25 Novembre 2014
Più smart, meno phone
25 novembre 2014
Ho dimenticato il cellulare a casa di mio fratello.
Fuori, piove.
Ma sì, lo recupero domani, tanto vado a studiare da lui, ché casa sua è silenziosa e tranquilla, penso.
Ah però c’è la strada di Cele chiusa, così mi è parso di capire. Non essendo molto pratica di Luserna, non saprei quali vie prendere. Conosco a malapena l’indirizzo.
Nessun problema, imposto il navigatore sul telefono e sarà un gioco da ragazzi!
Ah già. Ah no.
Non ho a disposizione il telefono.
E mi è venuto così naturale pensare a questa soluzione che non sono nemmeno in grado di ricordarmene da sola: è papà a dovermi laconicamente riportare alla realtà.
Va bene, me la caverò con le indicazioni datemi da Flavio. Mal che vada, chiederò a qualcuno.
Fuori, piove.
Poco dopo mi viene in mente che dovrei avvisare Arianna del fatto che lunedì non potrò andare a lezione. Le chiederò dunque gli appunti, anche perché inizia il secondo modulo dei corsi: nuovi professori, nuovi argomenti!
Sì, ora le scrivo su WhatsApp.
Ah già. Ah no.
Non ho a disposizione il telefono.
A questo punto rifletto. Fuori, piove.
Quanto sono ridicola, inaspettatamente privata del mio comodissimo e plurifunzionale Smartphone!
Dunque, ora come ora non posso utilizzare l’apposita App per controllare gli orari dei treni per andare a sostenere l’esame, martedì.
Dunque, ora come ora non posso scrivere ad Andrea che no, non ho ancora trovato il tempo di leggere Il lupo della steppa, di cui mi parla da mesi.
Dunque, ora come ora non posso cercare su Wikipedia la biografia dell’oratore attico Lisia per iniziare a rintuzzare la memoria pre-esame.
Fuori, piove.
Sono stranita, interdetta, alienata. Riguardo a quante cose faccio completo affidamento al mio cellulare, senza nemmeno darci peso.
Lì ho tutto quello che voglio, tutto e subito!
Mi ricordo che io sono l’umano ed esso è l’oggetto tecnologico. Io la persona ed esso lo strumento.
E’ quasi inquietante pensare che la linea di separazione possa assottigliarsi fino a far invertire i ruoli…
Avverto che è davvero necessario riappropriarsi pienamente delle proprie capacità, qualora siano state fatte impallidire dalle centinaia di funzioni e applicazioni dei nostri aggeggi elettronici.
La tecnologia aiuta e migliora la vita dell’uomo. Ma non deve nuocere all’ingegno, alle capacità di comunicare, conoscere, ricercare ed elaborare che nella nostra mente sono innate. E’ la condizione sine qua non c’è tecnologia che possa dirsi buona.
Fuori, piove.
Certo che però.. Accidenti, non posso nemmeno mandare un messaggio di buonanotte a Luca!
Gli manderò un pensiero.
È tardi, devo dormire.
Ok, metto la sveglia per domani sul cell…
Ah già. Ah no.
Fuori, piove. Nella serenità della notte – anche, e soprattutto, senza smartphone – ascolto il rumore delle gocce e mi addormento.
Annalisa Barra
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