lavoro per partire per il Libano con l’associazione “Operazione Colomba”, conosciuta tramite una volontaria durante un incontro di formazione spirituale con i frati francescani.
Pietro è restato in Libano da novembre 2022 a gennaio 2023. Durante il suo periodo di volontario ha scritto agli amici, tramite whatsapp, le sue esperienze in forma di diario.
3 novembre 2022
Arrivato. Tutto bene il Libano. Dopo una notte a Beirut ci siamo spostati al nord. Oggi siamo stati al campo dove staremo nei prossimi mesi per vedere in che stato era la tenda, visto che da più di un mese non c’erano volontari . Da domani iniziamo a sistemarla e da sabato iniziamo a vivere nel campo. Nel frattempo abbiamo iniziato a visitare alcune famiglie, che ci hanno accolto e raccontato storie molto toccanti.
9 novembre 2022
Ormai da qualche giorno siamo stabili al campo . C’è un mondo da scoprire qui, nel bene e nel male . Tante storie di sofferenze incontrate tra i profughi siriani, che scappano da una guerra che dura da più di dieci anni. E si trovano a vivere in povertà in un paese, il Libano, ormai al collasso sotto tutti i punti di vista. Vivono quotidianamente episodi di razzismo, violenza e sofferenza. Ieri siamo stati a trovare una ragazza di 28 anni che ci ha raccontato la sua storia piangendo. Ha due figli stupendi. È scappata dalla guerra in Siria e qui in Libano ha subito tante violenze. Ci raccontava, con gli occhi pieni di lacrime, che quando suo figlio più grande aveva 2 anni e mezzo, lei è stata stuprata da libanesi davanti ai suoi occhi e con una pistola puntata. Queste purtroppo sono storie quotidiane. Gente che scappa dalla guerra per trovare un po’ di libertà e pace ma si trova a vivere schiacciata. Gente che non può e non deve essere dimenticata. Perché proprio questa è la loro più grande paura: essere abbandonati! In questi giorni si è parlato tanto di pace, con la manifestazione a Roma di domenica. Essere qui mi fa capire che la pace non la si costruisce solo con le idee, ma con la condivisione quotidiana con i poveri e con chi soffre. Stando al loro fianco, nel bene e nel male. Non siamo qui per portare la pace ma per costruirla, insieme! “La visione senza l’azione è semplicemente un sogno, l’azione senza la visione è semplicemente un modo per passare il tempo. La visione con l’azione può cambiare il mondo” (Joel Barker)
19 novembre 2022
In questi giorni siamo stati nella città di Arsal, un po’ più a sud, tra le montagne, vicino al confine con la Siria. Questa città prima che scoppiasse la guerra era molto povera e contava circa 30mila abitanti, con case fatte di pietre e fango. Ora sono 40mila libanesi (che sulle spalle di profughi sirani si sono costruiti le case) e 300mila siriani, che vivono principalmente nelle tende. (ci sono 150 campi profughi). Un posto stupendo dal punto di vista paesaggistico ma di una tristezza infinita per le condizioni in cui vivono le persone, alcune da più di 10 anni. Bambini che sono nati dentro al campo e non hanno mai visto nulla al di fuori. I profughi infatti non possono uscire dalla città perché c’è un check point militare che controlla. Nonostante ciò, si può trovare ricchezza di umanità infinita. Abbiamo vissuto due giorni nella tenda di una famiglia con cinque figli (in tutto quindi erano 10) condividendo i pasti, letti, pensieri e giochi. È stato bello e si respirava aria di famiglia. Persone che vogliono solo un po’ di pace e tornare alla loro vita.
25 novembre 2022
In questi ultimi due giorni siamo stati in montagna per staccare un po’ dalla vita del campo. Dopo tre settimane ce n’era bisogno. La vita al campo ti assorbe completamente e ogni tanto c’è la necessità di fermarsi, per riordinare i pensieri, ascoltare le proprie sensazioni, stare un po’ con se stessi. Vivere in un campo profughi è stare continuamente a contatto con sofferenze e ingiustizie, sbattere ogni volta la faccia contro una realtà difficile da accettare. Tanti sono i perché che emergono, tante le domande, tanti i tentativi di risposta, difficili da trovare. Ma poi ti rendi conto che le risposte arrivano proprio dalle persone che ti dicono grazie che siete qui, grazie che vivete con noi, grazie che non ci abbandonate.
