6 Maggio 2014
Vita junior 4 maggio
Emmaus, quando Gesù fa le sorprese
(Lc24, 13-25)
A Gesù piace fare delle belle sorprese ai suoi amici. Così si mette a camminare insieme ai due discepoli che stanno andando da Gerusalemme al villaggio di Emmaus. Ma Cleopa e il suo compagno di viaggio non sono capaci di riconoscerlo subito. Anzi, pensando che sia forestiero e non conosca quanto è avvenuto a Gerusalemme nei giorni precedenti, gli raccontano la cattura e la morte di Gesù.
Gli dicono anche le strane parole udite dalle donne andate al sepolcro, ma ormai le loro speranze si sono spente. Gesù però è sempre il maestro buono e allora inizia a parlare e racconta come la morte di Cristo era stata annunciata tanto tempo prima da Mosé e da tutti i profeti. Gesù è come se accendesse una luce nuova sulle parole della Bibbia perché questi discepoli possano capirla nel modo giusto.
Camminano insieme, tutti e tre. I due discepoli ancora non sanno chi è veramente il loro misterioso compagno di viaggio ma si trovano bene con lui, il loro cuore si riscalda e vedono con occhi nuovi le parole della Sacra Scrittura.
Per questo quando sono vicini al villaggio gli chiedono di rimanere con loro: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Ed ecco che finalmente, quando sono seduti attorno alla mensa gli occhi del loro cuore si aprono completamente e lo riconoscono. Sì, lui, quel misterioso compagno di viaggio che ha fatto passare velocemente le ore del cammino è proprio Gesù risorto.
Lo hanno riconosciuto quando ha benedetto e spezzato il pane ma, proprio in quel momento, il Signore sparisce dalla loro vista. Gesù ha fatto la sua parte, e l’ha fatta fino in fondo, ma adesso tocca a loro. Devono correre dagli altri apostoli per annunciare che Gesù è vivo, è veramente risorto.
Questo bel racconto fa capire molte cose anche a noi che siamo un po’ come i due discepoli diretti a Emmaus. Ci insegna infatti che per capire la Bibbia ci vuole la luce di Gesù e che per riconoscere chi è veramente Signore non si può fare a meno del pane spezzato nell’Eucaristia, offerto ogni giorno, fino alla fine del mondo, per la salvezza degli uomini.
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