Ieri sera al teatro Incontro, con grande successo di pubblico (la sala era stracolma, e moltissime persone non sono riuscite ad entrare) ha avuto luogo il confronto, organizzato da CNA e moderato dal suo presidente Alberti, sul tema del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
A sostegno delle ragioni del SÌ ha parlato Elvio Fassone (PD), Magistrato in pensione, Senatore emerito della Repubblica e componente emerito del CSM; a sostegno delle ragioni del NO ha invece parlato Gustavo Zagrebelsky, docente di diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, nonché Presidente emerito della Corte costituzionale.
Il confronto è stato amichevole, civile e di alto livello, rendendo così onore alla Città di Pinerolo.
Zagrebelsky, in generale, ha parlato di una riforma richiesta dai poteri finanziari, pasticciata e divisiva (ha spaccato persino le famiglie); a suo giudizio, il tema centrale non è la riforma in sé, ma la classe politica che deve far funzionare le regole costituzionali: se una classe politica è corrotta, anche la migliore delle Costituzioni non funzionerà, come un bel vestito non rende se viene indossato da una persona deforme.
Fassone, dal canto suo, ritiene la riforma, con i suoi pregi e difetti, comunque positiva ed utile a far ripartire l’Italia, con procedure legislative più snelle e maggiore chiarezza nel rapporto fra Stato e autonomie locali: occorre guardare al contenuto della riforma nel merito, e non pensare ad esprimere un voto pro o contro l’attuale governo.
Quanto alla riforma del titolo V della Costituzione (sulle materie di competenza dello Stato e quelle di competenza delle Regioni), Zagrebelsky ha ammesso che dal 2001 (epoca in cui il federalismo era di moda) ad oggi il pendolo si è spostato troppo dalla parte dello Stato alla parte delle Regioni, ma ha criticato la riforma perché, a suo giudizio, eccessivamente centralista, dicendo che la fine della legislazione concorrente fra Stato e Regioni è una illusione.
Fassone gli ha replicato che dal 2001 ad oggi vi sono stati tantissimi conflitti di competenza fra lo Stato e le Regioni davanti alla Corte costituzionale, e che lo scopo della riforma è proprio evitare che in futuro ciò si ripeta, facendo alcuni esempi: è logico, ha detto, che per le pale eoliche vi sia una disciplina uniforme in tutta Italia, così come per la sicurezza sul lavoro o i protocolli curativi in ambito sanitario.
Quanto alla riforma del Senato, Zagrebelsky ha sostenuto che nell’attuale sistema Camera e Senato hanno gli stessi poteri ma non le stesse funzioni: l’una controlla l’altra e rimedia agli errori dell’altra, come la Corte d’Appello rimedia agli errori del Tribunale.
Zagrebelsky ha inoltre espresso critiche sul fatto che con la riforma i consiglieri regionali e Sindaci mandati in Senato godrebbero dell’immunità, a suo giudizio uno scudo inaccettabile per una classe politica che non ha sempre dimostrato di essere specchiata; domandandosi come faranno a fare seriamente entrambe le cose. In più si tratta di un’elezione indiretta.
Fassone ha replicato a Zagrebelsky che l’immunità non è disegnata dalla Costituzione come impunità (tanto che l’art. 68 non viene modificato dalla riforma); che il nuovo Senato non lavorerebbe certo ai ritmi dell’attuale; che il problema dell’elezione indiretta viene superata in un altro punto della riforma, ove si dice che i senatori dovranno comunque essere eletti dai consigli regionali in conformità alle scelte espresse dai cittadini, il che sarà attuabile, alle future elezioni regionali, inserendo nella scheda consegnata all’elettore la possibilità di indicare chi si voglia mandare in Senato.
Fassone ha inoltre sostenuto che il nuovo Senato, oltre che mantenere la funzione legislativa su alcune materie (come le riforme costituzionali, la legge elettorale, la ratifica di trattati in ambito UE) manterrebbe comunque importanti funzioni consultive, e che le procedure per approvare una legge diventerebbero più veloci, eliminando l’attuale ping pong fra Camera e Senato: a causa delle regole attuali vi sono disegni di legge in materie importanti, come la tortura, la cittadinanza per i minori stranieri, il doppio cognome, la prescrizione dei reati, contratti pre-matrimoniali, affettività in carcere, che non riescono a vedere la luce.
MARIO INCARDONA