22 Novembre 2023
Un libro per ricordare Andrea Grosso
Un anno fa, il 13 novembre 2022, si spegneva Andrea Grosso. Forse non lo conoscevano tutti a Pinerolo, ma certamente lo conoscevano in tanti. E in tanti hanno voluto offrire le loro testimonianze e i loro ricordi che Ives Coassolo ha raccolto nel libro “Andrea, il fratello di tutti” (Vita editrice).
Andrea inizia la sua esistenza a Pinerolo il 12 febbraio 1972 con una malattia poco comune: la spina bifida, una patologia invalidante che non permette di deambulare normalmente e che lo priva della sensibilità agli arti inferiori. «La sua infanzia – scrive Coassolo – trascorre in famiglia tra le cure amorevoli di mamma Piera, già in Paradiso, di papà Gino e della sorella Patrizia. Svolge i suoi studi a Pinerolo e da bambino inizia a domandarsi come mai non possa fare tutto quello che fanno gli altri ragazzi. Ma col tempo impara a conoscere le sue potenzialità. Lavora al mattino all’Ospedale Agnelli di Pinerolo all’ufficio Cartelle Cliniche. E ogni mattina ci va in auto. La sua auto. La mitica Punto bianca appositamente attrezzata per guidarla con le mani. Ogni mattina Andrea carica la sua carrozzella su cui sedeva da quando era piccolo e va al lavoro». Alle sue difficoltà si aggiunge una tragedia che coinvolge casa sua: «La famiglia si trasferisce molti anni fa in Piazza Sabin. Lì c’è l’ascensore ed è comodo il garage. Fino a due anni fa quando lui e suo padre vivono la tragedia dello scoppio del condominio dove abitano. Era il novembre 2021».
Ma Andrea sapeva affrontare le difficoltà con la forza dell’uomo di fede. Una fede che ha rinvigorito dagli anni ’90 quando conobbe il Centro Volontari della Sofferenza di cui diventò presidente, carica che ha ricoperto fino alla sua morte prematura.
«Se state aprendo questo libro, spinti da curiosità o perché lo conoscevate – scrivono la sorella Patrizia e il padre Gino nell’introduzione del volume –, portate il sorriso e la gioia di vivere di Andrea nel cuore. Dovete aver riso a qualche sua battuta, dovete averlo abbracciato, dovete aver visto almeno una volta il suo sorriso e essere stati ascoltati e rincuorati come solo lui sapeva fare. Abbiamo avuto la gioia immensa di averlo come Figlio e Fratello, agli inizi eravamo solo disperati per averlo perduto, ma ora lo sentiamo. Lo sentiamo dentro di noi, pulsare con i suoi entusiasmi, la sua generosità e cerchiamo di vivere seguendo questi valori».
«Raccogliere le testimonianze e i ricordi di Andrea – conclude Coassolo nella postfazione – è stato un privilegio. Non voglio aggiungere altro sebbene miei personali ricordi siano moltissimi. Mi limito a raccogliere a fattor comune due aspetti della personalità di Andrea che è emersa in queste righe. Uno: la sua attenzione personale a ciascuno tanto da farti sentire amico intimo esclusivo. Due: la risata. Non mancava occasione per ridere. Se è vero che la santità consiste nello stare sempre molto allegri Andrea ha davvero vissuto la santità nell’allegria pur nella sua condizione di sofferente».
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