“Gli ultimi giorni del mondo” di Patrizio Righero (ed. Marcovalerio), da poco uscito, è un libro di fantascienza, ma non è un romanzo, bensì una raccolta di brevi racconti, di cosiddetti drabble.
Il drabble è un racconto, formato da cento parole. Esso viene molto usato nel genere fantascientifico e anche il libro di Righero ce ne presenta cento (numero certamente non scelto a caso).
È ovvio che l’abilità dell’autore di tali racconti stia nel creare con pochi tocchi rapidi una situazione, nel dipingere rapidamente una storia con un significato e poi nel terminare con una conclusione che deve essere efficace.
Righero fa proprio questo e ci offre un’abbondante manciata di drabble: presenta una situazione (in genere riguardante un mondo futuro o un mondo alieno) non di rado drammatica o velata di pessimismo, e poi la chiude con una battuta spesso sorprendente, a volte melanconica ed elegiaca, a volte umoristica ma comunque “ad effetto”.
La conclusione di un racconto con una battuta imprevedibile che talvolta rovescia la situazione o comunque colpisce, è un vecchio “device” narrativo già sfruttato da celebri autori come Dino Buzzati, Alphonse Daudet e molti altri. Ma nella fantascienza una conclusione siffatta è particolarmente efficace perché si inserisce in una situazione che già di per sé è fantastica o paradossale e ne rinforza l’effetto straniante.
Nel drabble poi l’efficacia aumenta perché si tratta di un racconto flash, veloce come una sciabolata di luce in un thriller.
Il libro di Righero ci presenta una serie di drabble con epiloghi imprevedibili e a volte stupefacenti.
I brevi racconti, pur essendo tutti di carattere fantascientifico, sono abbastanza vari come soggetti e come esiti. Si va dalla creazione di un essere nuovo (che sorprenderà il suo creatore, lasciando trasparire una fondamentale amarezza e sfiducia nei riguardi dell’ardita operazione del novello dottor Frankenstein), al ritorno di una futuristica donna di origine umana sulla Terra, pianeta dei suoi avi, dove la protagonista ritrova una goccia (è il caso di dirlo) di umanità in una sorta di battesimo laico, suo e del pianeta (l’eterno significato iniziatico dell’acqua attraversa ogni spazio e tempo!).
Spesso i racconti sono improntati ad un certo pessimismo nei confronti del futuro: è il caso di un drabble che è un’amara riflessione sulla politica (la nave, ossia il pianeta, affonda ma i politici non riescono neppure allora a mettersi d’accordo per un intervento efficace).
Il mondo del futuro si presenta con tratti certo inquietanti di disumanità, è un mondo in cui si è perso l’eros e si è persa la civiltà (che no, non sono contrapposti, con buona pace di Freud, ma procedono insieme anche se non certo nel senso che intendeva Marcuse). Terribili i racconti in cui la riproduzione della specie umana non ha più nulla a che fare con il desiderio umano, agghiacciante un breve racconto dove la lettura è considerata un vizio al pari dell’alcoolismo, da cui ci si deve liberare tramite gruppi di sostegno. Più esplicito ancora è un altro drabble dove uno dei due partner di una coppia sparisce ogni sette giorni come faceva Melusina… ma per fare qualcosa di assai diverso.
In questa futura società il rispetto della vita umana potrebbe diventare un valore osbsoleto (I normalizzatori, Servizio sanitario) negato da sinistri programmi di eutanasia sociale e potrebbero verificarsi persecuzioni religiose (L’arresto). Altre minacce hanno il volto di misteriose epidemie virali o quello degli spettacoli cruenti basati su duelli realmente mortali ideati per divertire il pubblico. Perfino lo pscoanalista trascende virtualmente se stesso: siamo alla modernità della modernità!
Eppure anche in questo mondo futuro dominato da un sinistro progresso ci sono sprazzi di cielo: un ragazzo marziano sogna di incontrare i mitici “terrestri” (e il sogno può preludere ad un incontro di poesia e forse fratellanza), un uomo nobilmente testardo fa crescere una piantina di grano nel deserto avvelenato dai gas…
Come in Star Wars, incontriamo pianeti dove si pratica la schiavitù ed esiste una sorta di tratta interstellare, ma non manca il rimando al passato in cui l’amore, l’innamoramento per una creatura lontana ci ricorda la storia medievale di Giauffrè Rudel.
Le citazioni letterarie, infatti, sono numerose e sarà divertente per un lettore un po’ smaliziato scovarle qua e là in una cosmica caccia al tesoro. Oltre all’evidente influenza dantesca presente nella struttura stessa del libro, troverete un omaggio a Petrarca a proposito di un Pellegrinaggio sulla Terra, uno al Don Chisciotte di Cervantes… per non menzionare le citazioni bibliche, a cominciare dalla storia di Giona! E potrebbe perfino capitare che un nuovo stellare Mar Rosso si apra per far passare un Popolo che si affida a Dio.
Perché sì, si parla anche di speranza. Degli extraterrestri dimostrano di avere una coscienza, uno scienziato rinuncia a dimostrare una sua teoria scientifica per non tradire la fiducia di un piccolo cucciolo d’uomo, e perfino un politico (incredibile) rifiuta di bombardare degli inermi anche se gli dicono che «questa è la guerra che metterà fine a tutte le guerre».
E un saggio extraterrestre finirà con l’ammettere che sì, gli umani hanno del buono! (Contatto).
L’autore si concede perfino qualche momento di umorismo puro come nella storia della degustazione del vino marziano (rigorosamente rosso, non occorre dirlo)!
Concludono il libro quattro racconti più lunghi di sapore surreale più che fantascientifico. Ancora una volta il pensiero va a Buzzati e Borges.
La prefazione di Paolo Gulisano, esperto di letteratura fantastica, fa un’illuminante messa a punto sul genere letterario con una disamina della science fantasy e della distopia.
Questo libro non darà al lettore neppure un attimo di noia perché è davvero molto vario e stimolante. Piacerà agli appassionati di fantascienza, ma anche a coloro che dalla fantascienza si tengono lontani perché ne temono gli aspetti troppo “tecnici”, lontani dal gusto, dalla preparazione e dagli interessi del lettore comune. Qui si accenna appena alla tecnologia senza impegolarsi negli aspetti più complicati, nei dettagli scientifici. Perché quel che conta è la situazione nonché la risposta degli esseri umani. Quel che conta è narrare. E riflettere.
Luisa Paglieri
Patrizio Righero, Gli ultimi giorni del mondo. 100 racconti per cento parole, Marcovalerio editore, € 12,00
Il libro può essere richiesto scrivendo a diffusione@vitadiocesanapinerolese.it
oppure acquistato on line al link www.marcovalerio.it
A Pinerolo è disponibile presso la redazione di Vita Diocesana Pinerolese in via Vescovado 1 (0121.37.33.35) e presso la libreria Mondadori (Piazza Luigi Barbieri, 15).