17 Giugno 2025
Regione. Bocciato emendamento distanze dal gioco d'azzardo

Bocciato dalla maggioranza del Consiglio Regionale del Piemonte un emendamento del PD per aumentare le distanze delle slot machine dai luoghi sensibili.
La consigliera regionale del PD Monica Canalis ha denunciato la bocciatura in commissione del suo emendamento al DDL Omnibus della giunta regionale, che mirava ad aumentare le distanze delle slot machine dai luoghi sensibili nei comuni con più di 5.000 abitanti e ad estendere l’elenco dei luoghi considerati “sensibili”. La bocciatura, avvenuta ad opera della maggioranza di centrodestra, è stata accolta senza motivazioni, sollevando critiche sull’incoerenza di Fratelli d’Italia rispetto alle posizioni espresse nella legislatura precedente.
Il comunicato di Monica Canalis (PD)
Fratelli d’Italia incoerente rispetto a quanto dichiarava nella passata legislatura.
17.6.2025 – Il mio emendamento al DDL Omnibus della giunta regionale (legge di riordino), in cui proponevo di aumentare la distanza delle slot machines dai luoghi sensibili nei comuni con più di 5.000 abitanti e di aumentare il numero di luoghi sensibili, è stato bocciato in commissione dalla maggioranza di centrodestra che governa la Regione, senza dare motivazioni.
Fratelli d’Italia nella passata legislatura si era detta contraria alla deregulation voluta dalla Lega, ma ora che ha l’opportunità di dare qualche protezione in più alle fasce di popolazione più vilnerabili, rischia di dimostrarsi incoerente.
L’innovativa legge regionale varata dal centrosinistra nel 2016 aveva dato ottimi risultati e l’infausto smantellamento introdotto dal centrodestra nel 2021 ha rappresnetato un passo indietro, sanitario, sociale e culturale.
Allego la legge regionale in vigore, il mio emendamento e l’elenco delle associazioni che oggi hanno manifestato davanti a Palazzo Lascaris. In calce torvate una nota con alcuni dati.
Domani ripresenterò il mio emendamento in aula.
Monica CANALIS – consigliera regionale PD e prima firmataria dell’emendamento bocciato.
Il Piemonte nel 2021 era l’unica tra le grandi Regioni italiane nella quale la richiesta di presa in carico di giocatori patologici nei SERD (servizi per le dipendenze) era in diminuzione rispetto al 2017.
Nel 2016 le persone in carico per GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) nei servizi piemontesi erano quasi 1.500, mentre nel 2019 erano scese a poco più di 1000; nello stesso arco di tempo nelle maggiori regioni limitrofe (Lombardia, Emilia Romagna, Liguria) il dato era invece cresciuto, con un incremento superiore al 20%.
Inoltre, le persone che giocavano in denaro in Piemonte nel 2018 erano ¼ meno numerose che nel resto d’Italia (32 versus 41% della popolazione ultraquattordicenne); se in Piemonte si fosse giocato come nel resto d’Italia vi sarebbero stati quasi 400.000 giocatori in più.
In Piemonte grazie alla legge del 2016 c’era un locale con slot-machine ogni 3000 abitanti contro una media nazionale di 1 ogni 980.
I piemontesi in 4 anni di applicazione della Legge, dal 2016 al 2020, avevano risparmiato oltre 2 miliardi di € rispetto a quanto avrebbero speso se avessero giocato come gli altri italiani.
In Piemonte non c’è stato alcun incremento del gioco online superiore al dato nazionale.
Questi dati sono tratti report scientifici di autorevoli istituzioni pubbliche, neutrali: il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa CNR, l’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Piemonte IRES, l’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze del Piemonte OED.
In questo quadro positivo, la decisione del centrodestra di modificare nel 2021 la legge del 2016, che aveva funzionato, è stato un danno su più piani:
· per la salute pubblica,
· per le politiche di contrasto alla povertà e
· per la legalità.
Il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), infatti, è una vera e propria dipendenza che richiede cure sanitarie.
Il GAP getta sul lastrico molte famiglie.
Infine, il gioco è spesso collegato a circuiti di illegalità.
Occorre porre un argine al liberismo selvaggio, come previsto dalla nostra Costituzione, che non è una Costituzione statalista, ma neanche una Costituzione liberista. E’ l’applicazione dell’articolo 41 della Costituzione, che afferma che l’iniziativa economica è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale.
Dobbiamo cercare un percorso comune, che ci porti ad interpretare il primato della politica sui poteri economici. Il primato del diritto alla salute sul dio denaro. Il primato dei rappresentanti del popolo eletti nelle Istituzioni sulle lobbies più o meno oscure, che hanno sede molto spesso in altri paesi.
Sotto il profilo scientifico, è l’offerta di gioco che determina la domanda. Consentire il proliferare di apparecchi di gioco in ogni dove determina una inevitabile nuova crescita di un fenomeno che una Legge attenta e efficace aveva grandemente contribuito a contenere. La nuova legge del 2021 ha fatto aumentare il gioco in Piemonte, con la ricaduta di molti giocatori affetti da dipendenza, con conseguente aggravamento delle situazioni di indebitamento e con il relativo ingrossarsi dell’usura e della criminalità organizzata.
Riducendo l’offerta di gioco si riduce la domanda e viceversa.
La riduzione dell’accessibilità ai luoghi di gioco d’azzardo può essere messa in relazione con la riduzione del numero di persone che sviluppano la patologia.
Oggi sappiamo che ad essere colpiti dal fenomeno sono soprattutto gli over 65 anni e gli under 25, i più esposti all’incertezza e alla marginalità.
Occorre innanzitutto ridurre l’offerta di gioco e prendere in carico i pazienti, affetti da una patologia che purtroppo è cronica e soggetta a recidive. Occorre poi fare prevenzione e educare ai rischi delle dipendenze.
Su tutto, è importante non lasciare sole le persone più fragili, che possono essere esposte a questi rischi.
L’associazionismo piemontese ha promosso nel 2022 e 2023 una proposta di legge di iniziativa popolare, con orari più stringenti e distanze maggiori dai luoghi sensibili, come scuole, ospedali, oratori, poste, banche ecc. Non una proposta proibizionista quindi, ma volta a mettere dei paletti, a tutela della popolazione più fragile. Purtroppo questa proposta è stata respinta in modo sbrigativo.
Il gioco d’azzardo è una attività vecchia come il mondo, ma non per questo dobbiamo subirla senza porvi dei limiti.
Allo stesso tempo, è importante che si faccia una riflessione sulle altre forme di dipendenza, che nella nostra Regione coinvolgono un numero maggiore di pazienti: dipendenza da droga (la più diffusa), da alcol, da internet e da tabagismo.
Occorrerebbe altresì riflettere sulla necessità di una revisione della normativa non solo regionale, ma nazionale, perché altrimenti un esempio virtuoso come quello del Piemonte sarà sempre soggetto alle intemperie di qualche cambio di maggioranza. Serve un testo unico nazionale di riordino del comparto del gioco. Anche per non esporre i Sindaci, che facendo in comuni mafiosi le ordinanze restrittive sul gioco d’azzardo, corrono seri rischi personali.
Bisognerebbe guardare ad esempio al modello della legge sul fumo del tabacco, che in pochi anni ha avuto grande efficacia.
Importante inoltre fare investimento sulla prevenzione sanitaria in ambito di dipendenza, ma anche sull’educazione, un’educazione al divertimento sano.
Le parole chiave sono quindi regolamentazione, formazione e prevenzione, soprattutto in un quadro nazionale che muove 160 miliardi di euro all’ anno.

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