“Guardare le stelle invece dei vostri piedi. Cercate di dare un senso a ciò che vedete e interrogatevi sull’esistenza dell’universo. Siate curiosi. Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire. Quello che conta è non arrendersi” (Stephen Hawking).
2 dicembre 2022
È passato un mese da quando sono arrivato in Libano. Ci sarebbero tantissime cose da dire e da raccontare, sotrie, volti, sorrisi, abbracci, sguardi. Il tempo è passato in fretta, tra un pranzo, quattro chiacchiere in arabo un po’ stentato, un the caldo, qualche gioco con i bambini, le partite del mondiale. La vita per noi scorre in fretta, ma per le persone del campo purtroppo non è così. Sono stanche di questa vita, non ne possono più di vivere in tenda e sognano un futuro migliore per loro ma soprattutto per i loro figli. Devo ringraziare anche i miei compagni di viaggio, Carlo e Paola (che domenica riparte per l’Italia e arriva Caterina). Abbiamo condiviso tanto in questo tempo: emozioni, pensieri, felicità, gioia e tristezza (anche le scomodità del vivere in un posto piccolo come la tenda). Tante volte ci siamo fatti forza tra di noi per provare a essere segno di speranza per le persone con cui viviamo e che incontriamo ogni giorno. Siamo persone diverse ma con un unico obiettivo: cercare di rendere visibile quello che forse non potrebbe mai essere visto. “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio si sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni” (Coelho).
9 dicembre 2022
Storie di campo.
Da qualche settimana sono iniziati i mondiali di calcio. Qui al campo alla sera ci troviamo insieme con alcune persone e li guardiamo in un garage. Tra qualche patatina, la connessione internet traballante, un the caldo e il fumo del narghilè, si sta insieme e si condivide questo momento. È una occasione per stare insieme, ma anche per uscire dalla monotonia e dalla quotidianità della vita al campo. I giorni per le persone che vivono qui purtroppo sono tutti uguali. È bello e divertente vedere le persone davanti alla TV che fanno il tifo per Brasile, Marocco, Portogallo, Spagna, Argentina, Francia. Anche le signore più anziane del campo si fanno prendere dall’emozione e urlano di gioia quando la loro squadra fa goal. Anche i bambini incollati davanti alla tv guardano le partite ignari di quale sia la vita al di fuori del campo in cui vivono e di come sia in realtà il mondo. “Quanto pesa una lacrima? Dipende: quella di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa di più di tutta la terra” (Rodari).
18 dicembre 2022
La vita al campo è fatta di cose semplici. Un invito a pranzo non è solo un semplice mangiare insieme, ma è un momento di condivisione di quotidianità e di vita. Seduti insieme si mangia e si chiacchiera del più e del meno, come se per un momento tutti i problemi attorno scomparissero. L’accoglienza di un ospite è vista come un momento di festa. Anche le persone più povere cercano in tutti i modi di farti sentire a casa. Persone che non hanno nulla, ma ti danno tutto quello che hanno e anche di più. È stupendo sentirsi accolti così ma allo stesso tempo ti senti a disagio e ti prende un po’ di tristezza per la loro situazione. Qui si sperimenta davvero cosa vuol dire accoglienza. Per loro l’Europa e il ritorno in pace in Siria è una porta chiusa ma la porta di casa loro è sempre aperta.
“Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri” (Don Andrea Gallo).
27 dicembre 2022
Le feste sono passate. Qui il Natale è stato un giorno come tutti gli altri, essendo tutti musulmani. Siamo stati a pranzo da una famiglia e alla sera abbiamo giocato a scacchi e a carte con i ragazzi del campo. Un Natale diverso dal solito, senza pranzi abbondanti, famglia, amici, regali, feste, albero, pranzi,… . Ma forse come mai come in questi giorni ho capito cosa è importante nella vita, non le cose ma le persone. Con le loro vite e le loro storie. Oggi, invece, con alcuni ragazzi del campo sono stato a giocare a calcio. È stato bello vedere i loro volti felici correre dietro a un pallone. Per un attimo tutto quello che sta intorno era come se non ci fosse. Ma solo un pallone, un campo sgangherato, ragazzi siriani e libanesi che giocano insieme. Una delle partite più belle che abbia mai giocato.
