4 Agosto 2023
DIETRO LE QUINTE DELLA MATERNITÀ SURROGATA (e-book gratuito)
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Dietro le quinte della maternità surrogata
Dalla prefazione di Marina Casini
L’intervista realizzata dalla redazione di “Vita Diocesana” al professor Tommaso Scandroglio sul tema dell’utero in affitto cade proprio in un momento propizio: la Camera dei Deputati il 26 luglio scorso ha approvato in prima lettura la proposta di legge che definisce l’utero in affitto (maternità surrogata) reato universale e perciò prevede la perseguibilità del cittadino italiano che, per aggirare il divieto posto dalla legge italiana, si reca all’estero rimpatriando a cose fatte e pretendendo la ratifica dello stato di genitore. Scandroglio smaschera con competenza e chiarezza, dati alla mano, gli inganni, le mistificazioni, lo sfruttamento e la disumanizzazione che si celano dietro le quinte di una pratica che sul palcoscenico si presenta ammantata di altruismo – chi la sostiene infatti parla di “gestazione solidale”, “gestazione altruistica”, “gestazione per altri” “gestazione di sostegno” –, di civiltà (la bandiera è quella dei diritti umani e della libertà!) e di “amore per la vita”. Niente di più falso. Tommaso Scandroglio, incalzato dalle domande, smonta pezzo dopo pezzo il cumulo di falsità e soprattutto mostra il volto mostruoso di quella mentalità dell’ “io e mio” che – all’origine della cultura dello scarto – finisce per inghiottire quanto di più prezioso esiste nell’umano e nell’umanità: l’accoglienza dei figli come dono, la bellezza della relazione madre-figlio durante la gravidanza, la ricchezza della complementarietà maschile-femminile in ordine alla generazione e all’educazione dei figli (ragione per la quale le moderne carte sui diritti dell’uomo definiscono la famiglia “cellula fondamentale della società e dello Stato”).
Le risposte di Scandroglio – puntuali, documentate, precise, comprensibili, mai esitanti – fanno emergere un quadro profondamente inquietante: l’affitto di utero è una pratica che altera le relazioni riducendo a cose donne e bambini; una pratica legata ad una distorsione organizzata e pianificata della maternità, della paternità, della filiazione, inserite in una logica produttivistica, in una catena di montaggio aperta al rifiuto e all’esclusione (non è affatto un dettaglio che l’aborto volontario sia previsto nel contratto quando il bimbo non è gradito perché non rispondente alle aspettative o perché la gravidanza è gemellare); una pratica di sfruttamento mercantile (dove chi trae maggior vantaggio economico sono le cliniche, gli intermediari, i consulenti legali) e di violenza psicologica, di pretesi fasulli diritti inesistenti che mutilano e deturpano i veri diritti; una pratica che oltraggia la dimensione del dono caricaturandola di dolciastro altruismo.
[…] Una parola conclusiva – e sono certa della condivisione di Scandroglio –: non è sufficiente ribadire “no” all’utero in affitto, è necessario proclamare “sì” all’uguale e inerente dignità di ogni essere umano, quindi sin dal momento in cui ogni essere umano inizia ad esistere in quel “big bang” chiamato concepimento. Quel piccolissimo figlio è uno di noi. Solo questo riconoscimento, accolto dalla società, mette al riparo da abusi, discriminazioni, sfruttamenti e prepotenze di ogni tipo, e solo da qui possiamo gettare solide basi per un più alto livello di civiltà e costruire sempre più pienamente e autenticamente la fraternità, la pace e i diritti dell’uomo (quelli veri!).
Marina Casini
Presidente Movimento per la Vita
e della Federazione One of Us
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