7 Giugno 2013
Vita Junior 2 giugno

Gesù ci dice «non piangere»
(Lc7,11-17)
È tutto finito per quella povera donna di Nain. Prima loro erano una famiglia. Una piccola famiglia in verità, lei, moglie e mamma, il marito e il loro unico figlio. Poi ad un certo momento hanno iniziato a succedere cose brutte, molto brutte. Prima è morto il marito e si è ritrovata sola con quel figlio maschio, il suo unico amore e, in futuro, il suo unico sostegno.
Ma non è finita lì perché adesso anche quel giovane ragazzo se ne è andato per sempre, morto come il papà e per lei non c’è più niente di bello, niente gioia, niente conforto. Ora ciò che la aspetta è una vita fatta di solitudine, tristezza e povertà.
Ma la storia di questa vedova non finisce qui perché, proprio mentre accompagna il figlio morto al sepolcro, la sua strada si incontra con la strada di Gesù, e tutto cambia. Gesù la vede, sente tutto il suo dolore e le dice «non piangere». Non lo dice solo con le parole, ma anche con le azioni, con gesti e fatti. Lui ha il potere di far tornare in vita il ragazzo e così tocca la bara e il giovinetto subito si mette a sedere e a parlare.
Poi Gesù lo consegna alla mamma perché quel suo figlio, nato una seconda volta, ora è diventato un regalo che lui fa alla vedova. Gesù è Dio e il suo dono è la vita…
Ora questa donna è molto più ricca di prima, non solo ha ritrovato il figlio perduto, ma ha trovato Gesù, il Figlio di Dio. D’ora in poi ogni volta che guarderà questo figlio risuscitato non potrà fare a meno di pensare a Gesù che, proprio nel momento più brutto, le ha fatto capire che Dio, anche se sembra lontano, è sempre vicino a chi è nel dolore.
Ricordiamoci di queste cose quando abbiamo dei problemi e dei dispiaceri piccoli o grandi. Nei momenti in cui incontriamo il dolore non lasciamo che la tristezza riempia del tutto la nostra vita.
Può sembrare una cosa difficile ma ricordiamoci, in quei momenti, che su tutte le strade possiamo incontrare Gesù che vede quello che ci fa stare male, ha compassione di noi e con la tenerezza e la forza del suo amore ci dice ancora, come alla vedova di Nain, «non piangere».
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