Spett.le Redazione,
mi chiamo Anna e voglio raccontarvi una storia, una storia vera di un sacerdote. Luigi Novarese nasce a Casale Monferrato (Alessandria) il 29 luglio del 1914. La malattia – coxite tubercolare – e la sofferenza segnarono la sua infanzia ed anche la sua adolescenza. La preghiera, l’intimità con Gesù Eucarestia e il desiderio di aiutare gli altri, lo resero forte e combattivo. Mentre i medici si arresero, Luigi continuava a chiedere con insistenza la sua guarigione al Signore. Scrisse a Don Filippo Rinaldi, terzo successore di Don Bosco, di pregare per la sua guarigione. La ottenne grazie all’intercessione di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco. Nel suo pellegrinare tra ospedali e sanatori, si accorse che la persona ammalata era ai margini della società, era considerata meno di niente. Decise di dedicare la sua vita alla valorizzazione della sofferenza, prima come medico e poi come sacerdote. Fu consapevole che quando ci si trova a percorrere la strada della sofferenza, si ha bisogno di sanare le profondità del cuore, per poi sanare la sofferenza del corpo. Nel 1947 fonda il CVS (Centro volontario della Sofferenza). Il suo obiettivo l’adesione alle richieste di preghiera e penitenza della spiritualità mariana di Lourdes e Fatima.
I “volontari della sofferenza” sono i nostri fratelli sofferenti, che offrono il frutto soprannaturale delle loro preghiere e del loro dolore per l’umanità, completando la passione di Cristo, trasformando la croce dell’uomo in uno strumento d’amore, scoprendo attraverso quella croce il volto misericordioso di Dio, permettendo a Dio di entrare nella loro storia e di starle accanto per poi risorgere con lui e in lui. È apostolo ubbidiente alla Parola del Padre, ne da testimonianza, arruolando a sua volta altri ammalati, in un grande esercito di salvezza. Il fratello sano è colui, che, condivide la medesima affinità, prestandosi non solo ad accompagnare il malato, sostituendosi alle sue gambe, o alle sue braccia, oppure ai suoi occhi, ma anche vivendo insieme una spiritualità Mariana, per meglio comprendere la presenza di Gesù tra noi.
Questo spostare l’accento sull’azione del malato facendolo divenire soggetto attivo e fonte di speranza, contrasta la visione comune che vede la persona ammalata, non più autonoma, come peso o come un castigo Divino. Questo è l’anno della fede: occorre rivedere il concetto di fede, non solo come adesione ai dogmi ecclesiastici, ma come fiducia totale in Dio nostro Padre. Con grande gioia annunciamo questo grande avvenimento: il nostro fondatore, il venerabile mons Luigi Novarese, l’11 maggio 2013 a Roma sarà dichiarato “Beato” della Chiesa. Una conferma importante: egli ha vissuto con grande intensità la sua vocazione di prete e la sua missione di riportare a un espresso valore pasquale la sofferenza di tante persone, (tra cui anche la mia sofferenza.)