16 Novembre 2016
Brasile terra di missioni e vocazioni. La testimonianza di suor Gemma Valero
«Ma tu hai dei figli?» Ogni tanto qui qualche bambina mi pone questa domanda; prima di rispondere, spesso mi viene in mente il versetto 17 del Salmo 45: «Lascerete i vostri genitori ma avrete molti figli».
In Joaquim Gomes, dove ho iniziato la mia esperienza missionaria sette anni fa e dove sono ritornata a vivere l’anno scorso, tutti i bimbi in fondo sono nostri figli. Ci abbracciano quando entriamo nelle nostre tre scuoline; ci vengono incontro quando andiamo nei nostri progetti “costruindo o futuro” e “fazendo a liberdade”; per strada a volte smettono di giocare per dirci o chiederci qualcosa; alcuni vengono in casa anche solo per ricevere una caramella o un dolcino; altri partecipano al catechismo o vengono con noi alle serate di preghiera nelle case e nei bairros; li incontriamo dappertutto.
Soprattutto quando si conosce la loro storia, non si puó che guardarli con tenerezza, restituendo un po’ dell’affetto spontaneo che offrono. Alcuni sono nostri vicini di casa, come Franciele, 4 anni, abbandonata dalla mamma e che vive con la bisnonna e uno zio disabile; o Welington, 8 anni e 6 fratelli: il padre se n’è andato e la mamma ogni tanto si ubriaca così a turno, lui o i fratelli, badano alla piccolina di 3 anni; c’è poi Eduarda, sempre col sorriso, ha 5 anni e la si vede a volte sulla strada con il fratellino in braccio e la sorellina di 3 anni accanto: dov’è la mamma?
Pochi giorni fa ho conosciuto tre fratellini di 2, 4 e 5 anni la cui mamma un giorno se n´è andata: vivono in una casa poverissima, con il papá di 24 anni e una ragazzina di 15 che si è innamorata di lui, assumendo così il carico di tre figli non suoi. Queste sono solo alcune delle tantissime situazioni qui in Joaquim Gomes; molti i casi di maltrattamento, di pedofilia o abuso sessuale che la paura o la vergogna nascondono.
Quando vediamo bimbetti e ragazzini felici nei cortili dei nostri centri di accoglienza o nelle scuole materne, il cuore si allarga: giochi liberi e organizzati, attività artigianali, piccoli momenti culturali e di socializzazione, brevi esperienze di preghiera insieme, un piatto gustoso prima di ritornare a casa. Ad ottobre c’è stato il mese del bambino, quindi una sorpresa in più: un giorno in piscina, una grande vasca d’acqua non proprio trasparente, in mezzo a un prato, dove tuffarsi e restare tutto il giorno. I bambini sono così tanti che nessuno può nuotare, ma si divertono un mondo.
Come ultimo regalo, a fine anno, due rumorosi pullman ci porteranno fino a Maceió, la capitale dell’Alagoas, a 80 chilometri da qui, per vedere le spiagge illuminate e decorate per le feste natalizie: molti bimbi – la maggior parte – non ha mai visto il mare! Immagino già le “bocche aperte” per la meraviglia!
Continuiamo con le piccole gocce, nella speranza che le giovani generazioni crescano con una nuova visione della vita, nonostante le poche opportunità di studio e di lavoro e le scarse prospettive di miglioramento di questa povera Alagoas, uno degli stati più poveri del Brasile, dove soprattutto educazione e salute stanno vivendo le conseguenze della crisi politico-economica-sociale del paese.
«Lasciate che i bambini vengano a me!» disse un giorno Gesú.
È questo il nostro desiderio profondo: che crescano sereni, sani e amici di Gesú.
La scelta di Valdir
«Suor Gemma, spiegami un poco cos’è diventato Valdir?»
È la richiesta di uno dei suoi fratelli.
Difficile rispondere con chiarezza. Un giovane di 36 anni chiamato da Dio a vivere il carisma del “Piccolo Disegno” (così viene chiamata la nostra congregazione dal fondatore padre Jean-Pierre Médaille), senza sposarsi, rimanendo in famiglia, lavorando come insegnante e continuando le attivitá della parrocchia e dei nostri “progetti missionari” in Joaquim Gomes.
Il 15 ottobre, 366° anniversario di fondazione delle Suore di San Giuseppe, Valdir Paulino Da Silva si è infatti consacrato come laico, come già altre persone a Pinerolo e in varie parti del mondo dove sono presenti congregazioni delle Suore di San Giuseppe.
È dunque comprensibile la curiosità di suo fratello e di tante altre persone che si chiedono cosa cambierà, con questo passo, nella vita di Valdir.
C’è già tra i suoi amici chi lo chiama benevolmente irmão, cioè “fratello”, come chiamano la suora “sorella”. Irmão Valdir come irmã Gemma, irmã Myriam, irmã Rosa e irmã Shirley che vivono qui!
Valdir da anni collabora alle nostre attivitá a favore dei bambini e adolescenti più carenti, partecipa al nostro gruppo di Amici del Piccolo Disegno e ha percorso un cammino di formazione con suor Remigia, approfondendo la nostra spiritualità.
Ecco alcune parole che Valdir ha trasmesso al termine della celebrazione: «Qualche volta mi sono chiesto: sarà questo che davvero io desidero e che Dio desidera da me? La risposta è venuta dal mio cuore, dalle mie azioni come missionario, da ciò che ho appreso, dagli incontri con ogni fratello piccolo, povero e dimenticato che ho incontrato andando per le comunità della nostra parrocchia. Ho pregato, prego, ho accompagnato giovani, gruppi, movimenti pastorali. Tutto mi ha dato ancora più forza e coraggio nel discernimento affinché potessi dire il mio sì a Dio con la mia consacrazione».
suor Gemma Valero
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *