Marzo 2015
Caro Direttore,
l’8 marzo, come noto, è la giornata internazionale della donna.
Ricorrenza nata su un tragico evento (la morte di donne) e diventata poi un modo di omaggiare tutte le donne, nei loro diversi ruoli, mogli, madre, nonne, amiche, colleghe, figlie.
Un’occasione per regalare un fiore e far girare così l’economia.
Ha o dovrebbe avere però un significato molto più profondo, dovrebbe servire a ricordare l’impegno che altre donne prima di noi hanno portato avanti nel mondo per le pari opportunità e per una dignità personale e professionale.
Dovrebbe essere un’occasione per fermarci a riflettere – più del solito – sul ruolo delle donne nella società.
Dovrebbe essere un’occasione per sollecitare il cambiamento delle condizioni di vita delle donne dove necessario.
Dovrebbe essere un’occasione di pensare al coraggio e alla determinazione di tante donne, comuni ma speciali.
Dovrebbe essere un’occasione di ricordare a tutte le donne comuni, semplici che con il loro piccolo contributo hanno contribuito in modo straordinario, passo dopo passo, a cambiare al storia dei loro Paesi, della loro comunità, del modo comune di pensare.
Dovrebbe ….
Potremmo scrivere ancora tante parole, ma ci fermiamo qui, invitando tutti, uomini e donne a pensare.
Solo così si cambierà la cultura, si cambierà il mondo.
Piera Bessone
Presidentessa Associazione Donne Pinerolesi
Cara Piera,
condivido la tua riflessione. E vado oltre. “Dovrebbe” non basta. Occorrono gesti concreti, punti di non ritorno. In tutti i settori. Nella politica, nel lavoro, nella vita quotidiana. Anche nella chiesa.
Ogni racconto in questo senso merita attenzione. E le pagine di Vita sono sempre disponibili per dar loro spazio.
P.R.