Skip to Main Content

Fatti e opinioni  

WEEKEND al CINEMA: Favole Disney, mostri colossali e mostri minuscoli, patinate rockstar e registi in crisi

WEEKEND al CINEMA: Favole Disney, mostri colossali e mostri minuscoli, patinate rockstar e registi in crisi

Favole Disney, mostri colossali e mostri minuscoli, patinate rockstar e registi in crisi, questo nell’appuntamento settimanale con il cinema nel pinerolese.

 

ALADDIN

Cinema HOLLYWOOD, Via Nazionale 73, Abbadia A., sab. 21.00; dom. 15.15, 18.15, 21.00

Nel 1992 usciva il 31esimo classico Disney: Aladdin. Nel 2019, sull’onda dei remake, ecco puntualmente la trasposizione live action. La trama si discosta poco dalla fonte originale. Il ladruncolo Aladdin si innamora a prima vista della principessa Jasmine. In cambio di abbastanza ricchezza da poterla impressionare, il giovane viene convinto dal cattivo Jafar nel piano per rubare una lampada magica. Accidentalmente Aladdin, strofinando la lampada, evoca il Genio. Questo pittoresco personaggio instaura una forte amicizia con il giovane ladruncolo e si imbarca con lui in un’elettrizzante avventura.

La regia è affidata al britannico Guy Ritchie. Autore di cult come Lock & Stock, Snatch e RocknRolla, di film di successo come i due Sherlock Holmes con Robert Downey Junior ma anche di tonfi come la mai decollata saga di King Arthur (2017).

La carenza di Robin Williams (doppiatore del Genio nel film d’animazione) viene sopperita da un Will Smith che gigioneggia e ruba la scena a tutti gli altri attori, anche aiutato da una componente di effetti speciali strabiliante.

Il film mantiene un buon ritmo avventuroso, ma perde totalmente la carica eversiva tipica dell’autore e anche, seppur in parte minore, del film originale.

Rimane quindi un buon film per famiglie, per chi ammira per la prima volta le avventure del giovane Aladdin e del divertente Genio, ma anche per chi si lascia andare alla nostalgia ritrovando gli eroi della giovinezza.

Non molto consigliato a chi cerca un cinema più maturo e a chi è fan della prim’ora del regista Guy Ritchie che, triturato dalla perfetta macchina produttiva Disney, perde quasi totalmente la sua carica autoriale, mettendo la firma su un prodotto creato ad hoc per famiglie e lontano dalle scorribande urbane di Snatch.

 

ROCKETMAN

Cinema RITZ, Via Luciano 9, sab. 20.00-22.30; dom. 15.30-18.15-21.00

Ascesa, caduta, rinascita. Quando ci propongono una biopic su uomini dalla vita rocambolesca, questo molto probabilmente sarà lo spartito che verrà suonato. È il caso di Rocketman, film su Elton John ma anche realizzato con Elton John, produttore dell’opera. Ne consegue che il film diventa la celebrazione di una grandezza, ancora più sfavillante nel suo processo di risalita dagli inferi dell’alcool e della droga in cui la rockstar era caduta negli anni ’80.

Più concentrato sull’estasiare il pubblico con riproduzioni di concerti e performance musicali che sul trovare una via originale per raccontare la vita del cantante del Middlesex, l’opera segue l’onda del successo di Bohemian Rhapsody (film su Freddie Mercury ed i Queen).

A differenza del film sui Queen, agli attori non viene imposta la trasformazione fisica nei personaggi ma viene richiesto di recitarli, di rubare loro movenze e stranezze, di immedesimarsi e regalarci le probabili emozioni che questi uomini hanno provato durante momenti più o meno felici della loro vita. Taron Egerton (Kingsman, Robin Hood) fa un grande lavoro sul personaggio nonostante un’evidente differenza fisica, riuscendo a trasmettere gran parte della, non facile, personalità della rockstar.

Gli amanti storici di Elton John probabilmente storceranno il naso per l’utilizzo di brani arrangiati per l’occasione ma chi vuole scoprirlo o approfondirlo per la prima volta è un’ottima occasione per ascoltare alcuni dei suoi pezzi migliori e comprendere i profondi problemi vissuti e la personalità eccentrica di uno dei simboli del rock inglese ed internazionale.

 

GODZILLA II – KING OF THE MONSTERS

Cinema ITALIA, Via Montegrappa 2, sab. 20.00-22.30(3D); dom. 16.00-18.30-21.00(3D)

 La metafora più gigantesca mai creata. Non è un complimento a qualche grande scrittore, è una delle possibili descrizioni di Godzilla.