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza, dove prima c’era solo disperazione” (N. Mandela)
31 dicembre 2022
Il 2022 è quasi al termine. Un anno fa ero in Bosnia, adesso sono in Libano. Non so dove sarò il prossimo anno. Il 31 dicembre è sempre un po’ un tempo di bilanci per me, ma quest’anno non ne voglio fare. Voglio abbracciare la vita e tutto quello che incontro ogni giorno. Vivere in un campo profughi mi ricorda che la vita non è facile ma vale la pena viverla, e farlo in pienezza. L’anno che si apre davanti a noi è pieno di problemi, preoccupazioni, ingiustizie. Ma non dobbiamo fermarci a questo, possiamo e dobbiamo andare oltre. Ognuno di noi può fare la differenza. Ti auguro di vivere in un mondo dove ognuno abbia il diritto di diventare tuo fratello e di farsi tuo prossimo. Buon anno!
“Fate si che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia la vostra sfida; l’amore che si dona la vostra missione” (Benedetto XVI).
14 gennaio 2023
È da un po’ che non ho più scritto ma la vita al campo ti assorbe. In particolare questi ultimi giorni sono molto intensi. Ieri è venuta una donna che vive al campo con i suoi figli, molto spaventata perché il marito è violento. Sono stati da noi tutto il tempo in attesa di trovare una sistemazione migliore. Quando siamo riusciti a trovarla l’abbiamo accompagnata. È ancora molto spaventata, per le prossime notti a turno, noi volontari andremo a dormire con loro. Vedere gli occhi della donna e i bambini piangere non è stato facile ma mi ha ricordato il motivo per cui siamo qui. Vivere e condividere la vita con loro, persone che si sentono abbandonate e dimenticate da tutti e tutto. Una vita fatta di stenti, di fatiche e di ingiustizie. Ma anche di voglia di vivere, di giocare, di ridere e di sentirsi liberi.
“L’opera umana più bella è di essere aiuto al prossimo” (Sofocle)
21 gennaio 2023
Ormai la mia esperienza sta per terminare: tra una settimana tornerò in Italia. Ho incontrato tante storie, vite, persone, situazioni. Tanta sofferenza ma anche tanta umanità. Tanto dolore ma anche tanta voglia di vivere. Tanta solitudine ma anche tanta solidarietà. Tanta voglia di lasciarsi andare ma anche tanta voglia di andare avanti. Il campo profughi per me è questo. Un continuo sbattere la faccia con una realtà difficile da accettare. Ma allo stesso tempo un posto dove mi sono ritrovato. Qui ho capito veramente che la vita è un dono prezioso: donando un po’ di noi stessi e del nostro tempo, possiamo viverla in pienezza. Sicuramente una delle cose che mi porto dentro al cuore sono i volti dei bambini, che sorridenti ti corrono incontro, ti sorridono, ti saltano addosso, ti chiedono di fargli girare. Molti di loro non sanno che cosa è la vita al di fuori del campo, delle possibilità che potrebbero avere fuori. Sono nati lì, a scuola ci vanno se la famiglia ha i soldi, altrimenti a lavorare per qualche spicciolo. Di fronte a tutto ciò è impossibile rimanere indifferenti. Non posso e non riesco a girarmi dall’altra parte, io voglio stare dalla loro parte.
“I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini il nulla nel tutto” (G. Leopardi)
28 gennaio 2023
Tornato a casa. Sicuramente cambiato dopo una esperienza del genere. Ci vorrà un po’ di tempo per metabolizzare il tutto. La mente e il cuore sono ancora ricchi di sguardi, sorrisi, lacrime, storie, vite. Potrei stare ore a raccontare quello che ho vissuto in questi tre mesi, perché di fronte a tante situazioni non si può stare in silenzio, bisogna parlare, far conoscere. Perché esiste un mondo al di fuori del “nostro”. Noi siamo fortunati perché nati dalla parte giusta. E questa fortuna non possiamo e non dobbiamo tenerla solo per noi, va condivisa. Grazie per avermi accompagnato in questa esperienza.
“L’unica regola del viaggio è non tornare come sei partito. Torna diverso”.
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