14 Febbraio 2018
La donazione di migliaia di capi di vestiario nuovi ha dato vita al progetto “Vestisolidale”

Una grande catena di supermercati, presente anche nel pinerolese, cambia look e dona 15 bancali di vestiario nuovo, con il solo obbligo di rimuovere il proprio marchio dagli indumenti. A beneficiare di questa donazione diverse realtà associative del territorio che hanno battezzato il progetto “Vestisolidale”. Punti di riferimento operativi a Pinerolo sono la Casa Madre delle suore di San Giuseppe e Vestireciclo che coordineranno le operazioni di gestione di tutto il materiale. Si tratta degli abiti da lavoro degli oltre 4000 dipendenti della catena, giubbotti e pantaloni, ma anche gilet rossi, polo e camicette bianche destinate alle cassiere.
«I lavori per fare “fruttare” questa donazione sono due – spiega suor Edwige Bonansea, direttrice della Caritas Diocesana -. In primo luogo è necessario trovare dei volontari per togliere le etichette. Questa operazione non è semplice specialmente per i tessuti dove il marchio è cucito. In seconda battuta occorrerà trovare il modo di distribuire questi abiti a fronte di un’offerta. Su questo versante occorre un po’ di fantasia e magari la collaborazione di qualche parrocchia o oratorio. Le polo, ad esempio, potrebbero essere utilizzate come maglietta degli animatori nelle estate ragazzi».
L’assessore alle politiche sociali del Comune di Pinerolo, Lara Pezzano, si è già impegnata ad acquistare i gilet rossi che saranno utilizzati durante le manifestazioni pubbliche, con un contributo di 1000 euro che sarà utilizzato per l’acquisto di sussidi didattici per bambini in difficoltà.
Con le altre donazioni ottenute dai capi di abbigliamento verranno sostenute le attività delle associazioni e enti che hanno aderito al progetto: il Centro di Accoglienza notturno, Casa Famiglia e Casa Betania a Pinerolo e Casa Gabriele di Luserna, dove a breve inizieranno i lavori. «Questa struttura è destinata ad ospitare uomini singoli e famiglie in emergenza abitativa – prosegue suor Edvige –. Terminata la ristrutturazione dei locali sarà necessario trovare un custode o anche una famiglia che soggiornando a casa Gabriele possa, con l’aiuto della cooperativa COESA, coordinare gli ospiti».
I proventi raccolti da Vestireciclo andranno, invece, a sostenere gli studi di tre donne in Brasile, un progetto avviato già da tempo.
«Il 24 e il 31 marzo – informa Valerio Vecchiè, presidente di Vestireciclo – ci sarà poi un banchetto al centro commerciale “Le Due Valli” per la vendita degli indumenti “smarchiati”».
«Il progetto “Vesti solidale” – conlcude la direttrice della Caritas – si inserirà nella “Quaresima di fraternità diocesana” che verrà presentata a breve. Quest’anno la raccolta delle offerte sarà destinata a progetti missionari. È però possibile manifestare la propria volontà di condivisione anche impegnandosi come volontari per rimuovere le etichette dagli indumenti che stanno continuando ad arrivare a Casa Madre da tutto il Piemonte».
Il senso ecologico di questa iniziativa lo spiega suor Antonietta Basile: «recupere questi abiti è in linea con i “nuovi stili di vita” promossi dal Centro Missionario ed è un modo concreto per condividere i beni a nostra disposizione e rispettare il creato».
Chi volesse dare la propria disponibilità come volontario può contattare Valerio Vecchiè al numero 348.60.01.714.
Cristina Menghini

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