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Fatti e opinioni  

Svezia, un voto che pesa in tutta Europa

Svezia, un voto che pesa in tutta Europa

Il recente voto svedese ha confermato un trend politico e culturale che ormai si estende in tutta Europa. In sostanza, la forza populista e sovranista, che predicava lo stop selvaggio all’immigrazione e una profonda messa in discussione della visione europeista, ha avuto un buon risultato – quasi il 18% dell’elettorato svedese – ma non ha sfondato.

Anche se il crollo verticale della storica socialdemocrazia, che pur resta il primo partito in quel paese, fa sì che anche in Svezia sia drammaticamente difficile formare un governo omogeneo e politicamente compatto. Anche se coloro che hanno seguito le elezioni in Svezia fanno notare che nessuno pensa in quel paese di allearsi con il partito dell’estrema destra e di governare insieme a quel partito. Tutti, nel centro sinistra come nel centro destra, lo escludono. Le combinazioni possibili si troveranno, pur nell’equivalenza dei due blocchi che hanno retto, bene o male, alla spallata. Ma con la destra dei Democratici svedesi nessuno vuole fare patti. È l’esatto contrario di quel che è accaduto in Italia, dove l’intesa tra la Lega e i Cinque Stelle non era obbligata dalle cose, ma lo è diventata per il rifiuto del Pd di sottoscrivere qualsiasi tipo di accordo con il partito di Grillo e Casaleggio. Dunque, l’esempio italiano non sarà seguito dalla Svezia. Il che può essere sintomo di una volontà di riscossa oppure un mero riflesso difensivo. Di certo, però, l’estrema destra è destinata a influenzare l’agenda del futuro governo, pur non facendone parte. E i socialdemocratici non potranno limitarsi a festeggiare allo scampato pericolo, se non vorranno soccombere la prossima volta: considerando che al loro risultato ha contribuito il massiccio voto raccolto tra gli immigrati. Quindi tenere fuori dal governo i Democratici svedesi è solo il primo passo per contenerne il peso, ma da solo non è sufficiente. È una linea, come è stato autorevolmente detto nei giorni scorsi, che si può paragonare alle scelte operate in Germania e che è lontana dagli esiti ungheresi o italiani. Del resto, anche in Germania la destra di Alternative è valutata nei sondaggi attorno al 16%. Non troppo lontano dalle cifre svedesi. E anche a Berlino si è deciso di tenerla lontano dall’area di governo.

Il voto svedese è destinato a pesare non solo in quel paese, ma a condizionare gli equilibri politici in tutto il vecchio continente. E presto lo sapremo avvicinandosi al voto per il rinnovo del Parlamento europeo.

 

Stefania Parisi

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