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Zuppi a Pinerolo: la chiesa del futuro è una chiesa di comunità

Zuppi a Pinerolo: la chiesa del futuro è una chiesa di comunità

«Il cardinale ci ha fatto sentire il profumo buono dell’umanità e ci ha fatto appassionare ancora una volta al fatto che il Vangelo è una cosa molto seria e molto liberante». Così, ieri sera, il vescovo Derio ha sintetizzato l’intervento che il presidente della CEI, cardinale Matteo Zuppi, intervistato dal direttore di Famiglia Cristiana, don Stefano Stimamiglio, ha tenuto nella sala “D. Bonhoeffer” del Seminario di Pinerolo, nel contesto del Festival della comunicazione.

Con semplicità e una buona dose di simpatia, il cardinal Zuppi ha richiamato l’importanza delle relazioni: «Se c’è una comunicazione d’amore, quella te la ricordi». Sulla questione dell’intelligenza artificiale, tema del messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali, ha ricordato chi «resta indietro», con un pensiero particolare agli anziani e a chi rischia di perdere dei diritti. «Cerchiamo di non atrofizzare l’intelligenza naturale e di comunicare uno spirituale bello, possibile, umano, vero».

Interrogato sul futuro della Chiesa, Zuppi ha risposto: «La chiesa del futuro deve essere una chiesa di comunità». E ha spiegato che «la chiesa deve andare incontro agli altri. Non è scontato. Non possiamo essere cristiani senza andare incontro agli altri. Altrimenti rischiamo di rendere il Vangelo un prodotto per il benessere individuale. Il Vangelo è molto di più! Non è uno dei tanti prodotti per stare tranquilli. Ci inquieta e ci fa soffrire. Davanti al prossimo occorre sporcarsi le mani».

Poi la questione della pace: «Noi siamo la prima generazione che ha goduto di un periodo così lungo di pace. Abbiamo la responsabilità di lasciare un mondo vivibile alle nuove generazioni. Invece siamo di fronte a delle guerre che si eternizzano. La contaminazione del male, dell’odio e della violenza arriva dappertutto. È da folli far finta di niente. Restiamo connessi sì, restiamo connessi con tanta conferenza. Se accettiamo che la pace sia solo una tregua, non lasciamo un mondo come lo abbiamo trovato. Lo lasciamo peggiore».

L’ultimo input di don Stimamiglio è stato sull’Europa, nell’imminenza delle elezioni. «L’Europa è una cosa straordinaria: è la prima volta in cui i nemici hanno scelto di stare insieme – ha osservato Zuppi –. È una cosa straordinaria per i valori, anche se poi tutti conosciamo le derive, quando tutto si riduce ai diritti individuali a scapito di quelli collettivi. Un esempio: il voler introdurre nella costituzione il diritto all’aborto. No! Non ci stiamo. È proprio la negazione del diritto alla vita». E ha concluso: «L’Europa ha un enorme patrimonio. C’è la ricchezza della centralità della persona. Questo forse anche noi dovremmo rivendicarlo di più».

Foto Lino Gandolfo

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