15 Agosto 2022
Una donna premier? Nella UE non è una novità

Davanti ai sondaggi che indicano la forte possibilità che Giorgia Meloni diventi la futura Presidente del Consiglio dei ministri, Lorenzo Battiglia propone una panoramica sulle donne leader nell’Unione Europea.

Stando alla situazione degli attuali schieramenti politici, formatisi in vista delle prossime elezioni, secondo i sondaggi, potrebbe vincere il centro-destra, nonostante lo “sposalizio” fra Matteo Renzi (Italia Viva) e Carlo Calenda (Azione) che ha portato alla nascita del “Terzo Polo” che varrebbe il 6% (ndr In base ai dati dell’Istituto Demoscopico diretto da Fabrizio Masia). Se il centro-destra, dovesse vincere le elezioni e Fratelli d’Italia fosse il primo partito, il nostro Paese potrebbe avere la sua prima premier donna, Giorgia Meloni, unica leader di un partito italiano assieme ad Emma Bonino di +Europa.
Angela e non solo
In Europa, negli ultimi anni, la donna politica passata alla storia e che immediatamente salta in mente è Angela Merkel, ottava cancelliera tedesca, in carica dal 22 novembre 2005 al 8 dicembre 2021. Ma qual è oggi la situazione delle donne ai vertici della politica europea? Partendo dalle istituzioni europee a presiedere la BCE e la Commissione Europea, dal 2019, sono rispettivamente Christine Lagarde e Ursula Von Der Leyen. Invece, Il Parlamento Europeo, dopo la morte di David Sassoli, lo scorso gennaio, è presieduto dalla maltese Roberta Metsola.
Sei donne alla guida di stati UE
Per quanto riguarda i singoli stati dell’UE, a guidare un esecutivo sono 6 donne. In Danimarca, Finlandia e Svezia vi sono le socialdemocratiche Mette Frederiksen, Sanna Marin e Magdalena Anderson. In Estonia la premier è Kaja Kallas del Partito Riformatore, mentre in Francia è stata appena nominata premier, dal presidente Emmanuel Macron, Élisabeth Borne appartenente al movimento di centro-sinistra “Territoires de progrès”. Fuori dall’UE, in Islanda, la prima ministra è Katrín Jakobsdóttir dei Verdi.
Tre capi di stato
Per quanto concerne i Capi di Stato, in soli 3 Paesi dell’UE vi è una donna. Zuzana Čaputová, dal 2019, è la Presidente della Repubblica Slovacca. In Grecia, dal 2020, Katerina Sakellaropoulou è Presidente della Repubblica Ellenica, mentre Katalin Novak, lo scorso maggio, è stata eletta Presidente dell’Ungheria. Invece, tra i Paesi europei non dell’UE, Salomé Zourabichvili è Presidente della Georgia dal 2018.
La Moldavia è un paese per donne
L’unico Paese del continente europeo a fare la doppietta di donne ai vertici è la Moldavia dove Natalia Gavrilița, del Partito dell’Azione e della Solidarietà, è premier e Maia Sandu Presidente della Repubblica dal 2020.
E in Italia?
In un quadro del genere, pensando al fatto che l’Italia possa avere la sua prima donna premier, indipendentemente dal colore politico, potremmo dire “meglio tardi che mai!” Oggi, purtroppo, davanti a tale ipotesi certi politici e opinionisti, pur avendo il diritto di fare critiche politiche, si mostrano indifferenti su un importante traguardo che potrebbe raggiungere una donna in Italia, un segnale importante per l’intera causa femminile, che in altre circostanze sostengono. Questo atteggiamento è una conseguenza del fatto, che negli scorsi anni, una parte politica ha fatto dei diritti delle donne una vera è propria battaglia arrivando ad estremizzare concetti seri come quando, durante l’elezione del nuovo Capo dello Stato, diceva che occorreva una donna presidente, facendo presagire che un maschio non andasse bene solo perché è ora di cambiare passo. Una donna diventa amministratrice delegata, rettrice di un ateneo e perfino Primo Ministro o Presidente della Repubblica non perché all’estero è già così o perché l’Italia e un Paese retrivo e bisogna modernizzarsi, ma perché ha delle competenze maggiori di uomo e di un’altra donna concorrenti. Cosa direbbe Emmeline Pankhurst, colei che guidò il movimento delle suffragette inglesi, del silenzio del mondo femminista italiano di fronte alla possibilità di avere la prima donna premier raggiungendo un importante traguardo non per la sinistra, il centro o la destra, ma per le donne?
Lorenzo Battiglia
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