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Lettere al direttore  

Egle Possetti: prolungamento della concessione? Autostrade per l'Italia prima curi la sicurezza

Egle Possetti: prolungamento della concessione? Autostrade per l'Italia prima curi la sicurezza

Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, commenta la richiesta dell’AD di Autostrade per l’Italia di prolungamento della concessione.

 

 

Il testo scritto da Egle Possetti

Con l’inizio dell’anno leggiamo sul “Secolo XIX” un’intervista dell’AD di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi.
Traspare dalle sue parole grande orgoglio per gli ottimi risultati economici, molto entusiasmo sui nuovi progetti esecutivi su varie infrastrutture, traspare serenità per un rapporto molto collaborativo con il MIT, traspare anche molto ottimismo sui sistemi di sicurezza con nuove tecnologie, ma soprattutto, visto che l’Unione Europea lo consentirebbe, emerge chiara una richiesta di prolungamento della concessione.

E con questa ciliegina sulla torta vorremmo iniziare le nostre riflessioni, emerge un clima festaiolo, quasi come se dalla bocca dell’AD uscissero fuochi di artificio che illuminano il paesaggio, i ponti e le gallerie.

 

Attendere la chiusura del processo penale

È nostro dovere ricordare che questa società, pur vero con altri azionisti, non può lavarsi la coscienza e richiedere un allungamento della concessione, questa società prima di richiedere questo vantaggio finanziario e societario, deve attendere la chiusura del processo penale in corso, non basta essere usciti dal processo come responsabili civili ed imputati ai sensi della 231, i suoi dipendenti sono imputati per la morte di 43 persone, numerosi feriti e di tutti i danni alla città, e questa pagina non è ancora chiusa.

 

Sicurezza come priorità

Questa società deve necessariamente curare e riportare ad uno stato di sicurezza accettabile tutte le infrastrutture carenti paurosamente di manutenzione dopo 20 anni di concessione, nessuno può affermare che dopo poco più di 5 anni si siano già recuperate tutte quelle carenze, sarebbero solo parole al vento.

 

Meno utili, più manutenzione

L’unica soluzione, caro AD, è fare qualche utile in meno e provvedere a risanare adeguatamente e con sistemi seri quanto non è stato fatto fino al crollo ed oltre.
Siamo stufi di vedere che i diavoli stiano iniziando a vestire abiti firmati, siamo convinti che sotto a questa eleganza ci sia purtroppo ancora tanta melma da rimuovere.

 

L’importanza dei controlli umani

Veniamo alla sicurezza, siamo molto preoccupati di sentire parlare di mirabolanti sistemi di controllo, anche se certamente non siamo contro la tecnologia seria, tutt’altro.
Ricordiamo però che nessun sistema elettronico, anche avanzato, potrà mai sostituire completamente la mano, lo sguardo, l’esperienza di un tecnico umano.
Queste strutture hanno troppe variabili che non sono sintetizzabili, né completamente catalogabili.

 

Investire sulle strutture che già ci sono

Ce lo ricordiamo purtroppo tutti il RIMT (sistema di monitoraggio in uso prima del crollo) ed i risultati assolutamente inadeguati e fuorvianti nella gestione dei problemi delle infrastrutture in calcestruzzo.
Sappiamo bene quanto sia vivace il dibattito fra tecnici esperti su questi argomenti, siamo convinti che questa tragedia abbia dimostrato che nessuno possa più permettersi di sottovalutare la necessità di controlli diretti e costanti sul campo, indispensabili per il controllo e la cura di queste strutture.
Forse per questa società è più importante costruire nuove strutture, che magari saranno finanziate, piuttosto che investire in modo adeguato sull’esistente.

 

Il Ministero sorvegli adeguatamente

Siamo anche colpiti che ci sia grande intesa con il MIT, in cuor nostro speriamo e pretendiamo come cittadini che il ministero competente faccia adeguatamente i controlli necessari, che finalmente dopo anni di incompetenza, inadeguatezza e gravi carenze prima del crollo, possa gestire con dovizia la sicurezza di tutti i cittadini, auspichiamo che i controlli ministeriali non continuino “con i passaggi in auto guardando dal finestrino”.

 

Ricordare quanto è accaduto

Nessuno può dimenticarsi quanto accaduto, né ora, né mai, non crediamo alla favola della povera Biancaneve, non ora, non parlando di questa società.
Non possiamo accettarlo noi, non possono accettarlo i cittadini, non devono accettarlo le istituzioni.
Questa società faccia il suo lavoro con solerzia, umiltà ed onestà, senza pretese e vedremo se guardando sotto ai vestiti eleganti fra qualche anno la melma sarà diminuita.

Egle Possetti
Presidente Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi

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