22 Dicembre 2014
Nascere in tempo di crisi

22 dicembre 2014
Il 2014 ha visto aumentare sul nostro territorio le emergenze abitative e occupazionali
Quando nasce un bambino è sempre una festa. Anzi è la festa più bella. La forza e la potenza della vita sono lì davanti a noi in un piccolo essere umano, fragile, indifeso, bisognoso di cure e affetto, ma anche forte, bello, nuovo. Di fronte ha un orizzonte sconfinato e inesplorato, tutto da scoprire. Molto è già avvenuto in quel momento, ma molto deve ancora avvenire. Chi sarà, cosa diventerà, per chi o per cosa dovrà soffrire, chi incontrerà, chi amerà? C’è fascino e vertigine nel considerare le infinite possibilità che una nuova esistenza porta con sé. Fermarsi e contemplare questa creatura è un dovere e un piacere. C’è molto da imparare.
Poi, immediatamente dopo, inizia l’esistenza, la quotidianità, il cammino su questa terra. Si deve per forza fare i conti con la realtà concreta in cui il piccolo crescerà. Cosa troverà ad esempio chi nasce qui da noi, in quello che si definisce il nostro territorio? Innanzitutto la famiglia, si spera un papà e una mamma che si amano e lo hanno voluto e atteso con gioia. Ma non sempre è così. Famiglie vere esistono ancora e in gran numero, ma aumentano sempre più le separazioni, anche dopo poco tempo dall’inizio del matrimonio o della convivenza, anche con figli piccoli. Chi lavora nella scuola dell’infanzia o primaria conosce bene tutto ciò e può constatarne la crescente frequenza. Soprattutto, però, conosce molto bene i tristi effetti che tali vicende provocano sui bimbi, il cui mondo, ancora piccolo, è popolato principalmente da un uomo e una donna che vorrebbero sempre sentire felici e vicini. Ma una famiglia deve anche avere una casa. Molti troveranno allora una casa, magari anche bella, in una zona tranquilla di Pinerolo, o in collina, o in un paesino delle nostre valli, nella pianura, o forse in montagna. Ma l’emergenza abitativa è una realtà sempre più evidente, di cui più volte abbiamo trattato su queste colonne. Anche da noi nascono bambini che una casa non ce l’hanno o che dovranno lasciarla. Probabilmente ci sono anche dei bambini che non nasceranno perché la casa è un problema troppo grande per chi vorrebbe concepirli.
Il calo delle nascite è un fatto. Se nel 2013 i nati nell’Ospedale Agnelli di Pinerolo sono stati 1036, nel 2014 (ad oggi) ne sono stati registrati solo 915.
La casa è un diritto. Ma anche il lavoro lo è. La sua mancanza o la sua precarietà si ripercuote inevitabilmente sui più deboli, sui più indifesi, sui più piccoli. Ferie forzate, cassa integrazione, montagna che si spopola, aziende che chiudono, artigiani e commercianti in crisi, non sono un bel panorama per chi si affaccia alla vita, anche per chi lo fa in una famiglia ancora solida, con un lavoro e una casa. Perché più di tutto è la prospettiva, il futuro, che in questo tempo sembra farsi incerto, per tutti.
Forse la crisi più insidiosa è proprio la mancanza di voglia di progettare, di guardare avanti, di buttare il cuore oltre l’ostacolo, per usare una frase abusata. Quando mancano motivazioni si crea un vuoto, una mancanza, e questo vuoto si riempie di cose negative, brutte, che in qualche modo tutti respiriamo e che a volte approdano sulla nostra cronaca. Un malessere diffuso che se di rado, almeno da noi, produce eventi sconvolgenti, si fa comunque sentire, specialmente nel mondo dei ragazzi e dei giovani. La “cultura” dello sballo, comportamenti violenti, “bulli” sempre più piccoli nelle scuole, sono l’unica risposta che alcuni di loro sanno dare a questo vuoto. E poi c’è la sfida dell’immigrazione. Inarrestabile. Certo genera solidarietà ma pure incomprensione, barriere, piccole e grandi guerre. In questo il nostro territorio è cambiato e anche con questo dovrà confrontarsi chi nasce oggi.
Però di fronte a tutto ciò rimane sempre quella festa, la festa della vita, che si respira attorno ad ogni culla. Un bambino che nasce porta con sé qualcosa di unico, perché è speranza di futuro che diventa carne e sangue, un essere umano. Ogni bambino che nasce fa rinascere ancora una volta l’innocenza e la purezza nel mondo, qualunque cosa sia accaduta prima. Fermiamoci un momento, è tempo di accettare questa salutare lezione, che solo un bambino può dare a tutti noi.
Massimo Damiano
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *