4 Marzo 2013
Vita Junior 3 marzo

Ma quanto è grande la pazienza di Dio?
(Lc 13,6-9)
«Disse anche questa parabola: un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai». Gesù racconta la parabola del fico che non porta frutto per parlare della misericordia e della pazienza di Dio. Un uomo ha un fico piantato nella sua vigna che dopo tre anni ancora non ha portato alcun frutto. Il nostro albero non ha scuse, ha ricevuto molte cure per molto tempo e non ha dato nulla in cambio. Finora il padrone è stato paziente, ha aspettato un anno, due, tre. Ora però il tempo della pazienza sembra finito e lui ordina che il fico sia tagliato. Questo non è un padrone cattivo ma giusto, è giusto infatti che l’albero sterile sia tolto per lasciare il posto a chi sa dare buoni frutti. A questo punto però Gesù ci fa vedere la misericordia del vignaiolo che dice «Padrone lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime, vedremo se porterà frutti per l’avvenire». Il vignaiolo è paziente oltre ogni misura, chiede ancora tempo perché non vuole che il fico muoia ma anzi vuole curarlo ancora più e ancora meglio. Il significato della parabola è molto chiaro. Gesù è questo vignaiolo che prega il Padre per tutti noi e si ostina a credere nella nostra buona volontà e nei nostri propositi. La sua pazienza è grande oltre ogni immaginazione, come grande è il suo amore e, per questo, non solo vuole continuare a “zappare attorno a noi e a metterci del concime” ma, addirittura, stende le sue braccia sulla croce per essere lui ad essere tagliato e a morire al posto nostro. Grazie Gesù per la tua pazienza piena di amore; grazie per la tua fiducia e la tua misericordia. Grazie perché credi ancora in noi quando nessuno lo farebbe più; aiutaci a credere sempre di più in te che ci dai la salvezza e la vita.
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