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Fatti e opinioni  

Regione. Il Pd attacca: Perché la maggioranza vuol modificare la legge sulla ludopatia?

Regione. Il Pd attacca: Perché la maggioranza vuol modificare la legge sulla ludopatia?

Nella commissione consiliare regionale di oggi (28 gennaio) è giunta un’ulteriore conferma della bontà della legge regionale del 2016, “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”. E i dati sul gioco d’azzardo patologico sono in costante miglioramento. «Ma allora – si chiede il Partito Democratico – perché la maggioranza insiste nel tentativo di modificare la norma?»

«I numeri presentati oggi dagli uffici dell’Assessorato e da IRES parlano chiaro», sottolineano Domenico Rossi, vicepresidente della commissione sanità relatore di maggioranza della legge 9/2016, Monica Canalis, vicesegretaria PD Piemonte e vice-presidente della III commissione consiliare (lavoro e attività produttive) e Diego Sarno, portavoce PD commissione legalità e referente regionale di Avviso Pubblico. «Peccato – aggiungono – che la Giunta non li abbia ascoltati: nessun Assessore presente e tanto meno il Presidente Cirio. Un fatto grave, un atteggiamento che evidenzia l’approccio della maggioranza e dell’esecutivo rispetto al problema del gioco d’azzardo patologico: nessuna volontà di ascolto e di confronto».

Nell’ultimo anno le perdite a livello nazionale sono scese di 0,9%, mentre a livello regionale del 16,5%, anche il tasso di diminuzione in Piemonte (-15%) è più elevato che a livello nazionale (-0,9%); tra il 2016 e il 2019 i pazienti in carico ai servizi sanitari piemontesi per dipendenza dal gioco sono diminuiti del 20,6%, quante altre persone e famiglie avremmo potuto aiutare? Nel 2016 erano 1.327, mentre nel 2019 erano scesi a 1.054.Fortunatamente «non si evidenzia nemmeno un effetto sostituzione del gioco on line perché, seppur in salita, anche in questo caso, tra il 2016 e il 2019 la curva piemontese cresce meno di quella nazionale (+72% nazionale contro +70% regionale). L’assunto su cui si basa la legge è dimostrato: riducendo l’offerta di gioco si riduce la domanda; ora in Piemonte, grazie alla legge regionale, abbiamo un locale con slot-machine ogni 3000 abitanti contro una media nazionale di 1 ogni 980».

Nonostante questi risultati significativi, il Pd lamenta come la una norma sia applicata solo a metà: «Il piano di comunicazione e prevenzione previsto dalla legge, già predisposto dagli uffici e finanziato con 600 mila euro, non è ancora partito: attende solo il via libera della Giunta. Cosa stanno aspettando? Il distanziometro e i limiti di orario sono importanti per limitare la pervasività dell’offerta di gioco, ma occorre anche un lavoro culturale ed educativo per vincere la sfida contro il GAP.  Quali dati avremmo oggi se insieme agli articoli dei divieti avessimo messo in campo una seria campagna culturale? Crediamo ancora migliori di quelli attuali».

«È il caso di dire che la legge funziona “nonostante tutto”», rimarcano Rossi, Canalis e Sarno, che concludono inviatando «la maggioranza ad abbandonare l’idea di modificare la legge in vigore  e a ritirare la propria legge abrogativa: piuttosto, si impegnino per applicare il piano di prevenzione e comunicazione che darebbe ulteriore slancio ai già significativi risultati ottenuti». 

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