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Lettere al direttore  

Lettera aperta: “Un sogno...niente dovrà essere come prima nella “palude...Svegliatevi!”

Lettera aperta: “Un sogno...niente dovrà essere come prima nella “palude...Svegliatevi!”

Il re è nudo…La consulta è una burla e voi siete in una palude! Ma non ve ne siete accorti? Ma siete ciechi? Svegliatevi!”.

Dice mio figlio sghignazzando, quasi torcendosi dalle risate in maniera assai poco rispettosa. “Ma che dici?…Ma come ti permetti! Vieni qui!”. Intanto lui se ne va, girandomi le spalle. Rimurgino tra me: “Non è più come ai miei tempi…’Sti giovani! A mio padre non avrei mai osato rivolgermi così”. Guardando a mio figlio che si allontana, non mi sono accorto della moglie del medico che avvicinandosi mi ripete quasi esattamente le parole che prima aveva rivolte al marito: “Secondo me non siete diventati ciechi, secondo me lo siete. Ciechi che vedono, ciechi che, pur vedendo , non vedono“.

Il tempo di girarmi verso la signora per dire “Scusi signora, non ho capito…” e anche lei si allontana. “Sono diventati tutti matti. ‘Sta pandemia fa davvero brutti danni…”. Faccio qualche passo e all’improvviso mi inchiodo, ripenso a quello che hanno detto mio figlio sghignazzando, la moglie del medico avvicinandosi, e mi rendo conto che -per una qualche combinazione imprevista pure dal fato che aleggia sul destino degli esseri umani- negli ultimi cinque minuti la realtà, come in sogno, non ha fatto altro che raccattare velocemente le tre o quattro cose essenziali del momento, le ha frullate e me le ha servite chiedendomi il conto (“E adesso che farai?”): un libro appena finito di leggere, vecchie e imprescindibili favole, una lettera…E allora ripenso a quanto accaduto nelle ultime ore nella “palude” di Pinerolo, e mi ricordo…

Ricordo che nei giorni della pandemia, nelle ultime ore, non il bambino irriverente della favola ma sette pinerolesi “maturi”, per età e per l’esperienza costruita dalle vicende della vita, hanno voluto denunciare la “verità”, qualcosa di simile a “Il re è nudo”. Accostandosi al corpo stanco della città, immobile come la palude che pare essere diventata pure la nazione che contiene l’immobile città, sette pinerolesi ne hanno sollevato il “sudario” ed hanno scritto quel che anche altri vedono, tacendo: anche nella palude di Pinerolo, ai partiti politici (destre, sinistre, sotto o sopra) pare non importi nulla di cittadini e cittadine che si offrono al servizio della comunità, volontariamente e disinteressatamente. E questo perché, aldilà della burla di programmi elettorali sempre tutti uguali, e mai attuati, infarciti delle parole e dei principi che vanno di moda –“Partecipazione! Trasparenza! Legalità! Onestà!“- i partiti sembrano avere “orrore” di “nuovi venuti”, di “estranei”. Nelle segrete stanze-stanzucce-sgabuzzini ove si decidono le vicende della comunità, pare che gli estranei non siano ben accetti.

Perché? Perchè non hanno firmato un tacito patto? Quale? Quello del “gattopardo”? Perchè il “potere”, piccolo o grande che sia, non è giocattolo da lasciare incustodito nelle mani di donne e uomini che -disinteressatamente- anelano al bene lungimirante della comunità? Perchè per il “potere”, piccolo o grande che sia, è necessario fare in modo che gli ingenui cittadini si distraggano e si trastullino passando il tempo col gioco della “democrazia”? Perchè “il gioco della democrazia” in realtà costa poco, è a buon mercato, in vendita in tanti “negozi” del Paese e tante sono le figurine con cui divertirsi: “votazioni, elezioni, tavoli, assessori, sindaco, deputati, senatori, tavoli, consulte, partecipazione, trasparenza, legalità…democrazia, partito, nomine, privilegi…”? E per chi vince al gioco, “ricchi premi e cotillons!”...mentre il potere vero gioca e agisce altrove, al riparo da occhi ingenui.

E allora, si saranno detti i maturi pinerolesi, come non avrebbe dovuto diventare una “palude” il luogo, la regione, la nazione, dove “quattro amici al bar” si ritrovano a deciderne le sorti impossessandosi di una bandiera da sventolare ad un gregge di “tifosi” che a volte neppure sanno quali giocatori hanno occupato il campo? E come non ricordare che tante cose, cosa fossero diventati quelle squadre inquietanti detti “partiti”, le aveva rivelate già nel secolo scorso il famoso centravanti della “Sinistra F.C”., tale Berlinguer Enrico!

Te lo ricordi? Ma chi se lo ricorda quel centravanti e la sua “Questione morale”? …Berlinguer chi? E la Sinistra F.C.? Così ci diranno: “Retrocessa! Sparita! E’ da anni che forse non gioca più! “

E allora a che serve parlare ora, dopo tanto tempo…” si saranno chiesti i nostri pinerolesi maturi.

Ma no, vedrai che serve: ci sono altri cittadini e cittadine volenterosi, responsabili disinteressati… C’è l’Agora! C’è la Comunità…C’è la stampa!…C’è la Democrazia!…E l’abbiamo sentito tutti il nostro vescovo Derio, guarito dal coronavirus, anche Lui a dire che bisogna partire dalla comunità! E l’ultima pubblicità della LAVAZZA? Charlie Chaplin che esorta, commovente, ad essere “tutti uniti”! Vedrai, stavolta sveglieremo “la palude!”.

Questo forse si saranno detti i nostri pinerolesi, sollevando il sudario di Pinerolo. Invece, forse, invano aspetteremo che si levino altre “voci dalla palude” perchè, non solo a Pinerolo, imperativo pare essere l’antico adagio che ha “calabrizzato” il Paese intero: Chinati juncu, ca’ passa la china“. Chinati giunco e lascia passare la piena; non replicare mai e lasciare passare tempo, tutto sarà presto dimenticato e la palude tornerà ad essere di nuovo immobile; il sempiterno adagio del padre provinciale ne “I promessi sposi”, “l’esperto”: “troncare , sopire…sopire, troncare”.

Sarà così anche questa volta? E se invece fosse cambiato davvero qualcosa?

E se invece fosse arrivato il tempo di Morandi? “Vedrai, qualcosa cambierà, vedrai…”. Oppure, addirittura, se fosse arrivato il tempo agognato da Paolo Borsellino e Giovanni Falcone? Il tempo in cui in cui in tanti vorremmo sentire: “(…) la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità (…)”?

Sarebbe il miracolo, la rivoluzione, la fine della cecità!

E qui finisce “il sogno”. Mi sveglio, non “di colpo” ma mi sveglio. E inizia la realtà: aspetto vostre notizie, mi aspetto di risentirci presto, pure con le modalità concesse e permesse dalla “pandemia”, pure in video-incontro”.

A presto e cordiali saluti a Tutti.

Arturo Francesco Incurato 

cittadino, innamorato di Pinerolo,

spesso “poco utilmente vedente, parlante, scrivente” 

referente Associazione “Rita Atria” Pinerolo

membro della Consulta Ambiente

 

Nota: – Jose Saramago – “Cecità”: “(…)Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo , non vedono“(…).

 

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