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Con "La promessa degli sposi" Joram Gabbio ripropone e attualizza il più importante romanzo storico della letteratura italiana

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Per acquistare il libro scrivi a vita@diocesipinerolo.it

Giovedì 23 novembre alle ore 18 la Parrocchia Spirito Santo Pinerolo ospiterà la presentazione del nuovo libro di Joram Gabbio (docente di Lettere e vicepreside del Liceo Classico G. F. Porporato), dedicato a “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Alla serata, animata da un affiatato gruppo musicale, interverrà anche il vescovo Derio Olivero.

A 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni “I Promessi sposi” hanno ancora qualcosa da dire ai giovani e agli sposi di oggi?

Renzo e Lucia si propongono moderni più che mai: suscitano e suggeriscono una promessa che scintilla di speranza. Le traversie della vita, meritate o no, si possono superare. Una promessa vibra più grande di noi.

Parole alte. Ma oggi, dal punto di vista dei legami, il trend sembra quello di volare basso con relazioni (e anche identità) piuttosto fluide. Come colmare la distanza tra l’immagine manzoniana del matrimonio e quella attuale dello “stare insieme finché dura”?

Il sogno del nostro cuore è il “per sempre”: anche quando non va così, anche quando ci scopriamo fragili. Renzo e Lucia sperimentato le fragilità personali, e della vita, ma non rinunciano alle attese di felicità. Con relazioni fluide ed il “finché dura” siamo davvero felici? La strada di fedeltà percorsa da Renzo non è forse più intrigante?

Quanto “ricerca della felicità” troviamo nell’opera manzoniana? E Manzoni stesso è stato un uomo felice?

I personaggi manzoniani sono spicchi della umana sete di felicità. l’Innominato è l’indomito cercatore per eccellenza. Per Federigo e Cristoforo la felicità vive nel servizio. Poi ci sono i negativi fotografici della felicità: Abbondio ne è privo, perché concentrato su di sé; Rodrigo è troppo viziato, quindi incapace di sognarla. Renzo e Lucia? Per loro la felicità è vera se condivisa.

Il cuore di Manzoni fu un guazzabuglio di ricerca; a tratti fu felice, ma sperimentò l’acquisizione di Agostino: «il mio cuore è inquieto finché non riposa in Te», ovvero finché non trova Dio.

Gli studenti che incontri in classe come reagiscono di fronte a “I Promessi sposi”? Restano indifferenti o si appassionano?

Innanzitutto mi appassiono io per la gioia di leggerli con loro. Mi emoziona trattare degli errori di Renzo per parlare ai ragazzi delle sfide che affrontano; gioisco nel raccontare il delicato coraggio di Lucia, o la generosità di Federigo.

Francamente non vedo indifferenza, ma interesse in senso latino, ovvero interazione, nel privilegio antico e sempre nuovo di poter raccontare una storia. Che poi, questo è il bello, è la storia di ognuno di noi.

Veniamo al tuo libro il cui titolo riprende quasi letteralmente quello del capolavoro Manzoniano. Perché questa scelta?

Il titolo, che avevo in mente ancora prima di scrivere il libro, è una divertita parafrasi di quanto, secondo me, costituisce il cuore del romanzo: la “promessa degli sposi” è il traguardo di Renzo e Lucia, ma è anche una partenza. Ed è la luce che, a ritroso, si proietta su tutta la vicenda. Una promessa più grande di noi ribolle e fermenta inarrestabile.

Il libro si conclude con gli inni sacri, testi meno noti, che tu in qualche modo riconduci all’interno delle dinamiche spirituali de “I Promessi sposi”. Quale relazione tra i contenuti della prosa e della poesia manzoniana?

Manzoni si dedicò per decenni a “I Promessi sposi”, ma non è riducibile al romanzo. La sua genialità sta nell’offrire in forma narrativa e popolare una notevole densità poetica, liturgica e teologica. La comprensione degli Inni sacri, ed anche delle tragedie, è radicale per leggere il romanzo.

Su “I Promessi sposi” sono stati scritti centinaia di libri. Che cosa aggiunge il tuo a ciò che già si sa?

Aggiunge per me un’ulteriore esperienza di amicizia e condivisione con quanti mi hanno accompagnato. tu, Patrizio, e poi Gigi, il disegnatore, ed i musicisti con cui stiamo lavorando per le presentazioni.

Per il lettore propone una declinazione di Manzoni sul “cammin di nostra vita”… Le montagne tratteggiate in copertina e San Maurizio che spunta sullo sfondo suggeriscono che la promessa degli sposi interpella ciascuno di noi.

Patrizio Righero 

Per acquistare il libro scrivi a vita@diocesipinerolo.it

 

 

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