«Oggi in conferenza stampa il Presidente Cirio e l’Assessore regionale Icardi hanno dimenticato di ricordare che, sui 40,1 milioni di euro di ristori previsti dalla Legge regionale 3/2021, mancano all’appello i 4,2 milioni provenienti dalle derivazioni idroelettriche e teoricamente destinati alle Rsa autorizzate e non convenzionate, a ristoro dei consumi elettrici», attacca la consigliera regionale Monica Canalis del Pd. Che continua: «Sulle risorse promesse per le Rsa gravava l’incertezza delle fonti finanziarie perché la legge regionale sulle derivazioni idroelettriche è stata impugnata. Ora purtroppo il nodo è venuto al pettine: vengono, infatti, a mancare 4,2 milioni su 40,1 previsti dal provvedimento regionale sui ristori».

Monica Canalis, consigliere regionale Pd

Insomma ²le risorse dell’ambiente non ci sono. L’Assessore Marnati lo aveva già ammesso in fase di bilancio di previsione, ma è grave che oggi Cirio e Icardi abbiano continuato a parlare di 40 milioni di ristori! I milioni sono appena 35 e non sono motivo di vanto, perché non sono ancora arrivati. A distanza di 14 mesi dall’inizio della pandemia le Rsa piemontesi non li hanno ancora ricevuti!»

Tasto dolente anche quello dei posti vuoti nelle strutture: «Anche sul piano degli inserimenti, Icardi e Cirio hanno poco da festeggiare: il 30% posti letto è vuoto, a fronte di 10mila piemontesi non autosufficienti in lista d’attesa per progetti residenziali. La verità è che la Giunta Cirio continua a risparmiare sugli anziani! Non solo non ha ancora materialmente erogato i ristori, ma nel 2020 ha speso solo 238 milioni di euro per gli inserimenti in convenzione, a fronte di un vincolo di budget di 265. Le Asl non sbloccano i nuovi inserimenti e le famiglie restano in attesa».

D’altronde commenta amaramente Canalis «Cirio ed Icardi sono le stesse persone che fino a giugno 2020 sostenevano che le Rsa fossero enti privati, corpi estranei alla sanità piemontese, di cui la Giunta non doveva occuparsi. E infatti le Rsa non sono state sufficientemente protette, diventando teatro di una strage, a cui oggi fa seguito un enorme ritardo sugli aiuti economici e sui nuovi inserimenti, che ha già costretto molte strutture alla chiusura. Non basta la Dgr 23 sulle dimissioni protette: servono nuovi inserimenti in convenzione e serve l’apertura urgente di un tavolo regionale di revisione della normativa per mettere mano ad un minutaggio a dir poco draconiano e a un inesistente raccordo tra le Rsa e la sanità del territorio. Solo con regole più sostenibili si combatte la contenzione degli anziani e si garantiscono condizioni di vita e di lavoro pienamente umane. Ci saremmo aspettati qualche elaborazione dalla task force di Ferruccio Fazio, ma ad oggi l’elefante ha partorito il topolino».