Nasce nel 1954 in Giappone, nel fresco ricordo dei bombardamenti nucleari. Si sviluppa negli anni mutando da mostro distruttore ad eroe positivo, diventa prima emblema di un passato dimenticato e poi simbolo dei disastri ambientali.

Parte proprio da quest’ultimo aspetto il pretestuoso incipit del film, ecoterroristi convinti della necessità dell’estinzione dell’umanità risveglieranno le creature. Trattato con superficialità, questo aspetto risulta più un espediente per iniziare il conflitto piuttosto che una vera critica sociale.

Dal titolo esplicativo, Re dei mostri, vediamo l’umanità alle prese con 17 kaiju (nome giapponese per indicare i mostri dei film) in lotta per il predominio.

L’aspetto umano della storia, obbligatoriamente poco influente in un film del genere, viene comunque trattato da Dougherty che usa i dialoghi tra gli impotenti umani per portare avanti una trama, senza scadere nel didascalico, rendendoli partecipi attivi della vicenda.

 

Gli amanti dei kaiju e dei disaster movie ameranno questo film dove imponenti lotte e distruzione incontrollata non mancheranno. Non adatto a chiunque cerchi invece una riflessione sul concetti di divinità e una versione più fedele al Godzilla originale; questi optino per il recente Shin Gojira (2016) del visionario Hideaki Anno (Evangelion).

 

 

DOLOR Y GLORIA

Cinema ITALIA, Via Montegrappa 2, sab. 20.15-22.30; dom. 16.30-18.45-21.00

Quasi tutti i più importanti autori cinematografici hanno sentito il bisogno di girare un’opera sull’essere registi, sul vivere il cinema.

L’essere un uomo a cui vengono poste tante domande, senza averne le risposte in 8 ½ di Fellini, il cinema come memoria di un tempo passato, nostalgico in Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, i problemi ed i rapporti personali sul set in Effetto Notte di Truffaut.

Arriva il turno di Pedro Almodovar, forse il più importante regista spagnolo degli ultimi 30 anni, che si fa accompagnare in quest’ opera dal suo attore feticcio Antonio Banderas.

Banderas interpreta Salvador Mallo, in una delle migliori interpretazioni della sua carriera che gli è valsa il Prix d’interprétation masculine a Cannes, un regista depresso ormai sul viale del tramonto.

Succube di dolori psicofisici e dalla dipendenza a droghe e farmaci che non gli permettono di tornare ai fasti passati, Salvador soffre il male maggiore per un regista: l’impossibilità di girare nuove opere.

In un susseguirsi di incontri e flashback ci viene mostrata una vita di dolori e rimpianti, mai completamente sostituiti dal successo artistico.

Almodovar si racconta pienamente, con una sincerità rara. Le passioni creano vita, l’impossibilità di praticarle porta ad una vita vuota.

Un cinema maturo, profondo, sincero; se cercate il grande cinema, eccolo qua. Imperdibile.

 

POKEMON DETECTIVE PIKACHU

Cinema ITALIA, Via Montegrappa 2; sab. 20.00, dom. 16.00

Alla notizia di un film live action sui Pokemon, buona parte degli appassionati e del pubblico non aveva reagito con il giusto interesse. Diffidenza ereditata dallo scarso successo di quasi tutti i film tratti da videogiochi.

La resa visiva dei Pokemon stessa era uno dei punti focali di perplessità dei fan: come far rendere i cartooneschi mostriciattoli in un ambiente popolato da uomini in carne ed ossa, senza replicare grottesche trasposizioni passate (Super Mario Bros. il film 1993). Fin dall’uscita dei trailer il risultato lasciò a bocca aperta tutti. Non solo si tratta di una trasposizione realistica ma pure fedele, senza snaturare l’aspetto delle svariate creature che appaiono.

Il protagonista è Tim, un giovane ragazzo di campagna che si trasferisce in città per scoprire cosa è successo al padre, il detective privato Harry Goodman. In città fa la conoscenza di un Pikachu, anche lui alla ricerca del detective scomparso. Il film si trasforma in un buddy movie dal buon ritmo, dalle continue invenzioni visive e dall’ironia pungente ma mai volgare. La trama prende influenze dal noir, svolgendosi attraverso un’indagine e interrogatori che risulteranno essere anche le parti più geniali dell’opera.

Lotte, citazioni e una grande diversità di Pokemon non mancheranno, non potendo deludere i grandi appassionati all’universo dei Pocket Monster. Chiunque non conosca l’universo di riferimento non si preoccupi, il film è un ottimo punto di partenza.

 

 

Federico Depetris

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *