12 Giugno 2013
In dialogo con Lui

La preghiera questa sconosciuta! Spesso si è convinti che i giovani non preghino, non sappiamo come mettersi in ascolto e non siano in grado di dialogare con Dio. Sicuramente la preghiera è un atto che richiede impegno, costruzione e miglioramento costanti. È proprio quest’insieme di cose che ci fa sembrare difficile (se non addirittura impossibile) che i ragazzi, così disattenti e disinteressati ad un primo sguardo, possano raggiungere quella profondità d’animo che è necessaria per stare veramente alla e nella presenza di Dio. Ma i giovani, come sempre, sono in grado di stupirci e disarmarci mostrando livelli di spiritualità molto alti e grande sete d’assoluto. Lo hanno dimostrato partecipando numerosi ai momenti d’adorazione pensati dalla pastorale giovanile di Pinerolo che, per concludere il suo cammino annuale, propone un’adorazione notturna sabato 22 giugno a San Maurizio alle ore 21. Proponiamo quindi una serie di pensieri sparsi ma grandi fatti da ragazzi che riflettono sul loro dialogo con Dio.
Manuel Marras
Mio Signore e mio Dio
Per me la preghiera è il modo più bello per sentirmi abbracciato da Dio. Non penso di pregare solo quando effettivamente mi metto in silenzio e in ascolto della parola di Dio, ma tutta la mia vita vuole essere preghiera attraverso la testimonianza della sua parola! Infatti per me pregare significa sentire Gesù accanto a me in ogni momento e mi capita tantissime volte di interloquire con Lui nel corso delle mie giornate per chiedere aiuto o coraggio, per farmi suggerire le parole giuste o semplicemente per ringraziarlo per un incontro appena fatto o una gioia appena provata. La preghiera per me più bella è quella di san Tommaso che dopo aver riconosciuto il Cristo risorto esclama con stupore: «Mio Signore e mio Dio». Quante volte nelle mie giornate mi capita di usare le stesse parole!
Massimiliano (Bricherasio)
Un’ancora di salvezza
La preghiera è un momento particolare della nostra vita in cui ci riappacifichiamo con Dio. Quando ci sentiamo tristi o turbati, nel corso della nostra vita, la cosa migliore da fare è pregare. Come? Con gioia, con sincerità, con tranquillità, basta aprire il proprio cuore e il resto viene da solo. È questo che vuole Dio, una semplicissima chiacchierata dove parliamo con il cuore aperto. La preghiera è, per me, un’ancora di salvezza nei momenti tristi della vita. Questo perché la preghiera è la nostra salvezza, perché Dio è la nostra salvezza.
Sofia (Roletto)
Chiacchierare con Lui
La preghiera non ha età. Io ho cominciato con i miei genitori nel lettone quando ero bambina e fino ad ora è stata una grande evoluzione. Crescendo si impara che si può pregare da soli o insieme, in silenzio o nel canto, a messa, a casa o a scuola. Pregare è bello perché è così personale e intimo che è come se in quel momento, anche se siamo tutti assieme, ci fosse solo Dio con ognuno di noi. Ed è proprio questo che ci unisce! Adesso che ho 17 anni per me la preghiera è una “chiacchierata” per ringraziare e stare in dialogo con Lui.
Chiara (Abbadia Alpina)
Il silenzio e la quiete
La preghiera: l’incontro con un amico, il Signore; il punto di partenza per stabilire con lui un rapporto profondo, sincero e duraturo. Il mondo di oggi con la sua “velocità” spesso non mi consente di fermarmi a pensare, ma con la preghiera mi è possibile ristabilire quell’equilibrio tra anima e corpo, tra divino e umano che mi aiuta nella vita quotidiana. Non mi serve trovare un luogo ispiratore per pregare, mi basta ricercare il silenzio e trovare così la volontà di fermarmi e di pormi in ascolto, raccogliere tutti i miei pensieri senza che siano solo uno sfogo delle mie emozioni, ma un dialogo del cuore con Colui che mi parla attraverso la sua parola. Non è facile! Tutto intorno mi suggerisce il contrario, ma se voglio ritrovarmi con l’Amico, il Compagno di viaggio, il Maestro di vita questa è la via.
Matteo (Pinerolo)
Come va con Gesù?
Una testimonianza bella, breve e fresca di una ragazza a tanti giovani come lei, che ha deciso di intraprendere un cammino vocazionale importante, ed il classico brusio di sottofondo. Poi la testimonianza si conclude cosi: «Lascio una domanda a ognuno di voi… Come va con Gesù?» Semplice, spiazzante. E cala il silenzio. Perché? Perché è una di quelle domande che non ti aspetti, una di quelle forti e persino scomode, che tendi a glissare o nemmeno ti poni. Eppure ci sarebbe da guardare un po’ di più in noi stessi, scavare a fondo, sentire e alimentare quel “come va”.
Chiara (San Pietro Val Lemina)
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